L’Honduras ospita il CELAC e cerca il ripristino dei commerci con Taiwan

L’Honduras ospita il CELAC e cerca il ripristino dei commerci con Taiwan

11 Aprile 2025 0

L’Honduras ha ospitato il nono summit del CELAC, la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños).

Le dichiarazioni della presidente

Per l’occasione Xiomara Castro, moglie dell’ex presidente Zelaya e dal 2022 prima presidente donna del Paese centroamericano, ha dichiarato che tale organizzazione deve diventare qualcosa di più che un semplice forum, cioè un vero e proprio “strumento di emancipazione”. Questo summit segna il passaggio di consegna del turno di presidenza dall’Honduras alla Colombia: la Castro dice che non si tratta di un atto formale, bensì di contenuto politico. Il CELAC è un’istituzione per l’integrazione regionale, non un’organizzazione perfetta, ma è la nostra, spiega, aggiungendo che è nata da un sogno, un ideale e un’utopia dei nostri liberatori e dei nostri padri fondatori: l’integrazione latinoamericana a dispetto delle grandi potenze. Facendo riferimento ai leader storici come Bolivar, Chavez e Fidel Castro, ha invitato i membri del CELAC a tenere viva l’organizzazione nel mezzo delle tensioni globali provocate dalla guerra dei dazi scatenata dagli USA.

Le relazioni con Pechino

Tenendo gli ideali socialisti sempre al centro della narrativa, la presidenza honduregna ha cercato negli ultimi anni una transizione democratica verso un governo di stampo moderato. Ha rassicurato il mondo del business sulle sue intenzioni e forse anche in quest’ottica si possono leggere le scelte fatte su Cina e Taiwan. Per il recente anniversario dell’avvio delle relazioni con Pechino dopo la rottura con Taipei, l’ambasciatore Salvador Moncada ha dichiarato: due anni fa il nostro governo prendeva la storica decisione di unirsi alla stragrande maggioranza degli Stati che riconoscono la Repubblica Popolare Cinese come legittima rappresentante del popolo cinese nel mondo. Alla cerimonia svoltasi all’ambasciata honduregna, l’assistente cinese agli Esteri Miao Deyu ha esortato i rispettivi Paesi ad aumentare la cooperazione bilaterale. Gli scambi commerciali si sono triplicati: secondo Moncada ne hanno beneficiato soprattutto le piccole e medie imprese e oggi il prodotto honduregno più esportato in Cina è il caffè.

Da Taipei avevano avvertito

Ne ha sofferto moltissimo, invece, l’industria del gambero bianco, di importanza centrale per Tegucigalpa. Dal momento della rottura con Taiwan, le esportazioni sono crollate del 67%. Nel 2024 Pechino ha importato solamente due container di gamberi e quest’anno ne ha presi appena due. Sono risultati ben al di sotto di quelle aspettative che in Honduras nutrivano verso i rapporti commerciali dettati dal principio “dell’unica Cina”. L’allora ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu aveva ammonito la presidente Castro e il suo governo dal nutrire eccessive illusioni su Pechino. Al tempo stesso aveva rivelato l’atteggiamento honduregno di spudorato pragmatismo, quando Tegucigalpa aveva chiesto a Taipei assistenza economica per miliardi di dollari, avvertendola del fatto che la Repubblica Popolare Cinese gliene avrebbe dati di più. Taiwan accusa inoltre Pechino di aver utilizzato metodi di “coercizione e intimidazione” per attirare nella sua orbita il Paese centroamericano.

Il lavoro dell’amministrazione Trump

In un’intervista di qualche giorno fa a Radio América, il ministro degli Esteri honduregno Enrique Reina ha dichiarato che, soprattutto con riferimento al gambero bianco, il suo governo ha contattato quello della Corea del Sud e anche quello di Taiwan per lavorare sul ripristino dei rapporti commerciali. Secondo l’ex ambasciatore nicaraguense Arturo McFields, è ben visibile la mano dell’amministrazione Trump, che sta effettuando grandi sforzi per disarticolare ed espellere l’influenza cinese in America Latina. Il Messico e Panama hanno già preso le distanze da Pechino a livello economico. La Colombia sta riconsiderando l’opportunità di associarsi alle iniziative commerciali cinesi, mentre il Guatemala resta fermamente dalla parte di Taiwan. Ed oggi, fa notare McFields, ecco la “grande sorpresa” fatta dall’Honduras, che dopo appena due anni sembra già pentirsi della scelta di rompere con Taipei per fare affari con Pechino.

Redazione Strumenti Politici
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