La rabbia degli ucraini contro il governo di Kiev: centinaia di milioni per musei e serie televisive mentre l’esercito arranca

La rabbia degli ucraini contro il governo di Kiev: centinaia di milioni per musei e serie televisive mentre l’esercito arranca

27 Luglio 2023 0

Il modo in cui vengono spesi i soldi pubblici in Ucraina sta facendo infuriare i cittadini, forse anche più della corruzione statale. Il Ministro della Cultura è finito nel mirino dei social e degli attivisti dopo che il Parlamento ha assegnato quasi 14 milioni di euro per il completamento del Museo dell’Holodomor. I cittadini ucraini preferirebbero che si pensasse a risollevare l’economia disastrata e a curare le vittime di oggi, invece che a onorare le vittime di novant’anni fa.

La sensazione diffusa è che il governo non pensi alle reali urgenze di un Paese da cui la gente scappava anche prima che iniziasse l’operazione speciale russa. Già da molti anni, infatti, gli ucraini emigrano sia in Europa che nella Russia stessa, al punto che persino a livello accademico è stato lanciato l’allarme sullo spopolamento del Paese.

Un memoriale che costa tantissimo

Il 13 luglio la Verchovna Rada, il Parlamento ucraino, ha approvato a larga maggioranza la destinazione di quasi 574 milioni di grivnie per il completamento del Museo nazionale del Genocidio dell’Holodomor. La somma corrisponde a circa 14 milioni di euro ed è stata allocata con un emendamento alla Legge di bilancio per il 2023. Come spiegato da un nota al testo di legge, i soldi saranno usati per ricostruire il primo blocco del memoriale, risalente al 2008, e far partire i lavori per la realizzazione del secondo blocco.

La deputata Yevheniya Kravchuk, capo ufficio stampa del partito di Zelensky Sluha Narodu (Servitore del Popolo), ha commentato sulla sua pagina Facebook l’esito della votazione parlamentare, anticipando le polemiche che di lì a poco sarebbero scoppiate in Rete. Agli “scettici preoccupati per l’erario pubblico” spiega che l’iniziativa non aggraverà le spese dell’anno in corso.

Non sembra un argomento particolarmente convincente, perché questi milioni di euro dovranno essere spesi fra non molto tempo, già il prossimo anno. E venendo utlizzati per il museo, significa che non andranno a beneficio di questioni che al popolo ucraino appiano più attuali, come il rimettere in piedi un’economia al collasso e ricostruire un Paese martoriato.

Per la Kravchuk, invece, è fondamentale terminare i lavori già iniziati sul primo pezzo del museo e inauguarne il secondo, così da poter rendere omaggio alle vittime di una tragedia nazionale. E aggiunge che è altrettanto importante far sì che il museo divenga un “must visit per tutti gli ospiti stranieri”. Ma quanti turisti vorranno venire a Kiev se sarà ancora la capitale di un Paese spaccato e in guerra?

Lo sfogo di Gordon contro le ruberie di Stato

Contro il progetto del museo si è scagliato con parole di fuoco il giornalista e conduttore televisivo Dmitry Gordon, ex consigliere comunale della capitale Kiev. In una diretta in lingua russa sul suo canale YouTube, che conta 3,7 milioni di iscritti, Gordon ha affermato che i problemi principali dell’Ucraina sono la corruzione e il ladrocinio, che vanno avanti da sempre agli alti livelli dello Stato. Secondo lui, chi sale al potere a Kiev lo fa con l’intenzione precisa di rubare quanto più possibile.

Il suo commento adirato alla notizia dei soldi pubblici concessi al museo è il seguente: A che cavolo serve adesso un monumento da 600 milioni? È una questione urgente quella di terminare un memoriale da 600 milioni o forse è più attuale comprare dei droni? Poi accusa i vertici di Kiev, che in un anno e mezzo di conflitto non hanno fatto nulla per migliorare le capacità difensive dell’Ucraina, ma si sono adagiati sugli aiuti occidentali. Prima di concludere con una serie di improperi, Gordon li definisce “mafiosi” e li accusa di aver sottratto miliardi alle casse dello Stato. Infine, chiede che venga incarcerato a vita chiunque prenda illecitamente soldi in tempo di guerra.

Dal suo sito, intanto, conduce una raccolta di denaro sul proprio conto bancario per acquistare droni e attrezzature per l’esercito. Nella campagna elettorale del 2019, Gordon aveva sostenuto Zelensky, ma si era allontanato da lui nel 2021. In una lettera aperta ha rinnegato il suo appoggio all’ex attore, dicendo che per lui era ormai “morto” e accusandolo di non aver realizzato nemmeno una delle riforme preannunciate e tanto sbandierate. Al contrario, dopo un anno e mezzo di presidenza, Gordon notava la corruzione in aumento, gli attacchi alla libertà di espressione e la concentrazione di potere nelle mani dell’ufficio presidenziale.

Attacchi social e pressioni politiche al Ministro della Cultura

Persino Zelensky non ha gradito le proposte del ministro della Cultura Oleksandr Tkachenko. Con la controffensiva che non sfonda e l’esercito che si indebolisce, il presidente ucraino sottolinea come la priorità per l’uso dei fondi pubblici debba essere la difesa e non le attività intellettuali o la riqualificazione del tessuto urbano. Ha quindi chiesto al premier Denys Shmyhal di valutare se sostituire il ministro.

 Alle pressioni da parte del presidente, Tkachenko ha risposto offrendo le sue dimissioni. Non è la prima volta che accade: nel 2021 aveva minacciato di abbandonare il posto, mentre i cittadini avevano lanciato una petizione pubblica contro di lui. Pure recentemente sui social ha ricevuto critiche feroci un po’ da tutti, ritenuto colpevole di aver dato a film e serie televisive centinaia di milioni di grivnie di contributi statali.

Prima di lasciare, comunque, Tkachenko ha argomentato le sue scelte di budget spiegando che finanziare la cultura serve all’aspetto ideologico della guerra, per il rafforzamento dell’identità e dei valori nazionali. Ed è finita nel mirino dello scontento popolare anche la direttrice del Museo dell’Holodomor Lesya Gasidzhak. Sui social fanno notare come sia tristemente ridicolo che a dirigere un museo che ricorda le vittime della fame e della carestia vi sia una persona obesa. Contro gli hater da tastiera, Gasidzhak ha deciso di sporgere denuncia.

Il modo in cui vengono spesi i soldi pubblici in Ucraina sta facendo infuriare i cittadini, forse anche più della corruzione statale. Gli ucraini preferirebbero che si pensasse a risollevare l’economia disastrata e a curare le vittime di oggi, invece che a onorare le vittime di novant’anni fa.

Martin King
Martin King

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici