L’Ucraina è ormai dentro una “spirale della morte” demografica, secondo i gli stessi accademici ucraini

L’Ucraina è ormai dentro una “spirale della morte” demografica, secondo i gli stessi accademici ucraini

26 Agosto 2024 0

Che l’Ucraina sia caduta in una grave depressione demografica è un fatto noto già da diversi anni. Purtroppo oggi la tempistica di realizzazione di questo disastro umano si sta velocizzando. Il conflitto è una causa importante, ma non è affatto l’unica, mentre il governo di Kiev finge di intervenire con un documento strategico senza reali contenuti.

La strategia del governo

Alla terribile prospettiva dello spopolamento, la viceministro per le Politiche Sociali Darya Marchak risponde dicendo che il governo ha già una strategia. O quanto meno la sta elaborando. È un progetto a lungo termine che si dilata fino al 2040. Si presenta come un vero e proprio documento governativo e non come un semplice policy paper, sebbene lo abbiano lasciato aperto alle proposte in arrivo dagli stessi cittadini. Non è un dettaglio incoraggiante, perché il messaggio di fondo è: “noi siamo solo i vostri governanti, cosa dovremmo fare? Aiutateci voi…”.

Mancano i dettagli

Per ora il piano manca dei dettagli, ma se ne conoscono almeno le linee generali. Nulla di sconvolgente o di rivoluzionario. Solo idee di buon senso che qualunque governo dovrebbe mettere in atto: sostegno alle famiglie, creazione delle condizioni per aumentare la natalità, diminuzione della cause di morte giovanile, miglioramento delle condizioni di vita dei pensionati per favorirne la vita attiva, scoraggiamento dell’emigrazione e agevolazione del ritorno dei cittadini emigrati.

Nella spirale della morte

Ella Libanova, direttrice dell’Istituto di demografia e ricerche sociali dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina, dice che l’attuale tasso di natalità è il peggiore del mondo. Le cose vanno talmente male che è persino difficile immaginare come fermare la caduta. Credo che ci troviamo in una situazione in cui la popolazione dell’Ucraina potrebbe essere in una spirale della morte. Pure se ottenessimo la vittoria, il tasso di natalità non aumenterebbe. Se mi aveste chiesto di questa crisi prima della guerra , avrei risposto che si trattava del numero di morti che superava quello delle nascite. Oggi si tratta invece degli emigranti e della natalità. Il tasso di natalità ora di 0,7 bambini per donna. Occorrerebbe salire a 2,2 per ripristinare una linea minima di ricambio generazionale. Secondo la Libanova, sarebbe già un successo rallentare la spirale mortale arrivando al livello prebellico di 1,2 o a quello medio europeo di 1,5.

Maschi fuori gioco troppo presto

A una lettura superficiale delle circostanze la colpa andrebbe tutta sulla guerra. E invece si scopre che essa rappresenta solamente il problema più evidente, sebbene gravissimo. Gli uomini morivano anche prima per cause come alcolismo, tabagismo e più in generale per una condotta sregolata di vita. Le implicazioni sono costituite da comportamenti potenzialmente dannosi per sé e per gli altri, come il provocare incidenti stradali o sul lavoro. Oggi purtroppo gli uomini muoiono al fronte: sono maschi ancora in forze, capaci di diventare padri e mariti, e ciò rappresenta una ragione di denatalità drammatica e subito visibile. E coloro che tornano invalidi nel corpo o nella mente sono altrettanto deleteri per la demografia che i caduti. Il ricorso all’alcol e agli stupefacenti per superare i traumi e lo stress sono un’esperienza già ampiamente sperimentata in passato, come ad esempio negli Stati Uniti del dopo-Vietnam.

Emigrazione

La natalità era già molto bassa prima dello scoppio aperto delle ostilità. E oggi milioni di ucraini, invece di restare nel Paese per resistere o per pretendere un cambio di linea dal governo, preferiscono fuggire all’estero. Vi sono costretti dalle circostanze, dalla minaccia della mobilitazione forzata, dal richiamo dei parenti già emigrati che offrono un riparo. Ed è probabile che vi rimangano proprio perché si tratta in gran parte di giovani e adolescenti, dunque più propensi a integrarsi in nuovi tessuti sociali tramite la scuola o il lavoro, e di donne, che possono trovare in loco un compagno o addirittura sposarsi per restare così nel Paese di emigrazione. E se ad andarsene sono i giovani e le donne, la perdita demografica diventa un danno irreparabile che impedisce alla popolazione ucraina di riformarsi in tempi brevi.

