L’Indonesia è divenuta il decimo membro dei BRICS

L’Indonesia è divenuta il decimo membro dei BRICS

8 Gennaio 2025 0

Con l’inizio del nuovo anno i BRICS hanno accolto non soltanto dei nuovi Stati-partner, ma anche un membro a tutti gli effetti, il decimo: l’Indonesia. Si tratta del primo passo di espansione compiuto sotto la presidenza brasiliana, che durerà per tutto il 2025. E infatti potrebbe non finire qui, dato il crescente interesse dei Paesi del sud-est asiatico alla cooperazione con il gruppo.

Il percorso verso l’ammissione

Il percorso indonesiano verso l’ingresso nel blocco era cominciato nel 2023, durante la presidenza sudafricana. Il benestare era arrivato dopo che Pechino aveva esortato un allargamento e Jakarta era stata individuata come membro potenzialmente ideale. Infatti l’Indonesia era il Paese più fiorente del sud-est asiatico e l’unico della regione a far parte del G20. Il suo PIL cresceva costantemente da diversi anni al ritmo del 5% circa, con un’economia al 16esimo posto al mondo. Tuttavia, l’allora presidente Joko Widodo aveva esitato perché sosteneva non vi fosse urgenza per tale adesione e voleva valutarne meglio i pro e i contro. L’invito ufficiale è dunque arrivato lo scorso ottobre con la presidenza russa, alla quale il Ministero degli Esteri indonesiano ha espresso “gratitudine per il supporto e la guida nel facilitare l’ammissione”, perfezionata il 7 gennaio con l’avvio della presidenza brasiliana.

Sud Globale

Al centro degli interessi convergenti dei BRICS con l’Indonesia c’è la collaborazione e l’aumento della prosperità per tutto il Sud Globale. Il governo di Jakarta ha comunicato di vedere nell’adesione come una dimostrazione da parte del Paese di un ruolo sempre più attivo nelle questioni globali e dell’impegno per il rafforzamento della cooperazione multilaterale per creare una struttura globale che sia più inclusiva ed equa. Il Ministero degli Esteri ha dichiarato che l’Indonesia condivide con gli altri membri la volontà di riformare le istituzioni di governance globale e contribuire positivamente alla cooperazione con il Sud Globale. I BRICS sono una preziosa piattaforma per promuovere la cooperazione Sud-Sud e aiutare a far sentire nei processi decisionali di livello planetario anche la voce dei Paesi in via di sviluppo. Dunque con l’Indonesia aumenta il peso del gruppo, che oggi conta dieci membri effettivi e otto Stati partner, fra cui la Thailandia.

I vantaggi dell’adesione

Secondo l’ex diplomatico Simon Hutagalung, i vantaggi per Jakarta si trovano anzitutto sul piano geopolitico. L’Indonesia costituisce un punto di incontro obbligato per i commerci che passano fra l’Oceano Pacifico e quello Indiano, avendo così un controllo su rotte marittime cruciali. Peraltro, in qualità di membro fondatore dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) e parte del G20 ha già dimostrato la capacità di muoversi all’interno di cornici multilaterali molto complesse. Oggi come membro dei BRICS vedrà rafforzato il suo ruolo di “ponte” fra Stati avanzati e Paesi in via di sviluppo. Inoltre potrà propugnare gli interessi del Sud Globale, aumentando su di essi l’influenza diplomatica e politica. Sul piano economico l’adesione al gruppo le darà accesso a nuove fonti di approvvigionamento sia finanziario che tecnologico, oltre a un maggiore potere negoziale nelle trattative commerciali internazionali.

