Le opzioni della Cina per aiutare la Russia senza superare le linee rosse poste dagli USA

Le opzioni della Cina per aiutare la Russia senza superare le linee rosse poste dagli USA

2 Marzo 2023 0

La rivista Military Watch Magazine esplora le possibilità cinesi di fornire sostegno alla Russia in maniera indiretta. Gli Stati Uniti e la NATO hanno infatti posto dei limiti a quanto Pechino possa effettivamente fare per Mosca senza compromettere le relazioni con l’Occidente. Vi sono comunque diverse opzioni in mano alla Cina per aiutare la Russia restando entro l’ambito delimitato da queste “linee rosse”.

Il 19 febbraio il Segretario di Stato americano Antony Blinken e l’ambasciatore presso l’ONU Linda Thomas-Greenfield hanno avvertito ciascuno la Cina che qualunque tentativo di fornire armi alla vicina Russia rappresenta per Washington una “linea rossa”.

Dobbiamo dire chiaramente che qualora vi fosse l’idea o lo sforzo da parte cinese o altrui di fornire sostegno offensivo ai russi nella loro brutale aggressione contro l’Ucraina, ciò sarebbe inaccetabile, ha dichiarato la Thomas-Greenfield in un’intervista alla CNN. Blinken, invece, ha sottolineato che Washington resta molto preoccupata che la Cina possa considerare l’invio di armi letali alla Russia. Ha poi aggiunto che in un colloquio col ministro degli Esteri e Consigliere di Stato cinese Wang Yi a margine della conferenza di Monaco sulla sicurezza ha espresso con chiarezza che una cosa del genere avrebbe serie conseguenze nelle nostre relazioni, affermando pure che la Cina non ha ancora superato quella linea.

Gli aiuti occidentali a Kiev

Nel primo anno del conflitto russo-ucraino, Kiev ha ottenuto mezzi militari per decine di miliardi di dollari da tutto il versante occidentale, e anche un enorme sostegno di personale, di intelligence e di altre risorse. Gli aiuti dell’Occidente variano dalle centinaia di Royal Marines britannici dislocati a partire da aprile per le operazioni ad alto livello di rischio fianco a fianco con le forze regolari ucraine, fino all’impiego di quasi tutta la rete satellitare NATO per passare informazioni chiave, per il supporto alle comunicazioni e i dati di puntamento.

Il New York Times ha scritto che nell’epicentro del conflitto opera una “rete stealth” della CIA: secondo il giornale, gli USA avrebbero dispiegato in Ucraina una rete invisibile di commando e di spie per diffondere la parte principale di informazioni di intelligence che gli Stati Uniti hanno condiviso con gli ucraini. Segni della loro logistica “stealth”, dell’addestramento e del supporto di intelligence sono tangibili sul campo di battaglia, annota il Times, sottolineando la mole di aiuti a Kiev tenuti segreti.

Anche commando di altri Paesi NATO, comprese Gran Bretagna, Francia, Canada e Lituania, stanno operando all’interno dell’Ucraina… addestrando e consultando le truppe ucraine e fornendo contatti di sostegno sul campo per le armi e altri aiuti. Poiché l’Occidente si è impegnato moltissimo nel cercare la sconfitta della Russia, Washington e altri membri della NATO hanno intrapreso azioni mirate per impedire che Mosca riceva aiuti da parte di Paesi terzi, in particolare dalla Cina.

Gli aiuti stranieri alla Russia e la produzione locale

A differenza degli aiuti giganteschi a Kiev da parte dell’Occidente, la Russia ha ricevuto dall’estero un sostegno misero: si sa che soltanto la Corea del Nord ha mandato munizioni di artiglieria e l’Iran droni d’attacco, esitando invece sui missili balistici. Anche se il settore difensivo cinese è il più grande del mondo dopo quello americano ed è più avanzato nella maggioranza degli ambiti rispetto a quello russo, per motivi politici le forniture dirette di armamenti cinesi sono improbabili.