Durata media della vita

Gli accademici ucraini sostengono da anni che i loro concittadini vivono meno della media europea, gli uomini in particolare. L’aspettativa di vita e la durata media sono elementi determinanti che proiettano nel prossimo futuro l’attuale catastrofica situazione. Oggi la durata media è scesa a 57,3 anni per gli uomini e 70,9 per le donne. Significa che l’Ucraina è al livello di Paesi considerati come Terzo mondo, ad esempio Mali, Congo e Burkina Faso. L’invecchiamento della popolazione è tragico: nel 2035 un quinto degli ucraini avrà più di 65 anni. Le implicazioni sul già fragile sistema sanitario e pensionistico sono facilmente intuibili. Anzi, il sistema forse è già crollato, a giudicare dal fatto che negli ultimi due anni agli ucraini le pensioni le hanno pagate in parte i contribuenti americani. Ma chissà quanto durerà questo finanziamento.

Cittadini con invalidità

Bisogna anche considerare gli sfortunati rimasti invalidi sul lavoro o nati con delle malformazioni. Si tratta di numeri che si accumulano agli altri per formare una valanga, perché sono individui con capacità lavorative o sociali ridotte e che dunque vanno ad abbassare le possibilità di ripresa della nazione. I dati sui cittadini invalidi differiscono nei calcoli delle varie organizzazioni e dopo il 24 febbraio 2022 si sono fatti ancora più incerti. Al 1º gennaio 2021, dunque ben prima che nel conto finissero gli invalidi di guerra, secondo lo European Disability Forum in Ucraina vi erano ben 2,7 persone con disabilità. A questo numero l’OMS aggiunge una stima connessa al dato statistico globale del 16%, arrivando a contare ben 6 milioni di ucraini disabili, di cui il 20% pensionati.

Impossibile capire quanti sono

In Ucraina l’ultimo censimento della popolazione venne effettuato nel 2001 e registrò 48,5 milioni di abitanti. Nel 2020 non si tenne il censimento previsto e dunque oggi è impossibile stabilire con certezza quante persone vivono nel Paese. Nel primo ventennio del XXI secolo l’emigrazione ucraina è stata fortissima e ha svuotato intere cittadine. Oggi alcuni milioni di ucraini vivono nell’Unione Europea o in Nordamerica, oltre a quelli stabilmente residenti in Russia e in Bielorussia, sebbene la propaganda tenda a dimenticarli. I dati approssimativi ufficiali parlano di 31 milioni di abitanti presenti nel territorio sotto la giurisdizione di Kiev, mentre ve ne sarebbero circa 4 milioni nelle regioni incorporate nella Federazione Russa.

Wishful thinking

Lo scorso maggio i ricercatori dicevano che se il governo non può o non vuole intervenire per frenare la diminuzione, fra venticinque anni abiteranno in Ucraina appena 25 milioni di persone, quasi la metà del 2001. Ma si ammette anche apertamente che mancano gli uomini da mandare al fronte e i mezzi finanziari per garantire il prossimo futuro alla popolazione. Dunque è davvero uno wishful thinking all’ennesima potenza credere che oggi il governo stia seriamente progettando qualcosa di concreto per invertire la tendenza dello spopolamento.

Composizione della popolazione

L’idea occidentale di ripopolare il Paese grazie ai migranti è stata accolta anche dai vertici di Kiev. La cifra ipotizzata è di 300mila immigrati all’anno: ma quali esattamente? I più ottimisti vorrebbero attuare politiche illuminate che ottengano il ritorno dei milioni di ucraini “etnici” emigrati all’estero negli ultimi anni. Ma al momento è davvero uno scenario improbabile. Così tocca ricorrere agli immigrati dal Terzo mondo, dice Natalya Zaika, ricercatrice dell’American University Kyiv che ha partecipato all’elaborazione della strategia demografica del governo ucraino. Chiaramente, nel lungo periodo ciò comporterebbe un significativa modificazione del tessuto sociale nazionale. Attendendosi all’obiettivo di importare 300mila persone all’anno, in un decennio vi sarebbero almeno 3 milioni di “nuovi ucraini” con tradizioni, religione e abitudini diverse dagli ucraini “vecchi”. L’impatto terrificante è ampiamente previsto – e sottovalutato – dagli accademici.

Immigrati di qualità

Purtroppo non basta dire che verranno “invitati” solo “immigrati di qualità”, aventi un determinato livello di istruzione e di competenze. L’esperienza sofferta dai Paesi occidentali mostra che si tratta di pie illusioni. Lo dicono gli stessi accademici: gli ucraini non sono abituati a vivere a stretto contatto con immigrati asiatici o africani. L’idea di averne tanti come vicini di casa non è gradita alla maggioranza della popolazione. La xenofobia diffusa e violenta diventerebbe quindi l’esito naturale di un’immigrazione di massa favorita dal governo. Che l’Ucraina sia caduta in una grave depressione demografica è un fatto noto già da diversi anni. Purtroppo oggi la tempistica di realizzazione di questo disastro umano si sta velocizzando. Il conflitto è una causa importante, ma non è affatto l’unica, mentre il governo di Kiev finge di intervenire con un documento strategico senza reali contenuti.

Martin King
Martin King

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