Le sanzioni anti-russe della UE: aggirate, perforate, inapplicate
Il giornale americano “Politico” svela qualche retroscena delle trattative di vertice sulla redazione dell’undicesimo pacchetto di sanzioni. Il muro che doveva impedire al petrolio russo di affluire sui mercati europei si è rivelato pieno di buchi e di fenditure da cui passare. E lo stesso discorso si può estendere anche ad altre categorie di merci e di servizi sanzionati, con l’effetto finale di un boomerang che ha danneggiato i consumatori europei invece dell’economia russa. Ma a questo giro gli sforzi di Bruxelles si sono concentrati su come tappare le falle ed evitare che le sanzioni petrolifere continuino ad essere aggirate.
Secondo quanto riferiscono diplomatici e funzionari europei, i tentativi della UE di chiudere le falle che permettono al petrolio russo di continuare ad affluire sul mercato europeo stanno riscontrando largo supporto da parte degli Stati membri. I rappresentanti dei 27 Paesi membri si sono incontrati l’11 maggio per discutere gli aspetti tecnici dell’undicesimo pacchetto di sanzioni anti-russe. Tre fonti informate sui negoziati asseriscono non esservi grossa opposizione contro l’inasprimento delle attuali sanzioni energetiche, nemmeno da parte di quegli Stati che beneficiano dalle importazioni non dichiarate di greggio russo. Certamente questo pacchetto si distingue dagli altri perché si focalizza sull’aggiramento delle sanzioni e avrà un impatto diverso, perciò stiamo impiegando del tempo per valutare tutte le proposte, ha detto un diplomatico europeo appartenente a un Paese che ha subito pressioni per tagliare i suoi legami energetici con la Russia. Tuttavia per noi l’applicazione delle sanzioni non si sta rivelando un problema serio, perché sulla questione non abbiamo delle linee rosse.
Una bozza delle proposte della Commissione Europea per il nuovo pacchetto, visionata da Politico, impedisce alle navi che portano di nascosto il petrolio russo nei porti continentali. Sono quindi misure destinate alla cosiddetta “flotta ombra” di vecchi tanker, che caricano greggio russo da quando la UE ha messo al bando le importazioni di prodotti petroliferi russi in congiunzione al tetto sui prezzi imposto dal G7 a marzo. La Russia non ha navi a sufficienza per trasportatore il proprio petrolio, quindi è costretta a utilizzare i tanker di Paesi terzi. Si pensa che gran parte di questa flotta sia composta da petroliere di proprietà greca, come riportato da un’analisi di S&P Global. Alcuni bastimenti spengono il transponder e il GPS per evitare di essere individuati, si afferma nella bozza.
Considerato il brusco aumento delle pratiche ingannevoli e dei relativi rischi ambientali da parte delle navi che trasportano il petrolio russo, nello sforzo di aggirare le misure restrittive dell’Unione, le nuove misure daranno la possibilità di creare autorità per impedire l’accesso ai porti e alle chiuse dell’Unione alle navi che sono sospettate o scoperte nella violazione dell’embargo sull’importazione marittima di greggio e di prodotti petroliferi russi nei Paesi UE o del tetto ai prezzi stabilito dal G7 mediante trasferimento del carico da nave a nave, si afferma nella bozza, in cui si scrive anche che le medesime penalità saranno applicate alle navi che spengono i transponder e i GPS. Queste nuove misure difficilmente provocheranno grosse dispute, dice un membro di alto livello della Commissione che ha chiesto l’anonimato nel riferire le delicate trattative politiche. Dal mio punto di vista, per quanto riguarda il pacchetto sanzionatorio, i media amano riportare le discussioni e i tentennamenti, però il successo si è trovato nell’unità, e preservare tale compattezza verso il mondo esterno è molto importante, aggiunge.
Le limitazioni sul petrolio costituiscono parte di un pacchetto più ampio di sanzioni, che si indirizza ai Paesi terzi, i quali stanno aumentando gli scambi commerciali con la Russia, tra cui Cina e Iran. Inoltre rappresenta una sorta di allegato che colpisce Paesi e prodotti specifici. È uno sforzo per assicurare che i precedenti pacchetti abbiano un impatto più significativo sull’economia russa e ostacolino le possibilità del Cremlino di condurre le operazioni belliche in Ucraina. Anche se non c’è forte opposizione all’inasprimento delle sanzioni petrolifere, il vero test di prova si avrà nel momento in cui tali misure saranno implementate dai singoli Paesi, afferma George Voloshin, esperto globale della Association of Certified Anti-Money Laundering Specialists. Al momento attuale il controllo sull’applicazione delle sanzioni sul territorio UE è molto ridotto, dichiara, aggiungendo che i soliti sospetti (cioè le nazioni mediterranee) dovrebbero fare di più che solamente firmare le regole stabilite a Bruxelles, cioé tornare a casa e occuparsi di contrastare l’entrata di petrolio e l’uscita di denaro.
Raccogliere le voci dei protagonisti dalle varie parti del mondo e documentare i numeri reali inerenti ai grandi dossier e questioni d’attualità è il modo migliore e più serio per fare informazione. L’obiettivo finale è fornire gli strumenti ad ogni lettore e lettrice per farsi una propria opinione sui fatti che accadono a livello mondiale.