Cile, avanza il progetto del Centro Antartico Internazionale di Punta Arenas

Cile, avanza il progetto del Centro Antartico Internazionale di Punta Arenas

23 Luglio 2022 0

Il Ministero dei Lavori Pubblici cileno ha selezionato le imprese edili che parteciperanno alla gara d’appalto per la costruzione del Centro Antártico Internacional (CAI), progetto da 70 milioni di dollari approvato nell’agosto del 2021 dopo alcuni anni di elaborazione. Il CAI avrà sede a Punta Arenas, capitale della Regione di Magellano e dell’Antartide Cilena, città nell’estremo sud del continente americano. Situata a 1240 chilometri dall’isola di Re Giorgio (che a sua volta è a 120 chilometri dalla terraferma antartica) costituisce un punto di partenza per le spedizioni dirette in Antartide. Grazie al CAI, il governo cileno vuole rafforzarne il ruolo di “porta” verso il Continente Bianco, sia per i ricercatori che per i turisti (dunque aumentando anche l’impatto economico dell’Antartide), dando i necessari servizi ai programmi scientifici di 22 Paesi e diventando un polo di sviluppo scientifico di livello mondiale. Saranno aziende sia cilene che internazionali a presentare le proprie “buste”, contenenti le proposte e i dettagli tecnico-gestionali per la realizzazione del Centro. La scelta finale avverrà a dicembre, mentre i lavori dovrebbero iniziare nel primo trimestre del 2023 e terminare entro il 2026.

Tuttavia Santiago in questo momento è alle prese con una crisi della moneta nazionale, il peso, che dall’inizio di giugno ha perso un quinto del suo valore ed ha aumentato bruscamente la sua volatilità. Intanto l’inflazione continua ad accelerare, dopo aver raggiunto il tasso di crescita più alto dal 1994.  Fra le cause individuate per questi problemi vi sono la forte crescita del dollaro a livello globale e l’incertezza politica a livello locale: l’attuale presidente Gabriel Boric è infatti in carica da appena quattro mesi e sta segnando una forte svolta a sinistra nel Paese; si attende poi il prossimo 4 settembre il voto popolare sulla nuova Costituzione, che se approvata darebbe allo Stato maggiore controllo sull’economia, mettendo così a rischio gli investimenti, almeno secondo la Bank of America. Si accanisce sulla situazione pure la caduta del prezzo del rame, il principale bene di esportazione del Cile, danneggiato da una diminuzione della domanda – soprattutto da parte della Cina – e dai timori generalizzati di recessione. La scorsa settimana, il Banco Central de Chile ha stabilito un intervento da 25 miliardi nel mercato dei cambi, al fine di dare impulso al peso. Le riserve internazionali cilene sono scese da 55 a 45,8 miliardi di dollari, ma restano solide. Secondo Marcos Casarin, analista della sede messicana della Oxford Economics, la somma stanziata dalla Banca centrale nazionale è ragguardevole, considerato che il PIL cileno non è molto alto, e aiuterà il peso a riprendersi. D’altra parte, aggiunge Casarin, contro i fattori esterni e l’attuale atmosfera di incertezza politica, una Banca centrale non può fare molto di più.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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