La Georgia si riavvicina alla Russia: protestano i filo-ucraini, gli americani e gli europeisti a oltranza

La Georgia si riavvicina alla Russia: protestano i filo-ucraini, gli americani e gli europeisti a oltranza

15 Maggio 2023 0

Dopo la guerra con la Russia nel 2008 e lunghi anni di corteggiamento verso l’Unione Europea, la Georgia era in prima fila tra i Paesi pronti a offrire il suo sostegno a Kiev nel febbraio 2022. I volontari georgiani sono subito partiti per il fronte, costituendo il gruppo più numeroso di stranieri al servizio di Kiev, mentre Tbilisi presentava domanda ufficiale di adesione alla UE.

Col passare dei mesi, però, in Occidente si sono resi conto che il governo georgiano voleva mantenere un atteggiamento equilibrato verso Mosca: ha infatti impedito ad altri cittadini di andare a combattere in Ucraina e non si è unita al fronte sanzionatorio anti-russo. Oggi è persino in atto una sorta di riavvicinamento con la Russia, che indigna gli europeisti e preoccupa Washington.

La mossa di Putin

Il breve conflitto dell’agosto 2008 aveva portato alla rottura delle relazioni diplomatiche fra Russia e Georgia. Al riconoscimento russo dell’indipendenza dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud è poi seguito l’embargo commerciale, la sospensione dei collegamenti aerei e altri ostacoli nei rapporti fra Mosca e Tbilisi. Nel 2012 la Georgia aveva tolto ai russi l’obbligo di visto per entrare nel Paese, mentre la Russia lo aveva mantenuto per i georgiani.

Qualche giorno fa, però, è arrivata una mossa inaspettata, cioè la firma del presidente russo Vladimir Putin al decreto che fa cadere il regime dei visti per i georgiani. Con un altro decreto, poi, ha eliminato anche il divieto per le agenzia di viaggio della vendita di giri turistici in Georgia e quello di volo per le compagnie commerciali verso Tbilisi.

Le ragioni del partito di maggioranza

Irakli Kobakhidze, leader del partito di maggioranza Sogno Georgiano, vede i benefici della decisione russa e definisce come “assurdo” quanto sostenuto dall’opposizione, secondo cui si tratterebbe soltanto di un “regalo” fatto da Mosca al governo di Tbilisi in quanto “filo-russo”. Spiega Kobakhidze: La realtà è che grazie alle politiche pragmatiche del governo, questa risoluzione è stata presa a vantaggio dei nostri cittadini. Vi è circa un milione di georgiani che vivono oggi in Russia e sono loro a beneficiare più di tutti da tale decisione perché devono viaggiare in Georgia facendo il giro e ciò viene a costare tre volte tanto.

Invece le opposizioni sarebbero disposte a negare il trattamento di favore ai loro stessi cittadini, pur di rifiutare un gesto amichevole fatto dal Cremlino. Kobakhidze ribadisce l’intenzione di non imporre sanzioni alla Russia, perché ciò si risolverebbe di fatto in una condizione punitiva per la Georgia e per i georgiani stessi. Nel partito di maggioranza vi è poi chi crede che la Russia vincerà questa guerra e che dell’Ucraina rimarrà solamente un residuo territoriale, destinato a trasformarsi in uno Stato totalitario.

A Tbilisi dunque non conviene inimicarsi Mosca, perché dalla vicinanza geografica e diplomatica potrebbe trarre vantaggio persino in caso di sconfitta russa.

Il governo promuove tolleranza e ospitalità verso i russi

Il governo di Tbilisi sta tenendo verso Mosca un atteggiamento flessibile, non irrigidito su posizioni ostili per principio. L’obiettivo è di ottenere quanti più benefici possibili, anzitutto sul piano economico. Il rifiuto di unirsi alle sanzioni occidentali, ad esempio, ha reso la Georgia una sorta di centro di smistamento dei beni “proibiti” che si riesce comunque a far passare in Russia.

Qualche giorno fa, Kobakhidze si è espresso con forza contro qualunque forma di russofobia, che viene purtroppo incoraggiata dalle opposizioni. Il governo dunque non permetterà il diffondersi di sentimenti di ostilità razziale verso i russi. Al canale televisivo IMEDI il leader di Sogno Georgiano ha dichiarato: La Georgia può vantarsi di molte cose, fra cui la tolleranza e l’apertura mentale, mentre non vi è posto per l’intolleranza etnica e la negazione dell’inclusività, per quanto invece si sforzino di ottenerle i seguaci del fascismo liberale.

