L’Argentina si schiera con Israele e accusa Cile e Bolivia di collusione con l’Iran
Il governo argentino esprime totale adesione alla causa israeliana e lancia accuse pesantissime ai suoi vicini. Il Ministro della Sicurezza di Buenos Aires sostiene infatti che cellule terroristiche e unità speciali iraniane sono presenti in Sudamerica e ricevono assistenza e protezione da Bolivia e in Cile. Ma questi ultimi rigettano tale narrativa e accusano a loro volta l’Argentina di generare un clima di ostilità e diffidenza.
Milei amico di Israele e avversario dell’Iran
A seguito dell’inasprirsi della situazione mediorientale, il presidente argentino Javier Milei ha espresso “solidarietà ed impegno incrollabile” nei confronti di Israele. La settimana scorsa l’Iran ha lanciato decine di droni e di razzi contro Israele in risposta all’attacco israeliano all’ambasciata a Damasco. Il Ministero degli Esteri argentino ha definito l’azione iraniana come un attacco ingiustificato e ha esortato Teheran ha evitare una crisi globale. Ha poi evidenziato il diritto israeliano a difendersi da “regimi che promuovono il terrore e si sforzano di distruggere la civiltà occidentale”.
Nel Paese sudamericano il sentimento anti-iraniano è radicato anche a livello giudiziario. Per gli attacchi del 1992 e del 1994 all’ambasciata israeliana e a un centro ebraico a Buenos Aires la Corte penale di Cassazione ha infatti ritenuto responsabile proprio l’Iran, descritto come “Stato sponsor del terrorismo”. Oggi il governo argentino afferma che cellule di Hezbollah si trovano nei Paesi confinanti, cioè Bolivia e Cile.
Allerta alle frontiere
Il 15 aprile Milei ha così ordinato di alzare il livello di sicurezza presso il confine settentrionale con la Bolivia, pur abbassando l’allerta in altre zone. Le guardie di confine devono essere particolarmente attente nei confronti di coloro che vogliono entrare in Argentina mostrando un passaporto boliviano senza parlare spagnolo. In questo caso infatti potrebbe trattarsi di militari iraniani o comunque ingaggiati da Teheran. Costoro sarebbero ospitati da La Paz grazie al memorandum siglato nel 2023. Il ministro della Difesa boliviano Edmundo Novillo Aguilar aveva infatti firmato un’intesa per ottenere dall’Iran tecnologie e attrezzature difensive e l’aiuto nella lotta al traffico di droga. L’accordo serve a rafforzare delle relazioni bilaterali fra i due Paesi nel quadro di un nuovo assetto mondiale diverso da quello attuale, guidato dagli USA.
Il ministro argentino della Sicurezza Patricia Bullrich accusa quindi La Paz e Santiago del Cile di nascondere forze islamiste nelle aree di confine. Inoltre ipotizza che stiano cercando di inviare in Argentina agenti sovversivi legati all’Iran. In particolare afferma che la Bolivia sta ospitando centinaia di membri di Forza Quds. Si tratta di un’unità speciale delle Forze armate iraniane e una componente del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica.
La reazione di Bolivia e Cile
Il governo boliviano chiede a Buenos Aires di mettere fine alle provocazioni verbali. Ha convocato per chiarimenti l’ambasciatore argentino e fa notare come certe affermazioni rischiano solo di provocare dissidi fra i due Paesi, contrariamente allo spirito del CELAC, la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi.
Anche il Cile ha presentato una nota di protesta verso Milei, pretendendo rispetto verso il Paese e rigettando qualsiasi accusa argentina di dare asilo a organizzazioni terroristiche. Santiago ha risposto anche alle insinuazioni del senatore americano Marco Rubio sul fatto che Hezbollah controlli o gestisca attività direttamente sul territorio cileno. L’ambasciatore del Cile negli USA ha definito queste parole come “un insulto ai cileni” e “una mancanza di rispetto verso la democrazia”.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.