Lagarde ora abbassiamo i tassi! Basta farsi trainare al guinzaglio da una guida pericolosa

Lagarde ora abbassiamo i tassi! Basta farsi trainare al guinzaglio da una guida pericolosa

14 Novembre 2023 0

La politica finanziaria e monetaria della BCE, imposta dalla Christine Lagarde, ha seguito quasi acriticamente quella della Fed anche se la posizione degli Usa e quella dell’Europa sono profondamente diverse in merito alle cause che hanno dato vita ai fenomeni inflattivi. L’inflazione si manifesta con un aumento non controllato dei prezzi e generalmente viene affrontata con un aumento dei tassi di interesse ma le cause possono essere diverse.

Un po’ di storia dell’inflazione

Il nostro paese ha già affrontato un’inflazione negli anni Ottanta da Paese sudamericano raggiungendo il 24% di incremento dovuto all’inflazione scaricata dalla politica monetaria degli Usa a seguito della cancellazione del “gold exchange standard“. Nel 1971 infatti Richard Nixon abolì proprio il sistema aureo del “gold exchange standard” che legava la stampa di carta moneta ad una quantità definita di oro e gli accordi stabiliti nel 1944 a Bretton Wood. Fino al al 1971 i rapporti di cambio delle monete erano stabili ed un dollaro veniva scambiato per 645-650 lire, l’inflazione era sotto il 4% ed il debito pubblico era di 41.000 mld/lire rappresentando il 36% del Pil .

La crescita economica del paese era sorprendente con un pil che superava il 10%  e dopo la guerra si rinsaldava dando vita al periodo più creativo della nostra storia. Ma gli Usa sotto la crescita del debito, dovuta alla guerra del Vietnam ed alle proteste studentesche, chiusero gli accordi di Bretton Wood creando un’onda inflazionistica devastante creando fittiziamente con il petrodollaro ed il sistema Swift la domanda di dollari che svalutò la lira passata ad essere scambiata a 2500 lire per dollaro.

La crescita esponenziale del debito pubblico

Il debito si impennò passando in dieci anni da 41.000 mld a 234.000 miliardi creando la base per la sua costante crescita. Per fare fronte all’incremento del debito il Tesoro emise BOT trimestrali al tasso del 20%. Si era abbattuta su di noi la tempesta perfetta ma riuscimmo a venirne fuori grazie allo sviluppo dell’attività manifatturiera ed all’economia reale. La finanza aveva da poco avviato la stampa della moneta fiat cioè senza controvalore reale.

Il ritorno all’inflazione

Oggi l’inflazione ha rialzato la testa ma con cause diverse tra Euro ed Usa. Negli Usa una politica di espansione illimitata della carta stampata unita allo sviluppo di tassi negativi sul debito ha creato una bolla della domanda che a sua volta ha generato inflazione producendo la risposta della Fed di alzare i tassi. Ma le condizioni di liquidità diffusa hanno dato una spinta all’azzardo morale con investimanti e depositi sviluppatisi in un contesto irreale ed ai primi rialzi dei tassi le aziende più indebitate sono diventate aziende zombie.

La difficoltà di sviluppo degli Usa dipende dalla scarsa presenza di attività manifatturiera e di economia reale a favore di una finanza fittizia che li sta conducendo alla depressione. Non è casuale che sia Ficht che Moody’s stanno svalutando il rating Usa.

In Europa  la crescita dei prezzi è dovuta sia alla politica espansionistica della BCE che a sua volta ha portato i tassi di interesse in negativo offrendo credito fiat ma non denaro reale che è una diffusione di futura ricchezza non ancora creata a cui si attinge nel presente ed alle sanzioni sulle materie prime energetiche per contrastare la Russia nella guerra in Ucraina.

Le vittime dell’aumento dei tassi

Questo aumento non ha toccato gli Usa che sono indipendenti da questo punto di vista ma ha danneggiato i paesi europei maggiormente dipendenti dalle forniture russe. Di fronte all’aumento dei prezzi reali la BCE ha cominciato nella politica di aumento dei tassi di interesse con una velocità inusuale. I maggiori interessi hanno generato maggiori costi che si sono tradotti in maggiori prezzi e quindi in maggiore inflazione ; la moneta si è svalutata e si è ridotto il potere di acquisto delle remunerazioni reali.

Ma a differenza degli Usa sono state penalizzate le aziende e la loro domanda di credito mettendo in difficoltà le stesse e creando una situazione paradossale di un sistema del credito che ha realizzato utili da innalzamento dei tassi come mai in precedenza ed un sistema produttivo che, data la scarsità di credito concesso, si trova alla sbarra. Insomma è saltata la cinghia di trasmissione del credito alle imprese con riflessi negativi sulla crescita del Pil vicino all’1%, sull’occupazione e sul mercato immobiliare per il costo crescente dei mutui .

La morte dell’economia reale

Questa manovra della BCE sta strangolando l’economia reale e preparando un possibile sbocco in una fase depressiva. Mai come in questo momento è ora di ripensare alle politiche sbagliate della BCE e cominciare a ridurre i tassi prima possibile. Ed anzichè pensare a tasse sugli extraprofitti è giunto il tempo di incentivare le aziende di credito a rilasciare, in una politica di collaborazione condivisa per il rilancio del paese da cui beneficerebbero esse stesse, a concedere credito ai settori maggiormente in difficoltà a condizioni agevolate.

La BCE deve tornare con i piedi per terra e smettere di copiare le politiche della Fed che rispondono ad un contesto economico, finanziario e politico diverso. Il problema investe in pieno la governance dell’Europa che sta mostrando chiaramente i suoi pericolosi limiti nell’incapacità ormai decennale di avere una sua propria autonomia di pensiero e di azione. Bisogna smettere di farsi trainare al guinzaglio da una guida pericolosa ed attenta solo ai propri interessi.

Fabrizio Pezzani
Fabrizio Pezzani

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