La testimonianza di due giovani italiani del Progettomondo presenti durante il sisma a Marrakech

La testimonianza di due giovani italiani del Progettomondo presenti durante il sisma a Marrakech

11 Settembre 2023 0

«Eravamo arrivati da pochissime ore a Marrakech e dopo aver lasciato i nostri bagagli al Riad (costruzione antica tipica della tradizione marocchina, ndr) e consumato un pasto, avevamo deciso di fare una passeggiata lungo l’avenue El- Fnaa, quando ci ha colto il sisma. Paura e senso di impotenza, poi quella grossa nube di polvere che ha avvolto la moschea di Koutoubia, a pochi passi da noi».  Francesco Bellotti, 29 anni, originario di Genova, racconta i momenti terribili vissuti nella città del centro-sud del Marocco, fra le più trafficate dell’Africa e importante centro economico e turistico del paese.

La testimonianza

Foto - Francesco Bellotti, ong Progettomondo
FotoFrancesco Bellotti, ong Progettomondo

«Per evitare il panico della grande calca della piazza e per rimanere lontani dagli edifici, ci siamo stazionati dietro una barriera antisommossa in cemento all’imbocco di Viale El-Fnaa – prosegue il giovane – aspettando la calma e tenendoci al riparo dalle scosse di assestamento». Francesco, che da un mese si trova in Marocco per svolgere un anno di servizio civile con l’ong veronese Progettomondo, era giunto a Marrakech verso le 21 di venerdì scorso, insieme ad altri tre civilisti con cui sta condividendo l’esperienza all’estero. Soltanto due ore dopo, la catastrofe, che ha causato la morte di 2.122 persone.

«Siamo stati dei privilegiati – riferisce Beatrice Guerra, 26 anni, l’altra giovane italiana componente del gruppo –. Mentre la nostra preoccupazione riguardava il recupero degli zaini e il fatto di riuscire a prendere l’autobus per rientrare a Beni Mellal la mattina dopo, le persone intorno a noi si preoccupavano di recuperare le loro case, i loro affetti, di aiutare gli anziani in famiglia». I giovani, che si trovano in Marocco con Progettomondo mondo per svolgere attività di promozione di una migrazione responsabile, di rafforzamento del ruolo della donna e della parità di genere e legate alla giustizia ripartiva, avevano deciso di trascorrere il fine settimana nell’antica città imperiale.

Nel pomeriggio di venerdì, dopo il lavoro nella sede locale di Progettomondo, a Beni Mellal, che dista 150 chilometri da Marrakech, sono saliti su un bus che li ha portati nel luogo della tragedia. Giusto il tempo di lasciare gli zaini al Riad, e il gruppo si è recato in a Jamaa El Fna, la piazza centrale di Marrakech e sito più importante della Medina che poco dopo li avrebbe accolti per una notte tra le macerie.

«Verso mezzanotte e mezza, ci siamo avviati verso il Riad della medina – spiega ancora Francesco – inoltrandoci nei vicoli abbiamo constatato diversi danni: mucchi di calcinacci, edifici diroccati, muri crollati. Il nostro Riad era ancora in piedi e siamo riusciti a recuperare gli effetti personali, ma per questioni di sicurezza non potevamo rischiare di dormire al coperto. Dotati di coperte ci siamo aggregati alle centinaia di famiglie locali e turisti scesi in piazza per passare la notte. Ore interminabili, in cui siamo rimasti svegli, presi dai nostri pensieri e dalla volontà di tornare a Béni Mellal».

Il terremoto mentre era in corso una grande festa

Il terremoto di magnitudo 6.8 è arrivato nel bel mezzo di una grande festa, con la musica e l’allegria in piazza, portando con sé morte, distruzione e paura, con il popolo marocchino non abituato ad affrontare simili calamità. Sono più di 300.000 le persone a Marrakech e nei dintorni che necessitano di aiuti, secondo le stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha). Che «sta monitorando attentamente la situazione ed è pronto a fornire supporto». Il maggior numero di vittime nel paese è stato segnalato nella provincia di Al-Haouz, area dell’epicentro, dove avrebbero perso la vita 1.300 persone.

La macchina dei soccorsi

La macchina dei soccorsi si è attivata, con i paesi vicini che hanno inviato i primi aiuti. La Tunisia ha mobilitato una squadra di 56 persone della protezione civile e un ospedale da campo attrezzato per dare manforte a Rabat, scrive il quotidiano Morocco Worldnews. E anche dall’Italia il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha inviatoalle autorità del regno offerte di soccorso.

«Potremmo inviare subito, comunque entro quattro-cinque ore, una squadra Search and Rescue (SAR) italiana composta da 48 unità specializzate dei vigili del fuoco – ha dichiarato il ministro –. Inoltre, sono pronte tende ed un posto medico avanzato con o senza personale medico». E gli Emirati arabi invieranno aiuti tramite un ponte aereo. Il sisma ha colpito il paese mentre si preparava a ospitare il Forum sugli investimenti africani del 2023 proprio a Marrakech. L’evento, che secondo i piani si dovrebbe svolgere dall’8 al 9 novembre nell’incantevole città oggi sfregiata dal catastrofico evento naturale, è considerato come la principale piattaforma di investimento del continente.

Marina Pupella
MarinaPupella

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