Tuttavia, oltre all’appoggio economico e alla trasmissione all’economia civile russa di tecnologie chiave per il contrasto alle sanzioni occidentali, la Cina ha in mano una serie di opzioni per equipaggiare le Forze armate russe persino senza bisogno di effetture forniture dirette. Nel corso degli ultimi 30 anni, la produzione delle fabbriche russe di armi in quasi tutti gli ambiti della difesa rimane comunque piccola a confronto di quella di epoca sovietica. Aiutare la Russia a rinforzare gli impianti e la loro potenziale modernizzazione grazie alle nuove attrezzature cinesi permetterebbe di raggiungere l’indipendenza produttiva e soddisfare il suo fabbisogno. P

rendiamo ad esempio i mezzi corazzati: negli anni 2010 l’esercito russo ha ricevuto dalle sue linee produttive soltanto dieci nuovi carri armati. Persino se fabbricasse più di 100 tank all’anno destinati all’esportazione, la Russia rimarrebbe comunque indietro rispetto ai volumi sovietici dei tempi della Guerra Fredda con 3mila tank in produzione. Aiutare a rinforzare la produzione e la fornitura costante di semiconduttori e di altri componenti fondamentali di importazione permetterebbe alla Russia di costruire in fretta alcune centinaia di carri armati per rimpiazzare quelli andati distrutti in Ucraina. Lo stesso si può dire per altri ambiti della difesa, in cui ripristinare le linee di produzione a livello dei tempi sovietici significherebbe riarmare la Russia facilmente e velocemente.

Passare da Paesi terzi

Un’altra opzione indiretta per l’aiuto cinese sarebbe quella di operare mediante terzi. Ad esempio l’Iran potrebbe ottenere garanzie contro le sanzioni occidentali dando alla Russia missili balistici. Teheran inoltre possiede in arsenale una gran quantità di armamenti di produzione russa, come i carri armati Т-72B e i sistemi antiaerei S-300. Rivenderli alla Russia sarebbe enormemente più semplice, se la Cina proponesse in cambio i più moderni tank VТ-4 e i sistemi antiaerei HQ-9.

L’embargo dell’ONU sulle forniture di armi alla Corea del Nord complica la fornitura di un analogo sostegno, ma non lo rende per nulla impossibile. Infine, anche altri Paesi potrebbero mostrare l’intenzione di dare armi alla Russia, in particolare il Myanmar, se la Cina può riempire i suoi magazzini. Lo scorso aprile la Cina ha dato alla Serbia i nuovi sistemi antiaerei HQ-22, dimostrando al tempo stesso le ottime capacità transcontinentali dei suoi nuovi aerei da trasporto Y-20. Pechino potrebbe continuare a sostenere la Serbia, ma forse pure la Bielorussia, cioè gli unici Paesi europei al di fuori della NATO.

A ben guardare, armare Minsk significherebbe per la Cina finire a ridosso della linea rossa della NATO, perché Russia e Bielorussia sono alleate e quest’ultima ospita reparti militari russi coinvolti in Ucraina. Inoltre sono possibili forniture di pezzi di ricambio per i mezzi russi, soprattutto per i caccia Su-27 operativi in entrambi in Paesi, anche se la Cina li ha in gran parte ritirati dal servizio.

Le compagnie russe, poi, potrebbero prendere in prestito gli aerei da trasporto come gli Y-20 per alleggerire il carico degli Il-76 e degli An-124. Infine gli specialisti cinesi potrebbero aiutare a modernizzare e a ripristinare gli armamenti russi oppure mettere a disposizione degli ingegneri russi le attrezzature e l’istruzione per fare da soli. Come si è visto, Pechino detiene un largo spettro di opzioni con cui sostenere lo sforzo bellico russo, con livelli diversi di rischio per le sue future relazioni con l’Occidente, evitando al tempo stesso di fornire armi in maniera diretta.

Redazione Strumenti Politici
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