I rischi e le sfide per Jakarta

Vi sono comunque delle sfide che l’Indonesia deve ancora superare e per le quali i BRICS non garantiscono automaticamente il successo. Ad esempio, la mancanza di infrastrutture adeguate, l’esplosione rapida e caotica dei centri urbani che contrasta col sottosviluppo delle aree rurali, le disparità nell’istruzione scolastica. Lo sforzo di modernizzazione è rappresentato bene dall’edificazione della nuova capitale Nusantara, un progetto ambizioso e visionario, ma di realizzazione lunga e difficile. Per numeri e volumi, l’economia indonesiana è ancora largamente inferiore a quella degli altri membri asiatici come India e Cina. L’accademico Klaus Heinrich Raditio afferma che l’obiettivo primario di Jakarta con l’adesione ai BRICS è di cogliere nuove opportunità di sviluppo economico, non di avallare la visione dell’ordine mondiale di una o dell’altra potenza, sebbene dal punto di vista dei rapporti politici internazionali l’attuale presidente Prabowo sia meno incline del suo predecessore a una prudenza talvolta immobilizzante.

Un contrappeso alla prevalenza dell’Occidente

Il blocco dei BRICS viene spesso descritto come un efficace contrappeso al dominio occidentale a guida americana. È opinione diffusa che Washington sfrutti il dollaro come arma politica ed economica per tenere soggiogati altri Paesi. Ma proprio durante nell’ultimo vertice di Kazan si è discusso del progetto di “de-dollarizzare” gli scambi commerciali o addirittura di creare a questo scopo una valuta comune. Il presidente brasiliano Lula da Silva ha infatti dichiarato che uno degli obiettivi del 2025 sarà di sviluppare nuovi mezzi di pagamento per facilitare il commercio fra i Paesi membri. Il giornale cinese Global Times sottolinea però che i BRICS non intendono arrivare allo scontro con l’Occidente né desiderano la sostituzione dell’ordine internazionale esistente. Vogliono invece un suo miglioramento o una sua trasformazione che permetta una maggiore solidarietà ed equità verso il Sud Globale.

Rischio di tensioni con gli USA

E sono proprio alcune iniziative finanziarie e commerciali del blocco che potrebbero mettere in difficoltà l’Indonesia quando si tratta di mantenere l’equilibrio nei rapporti con l’Occidente. Il ministro degli Esteri Sugiono asserisce che l’essere membro dei BRICS mostra l’impegno politico indonesiano nei vari forum regionali o mondiali ai quali partecipa. Aggiunge che ciò non implica per Jakarta l’allinearsi necessariamente alla retorica o alle posizioni degli Stati fondatori, coi quali l’Occidente ha dei contenziosi o delle “incomprensioni”. Basti pensare alla minaccia fatta da Trump di fissare tariffe del 100% ai prodotti dei Paesi BRICS, qualora il gruppo decida veramente di sostituire il dollaro negli scambi reciproci. Per l’Indonesia gli eventuali rischi diplomatici e commerciali riguardano anche altre questioni, come il conflitto in Medio Oriente e cioè i rapporti con Israele e i suoi alleati (pure qui si torna comunque ad avere a che fare con gli USA).

Rapporti con la Cina

La prudenza di Widodo derivava anche dal non voler sembrare troppo vicino alle posizioni cinesi. Prabowo, invece, non teme di essere di essere accostato a Pechino, pur avendo sempre mantenuto degli stretti contatti di cooperazione militare coi Paesi occidentali quando era ministro della Difesa. Lo sviluppo economico dell’Indonesia rimane comunque legato alla Cina: Pechino è infatti il principale partner commerciale di Jakarta, che è fra i Paesi che ricevono maggiormente i finanziamenti cinesi nel quadro della Nuova Via della Seta. Con l’inizio del nuovo anno i BRICS hanno accolto non soltanto dei nuovi Stati-partner, ma anche un membro a tutti gli effetti, il decimo: l’Indonesia. Si tratta del primo passo di espansione compiuto sotto la presidenza brasiliana, che durerà per tutto il 2025. E infatti potrebbe non finire qui, dato il crescente interesse dei Paesi del sud-est asiatico alla cooperazione con il gruppo.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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