La propaganda e la falsificazione delle elezioni è uno sport anche dell’Occidente. The Guardian denuncia le interferenze sul voto italiano del 1976

La propaganda e la falsificazione delle elezioni è uno sport anche dell’Occidente. The Guardian denuncia le interferenze sul voto italiano del 1976

5 Ottobre 2022 0

Stiamo vivendo veramente l’ora più buia come titola con enfasi e a tutta pagina il quotidiano italiano Repubblica parlando dei referendum d’annessione delle regioni del Donbass da parte della Federazione Russa? Probabilmente sì se osserviamo i possibili punti d’arrivo conseguenti agli scenari geopolitici che si stanno delineando a seguito del braccio di ferro in corso tra Occidente e Federazione Russa; no se invece guardiamo alla storia recente e meno recente, disseminata di tanti, troppi episodi di prevaricazioni, soprusi, distorsioni della realtà ad uso e consumo della ragione del più forte del momento, come nella migliore tradizione denunciata Jean De La Fontaine.

Peraltro ogni generazione ha vissuto almeno “un’ora più buia“, non esistendo una prerogativa in tal senso: l’espressione The Darkest Hour ci riporta infatti a Winston Churchill che utilizzò questa figura emozionale per definire il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Ma la stessa espressione era già stata utilizzata in certo qual modo il 24 ottobre del 1929 quando Wall Street perse una sola giornata 50 punti percentuali nel suo “giovedì nero” facendo precipitare gli Stati Uniti nella Grande Depressione ed è stata poi rispolverata con l’invasione da parte di Saddam Hussein dell’Iraq e ancora per definire il momento dell’attentato alle Torre Gemelli. Anche il giornalismo italiano ha ripreso più volte questa espressione: ad esempio durante gli anni di Piombo e poi con le Stragi di Capaci e Via D’Amelio. A febbraio il premier Boris Johnson aveva definito come “l’ora più buia” la decisione del presidente russo Vladimir Putin di attaccare l’Ucraina. E’ evidente quindi che tale espressione sia ormai svuotata di significato, inflazionata e utilizzata più per emozionare il lettore/elettore che non per definire storicamente un momento. Anche perché bisognerebbe capire come un referendum possa costituire il momento di minima di quanto si sta consumando in Ucraina: si può infatti discutere sulla legittimità, sulle modalità e le tempistiche, ma che costituisca l’ora più buia di quella porzione di Ucraina anche no, in particolare se si guarda a quanto avvenuto in Donbass dal 2014 al febbraio del 2022 in quella “guerra che non c’è” egregiamente raccontata Andrea Sceresini e Lorenzo Giroffi.

Proprio la scelta di Repubblica di utilizzare l’espressione l’ora più buia invece sottolinea come oggi si stia vivendo una della pagine peggiori dell’informazione nazionale e internazionale: totalmente supina ad uno storytelling che non regge e che ci sta facendo vivere sul precipizio della Terza Guerra Mondiale per totale disinformazione. La propaganda infatti a dispetto di quel che si vuol far credere non è ad appannaggio solo dei nostri avversari, in questo caso la Russia ma è così anche per la Cina, per i Paesi Arabi a seconda del competitor da abbattere; così come la verità non ce l’ha in tasca solo l’Occidente. Non è solo presuntuoso pensarlo ma anche pericoloso per la nostra sopravvivenza. Sarebbe anche troppo facile ricordare le menzogne inventate dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna per legittimare l’invasione dell’Iraq, il cui culmine si raggiunse con la famosa fialetta mostrata al mondo da Collin Powell, cade invece a proposito la declassificazione di alcuni segreti di stato del Regno Unito che è finita sulle pagine del The Guardian e che prova come sia stato in messo da Dowing Street un piano segreto dell’MI6 per “minare la credibilità” del partito comunista italiano e influenzare le elezioni del 1976, costruendo con falsi dossier contro l’allora leader del Pci Enrico Berlinguer. Un’attività di basso dossieraggio che fu passato anche ai corrispondenti esteri del The Washington Post e del Financial Times.