Secondo Kobakhidze, le opposizioni hanno provato diverse volte a seminare il panico a seguito dell’arrivo in gran numero di cittadini russi, sia di chi veniva in vacanza (la Georgia è da sempre una meta turistica molto popolare fra i russi) sia di chi cercava di stare lontano da un’eventuale chiamata di mobilitazione. Ma anche quest’anno, dice, le autorità georgiane garantiranno la piena sicurezza degli ospiti.

Gli anti-russi a oltranza protestano (e ci si mette pure Washington)

Dalle opposizioni si sono levate le voci furiose e scandalizzate di chi non vuole che la Georgia abbia alcun contatto con Mosca, indipendentemente dal masochismo insito nella scelta di tagliare ogni collaborazione. Il governo sta correndo verso la nave russa che affonda, afferma il Movimento Nazionale Unito (MNU), il principale partito di opposizione fondato dall’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili.

La deputata Khatia Dekanoidze, recentemente uscita dall’MNU, sostiene che con la sua mossa Putin ha mostrato all’Occidente che considera quello georgiano come un governo fantoccio. Anche per la presidente della Georgia Salome Zurabishvili si tratta di una “provocazione” da parte dei russi, che considera tuttora come degli occupanti a seguito dei fatti del 2008. La ex ombudsman Nino Lomjaria invita a non andare troppo lontano con questa storia dei collegamenti aerei con la Russia, perché la Georgia entrerà nella UE in ogni caso.

Per il suo lavoro come difensore civico, quest’anno la Lomjaria è stata insignita del premio “Global Human Rights Defender Award”, istituito e sponsorizzato niente meno che dal Dipartimento di Stato americano. E proprio quest’ultimo ha affermato che all’abolizione del regime dei visti e al ripristino dei collegamenti aerei, i georgiani preferirebbero il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina. Così, Washington non soltanto crede di poter stabilire che cosa è meglio per i cittadini georgiani, ma lancia pure una velata minaccia a Tbilisi quando afferma che gli aeroporti georgiani potrebbero essere sottoposti a sanzioni.

La Georgia arrabbiata con la UE

Sotto alcuni punti di vista, è la stessa Unione Europea a spingere via Tbilisi, facendola avvicinare a Mosca. Come illustrato da Archil Talakvadze, uno dei leader di Sogno Georgiano, il Paese meritava lo status di candidato per l’ingresso nella UE già un anno fa, ma Bruxelles non ha dato seguito ai buoni propositi, mentre la Russia si è mossa bene e ha ottenuto l’effetto che si vede oggi. Eppure Tbilisi aveva firmato un accordo di associazione con la UE già nel 2014, ottenuto l’ingresso senza visti nel 2017 e inserito in costituzione il richiamo all’integrazione euroatlantica nel 2018. Nel marzo 2022 aveva avanzato richiesta formale di adesione all’Unione, nello stesso periodo in cui è stato fatto anche da Ucraina e Moldavia.

Ma oggi, quasi a voler fare uno sgarbo a Tbilisi, Bruxelles ha concesso lo status di Paese candidato a questi due Paesi, messi molto male fra guerra, corruzione e PIL disastroso. Alla Georgia invece, certamente più prospera e stabile, ha persino assegnato un ulteriore elenco di raccomandazioni, una sorta di “compiti per casa” con i quali ripresentarsi all’esame dopo qualche tempo. Qualche giorno fa, il sindaco di Tbilisi Kakha Kaladze ha dichiarato che il governo sta lavorando all’attuazione di queste dodici raccomandazioni, ma che nonostante tutto la mancata attribuzione dello status deriva solamente da ragioni politiche.

Il no alle sanzioni alla Russia

L’Unione Europea, infatti, non perdona alla Georgia di non essersi allineata al fronte della sanzioni occidentali. Secondo Kaladze, che è anche segretario generale di Sogno Georgiano (nonché ex calciatore del Milan dell’era Berlusconi), il popolo georgiano comprende benissimo come stanno le cose. Dice a proposito degli eurotecnocrati: le autorità della Georgia pongono un problema per loro, perché non appoggiano le sanzioni, non iniziano una guerra, non aprono un “secondo fronte” nel Paese. Nel 2022 la Georgia era in prima fila tra i Paesi pronti a offrire sostegno a Kiev, col passare dei mesi, però, in Occidente si sono resi conto che il governo georgiano voleva mantenere un atteggiamento equilibrato verso Mosca. Oggi è persino in atto una sorta di riavvicinamento con la Russia, che indigna gli europeisti e preoccupa Washington.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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