L’Iran è pronto a cooperare con la Russia
Iran e Russia si avvicinano: fra due Paesi che l’Occidente considera nemici e cerca di isolare è iniziata una nuova fase nelle relazioni bilaterali. Ed è probabile che si aprirà presto un periodo di forte cooperazione, destinato a durare a lungo e inaugurato dalla visita di Vladimir Putin a Teheran il 19 luglio. È stato il primo viaggio all’estero del presidente russo – esclusi i Paesi ex sovietici – a partire dal 24 febbraio, data della “operazione speciale” in Ucraina. In Iran era stato in tre occasioni negli ultimi sette anni, ma mai per una visita ufficiale vera e propria: stavolta si è trattato di un vertice trilaterale in “formato Astana” fra Iran, Turchia e Russia sulla questione siriana, accompagnato da colloqui bilaterali su altri argomenti di rilievo attuale. Putin non ha incontrato solamente il presidente iraniano Ebrahim Raisi per parlare di temi come la finanza, il petrolio e la NATO, ma anche la “Guida Suprema” Ali Khameini, la più alta carica dello Stato iraniano, che non ha carattere esecutivo, ma ideologico e politico. Ed è stato anche il primo colloquio di Putin con il leader di un Paese dell’Alleanza Atlantica, cioè il presidente turco Tayyip Erdoğan. Sul tavolo vi era soprattutto la ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto intorno alla Siria, ma a Washington alcuni hanno letto la visita di Putin in maniera riduttiva, come una risposta al recente viaggio di Biden in Medio Oriente (Israele e Arabia Saudita), da cui però è ritornato con il COVID e con una nuova serie di gaffe imbarazzanti.
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha dichiarato che l’Iran è il centro di una diplomazia dinamica e che gli incontri che si sono appena svolti svilupperanno la cooperazione economica e garantiranno la sicurezza alimentare. Tuttavia, il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha detto che che il viaggio a Teheran mostra quanto il Cremlino sia ormai isolato. In compenso, è Teheran che sta attuando una politica estera molto attiva, perché i suoi contatti vanno oltre la Russia e si estendono allo SCO, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, l’organismo che raggruppa gli Stati principali del continente asiatico e che si occupa di questioni relative alla stabilità e alla sicurezza: il prossimo settembre, da Stato-osservatore l’Iran diventerà membro a pieno titolo. Teheran inoltre ha chiesto di entrare nei BRICS, il blocco politico-economico che sembra proporsi come alternativa al sistema unipolare guidato dagli Stati Uniti. Ed è proprio contro gli USA che l’Iran invita la Russia a schierarsi ancor più convintamente: Khameini ha elogiato Putin per aver permesso che la Russia mantenesse la sua indipendenza dall’America, aggiungendo che i loro due Paesi devono rimanere vigili contro “l’inganno occidentale” e devono iniziare a impiegare le valute nazionali per gli scambi commerciali, smettendo gradualmente di usare il dollaro.
Fadahossein Maleki, membro del comitato parlamentare iraniano sulla sicurezza nazionale e la politica estera, ha descritto la Russia come il “principale partner strategico” del suo Paese. Ma quale sarà concretamente la cooperazione fra Teheran e Mosca? A Washington dicono che l’Iran fornirà centinaia di droni da combattimento e addestrerà le forze russe al loro utilizzo, ma la notizia non soltanto è stata smentita da Amir-Abdollahian, ma lo stesso Kirby ha in seguito aggiunto che non vi è alcuna indicazione che tale fornitura sia già cominciata. Mosca e Teheran non hanno mai mostrato l’effettiva intenzione di diventare alleati a livello militare. Il trattato che dovrebbero siglare presto sarà la cornice per una cooperazione strategica duratura, in vari ambiti, con un orizzonte temporale di oltre vent’anni. Il presidente Raisi era stato a Mosca a gennaio e aveva dato a Putin la sua bozza di accordo, la cui versione riveduta e corretta è stata presentata a giugno dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Intanto la NIOC, l’azienda petrolifera statale iraniana, ha siglato col colosso energetico russo Gazprom un memorandum di intesa da 40 miliardi di dollari. Le due compagnie si impegneranno in diversi progetti, con Gazprom che sopperirà con la sua assistenza laddove le tecnologie necessarie mancano a NIOC a causa delle sanzioni imposte da Washington: si tratta in particolare dello sfruttamento delle riserve di gas naturale liquefatto (LNG), compresa la costruzione delle condutture per l’esportazione, dello sfruttamento dei giacimenti di gas di Kish e di Pars Nord, oltre a sei giacimenti petroliferi. Il potenziale di cooperazione fra Iran e Russia si estrinseca anche nel Corridoio Nord-Sud, che collega il Mar Baltico all’India passando dai porti iraniani sul Mar Arabico e che non viene intaccato nella sua importanza dalla guerra delle sanzioni con l’Europa.
52 anni, padre di tre figli. E’ massimo esperto di Medio Oriente e studi geopolitici.