Guardian riporta come esistesse “un’unità top secret dell’Information Research Department (IRD), il braccio segreto di propaganda della guerra fredda del Foreign Office inglese. L’Unità editoriale speciale (SEU) dell’IRD era responsabile delle operazioni più delicate del dipartimento, conducendo missioni di propaganda in tutto il mondo contro i comunisti e altri ritenuti minacciare gli interessi britannici. L’unità ha lavorato a stretto contatto con l’MI6. Recenti indagini dell’Observer hanno rivelato come l’IRD abbia incitato a omicidi di massa in Indonesia negli anni ’60 e condotto una campagna segreta per diffamare Oginga Odinga, il vicepresidente di sinistra del Kenya“.

Nei file declassificati si scopre che il Regno Unito aveva pensato anche ad un “colpo di stato chirurgico pulito“, ma questa decisione era stata respinto come “irrealistica“. Però l’MI6 pensava che “nelle giuste circostanze” si sarebbe “potuto incoraggiare il governo italiano a reprimere il PCI organizzando pretesti per questo“. “I funzionari hanno consigliato di poter ‘orchestrare una campagna’ contro Berlinguer e il PCI, raccomandando ‘una maggiore azione nel campo della propaganda, sia aperta che nascosta, per minare la credibilità del PCI. Mentre i funzionari attendevano l’approvazione di Crosland, l’IRD stava già avviando operazioni segrete. Dunlop della SEU è stato distaccato presso l’ambasciata a Roma per scoprire modi ‘per influenzare l’opinione pubblica italiana’ per sostenere ‘la via di mezzo in vista delle elezioni’”. Insomma si passa dall’ipotesi del golpe alla via più soft di screditare il possibile nemico “della NATO”. E’ lo stesso Guardian a fare un parallelo tra Berlinguer allora e Giorgia Meloni oggi.

Nella dettagliata ricostruzione del quotidiano britannico si evidenzia come “Una settimana prima delle elezioni, sono stati fatti circolare due opuscoli contraffatti che si presume fossero stati emessi dall’agenzia di stampa sovietica Novosti. Dunlop ha riferito che sembravano essere prove del tentativo di manipolazione sovietica delle elezioni’ e ‘probabilmente hanno contribuito in una certa misura a rafforzare il voto per la Democrazia Cristiana’. Sebbene l’origine dei falsi non sia chiara, l’IRD aveva precedentemente prodotto almeno 11 falsi Novosti“. Ma non solo furono inviati suggerimenti per articoli, incluso il confronto tra l’impennata del PCI e l’ascesa di Benito Mussolini. L’Ird ha inviato contatti segreti con la stampa articoli anticomunisti scritti dall’IRD, evidenziando l’insincerità di Berlinguer e dei comunisti, e altri temi anticomunisti e i dossier sono stati comunicati “alla Democrazia Cristiana“, che ne ha fatto “circolare una parte ai candidati prima delle elezioni”.

Sono rivelazioni choc che peraltro gettano molte ombre sull’iperattivismo della stampa estera per attaccare la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ma che si rintraccia anche in numerose agenzie fotocopia, riprese pari pari, per raccontare il conflitto in Ucraina. Se si leggono i principali quotidiani italiani non può non balzare all’occhio che le notizie sul conflitto russo ucraino sono tutte uguali, quasi come se si stesse suonando il medesimo spartito. Anche l’accusa di questi giorni promossa dall’Fbi circa presunte possibili interferenze russe e cinesi sulle elezioni di midterm statunitensi paiono raccontare le politiche attuate proprio da alcuni Stati Occidentali. D’altra parte come dimenticare il “Datagate” che coinvolse ma non travolse, stranamente, Barack Obama e attraverso il quale si scoprì che l’NSA, National Security Agency, spiava regolarmente le conversazioni dei leader dei paesi alleati degli Stati Uniti. L’inchiesta non ebbe tangibili conseguenze diplomatiche, un vero e proprio assurdo, vista la ridda di espulsioni che nei mesi prima dell’avvio del conflitto tra Kiev e Mosca ha subito la Russia per presunte e tutte da provare attività di spionaggio a fronte invece della pistola fumante del caso Datagate. Pure coincidenze? Nella storia non esistono coincidenze ma precisi piani per avvantaggiarsi politicamente e finanziariamente dei fatti che quotidianamente avvengono o vengono “agevolati”. Non si tratta di complottismo o fantapolitica ma, come dimostrato dai file declassificati del Regno Unito, di pratiche occidentali che da anni vengono attuate indisturbate.

Marco Fontana
marco.fontana

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