Kiev, escono le magagne degli uffici di approvvigionamento della Difesa e le lotte intestine fra agenzie statali

Kiev, escono le magagne degli uffici di approvvigionamento della Difesa e le lotte intestine fra agenzie statali

8 Ottobre 2025 0

Da un lato gli aiuti militari americani diventano incerti e sembrano affievolirsi, mentre dall’altro l’industria bellica ucraina cerca di fare da sola. Quest’ultima è ostacolata dallo strano comportamento dei funzionari statali che dovrebbero agevolarne la crescita. I sospetti conducono a quegli schemi di corruzione consueti per un Paese come l’Ucraina: ecco il risultato delle verifiche appena compiute dagli organi di controllo.

Successi macchiati

È una fase cruciale ed estremamente delicata per l’apparato militare e industriale di Kiev. Sullo sfondo del continuo peggioramento delle condizioni dell’esercito sul campo, sta cercando di sopperire alla diminuzione di assistenza da parte degli alleati occidentali. Ciò che gli ucraini sono riusciti a fare viene visto come un successo quasi epocale, perché hanno messo in piedi una produzione molto ampia partendo da investimenti differenti e da modelli differenti. Alcuni sistemi d’arma di epoca sovietica, altri di standard NATO, tutti da far coesistere nel quadro che si è andato formando a ostilità in corso. L’ultima iniziativa è l’allargamento della rete di commesse che gli stessi soldati sul campo possono piazzare a fornitori approvati tramite una piattaforma online. Il governo ha destinato l’equivalente di 37 milioni di dollari da distribuire alle varie unità per effettuare gli approvvigionamenti.

Purtroppo, risulta evidente come l’afflusso generoso di fondi sia dall’estero che dal bilancio statale sia un’occasione troppo ghiotta per resister. E non sono pochi quelli disposti a lucrarci sopra senza pensare agli effetti negativi sull’efficienza delle Forze armate e sulla tenuta del fronte. Oggi i vari esperti e gli analisti sottolineano come Kiev abbia fatto progressi piuttosto scarsi nel limitare la corruzione che infesta dall’interno la struttura statale.

Le stranezze degli approvvigionamenti

Qualche giorno fa il New York Times ha pubblicato le osservazioni su un documento del governo ucraino, relativo a verifiche interne sul lavoro delle agenzie di approvvigionamento per la difesa. La prima problematica rilevata concerne la segretezza che avvolge buona parte degli acquisti. La “riservatezza” imposta per ragioni legate allo stato di emergenza implica la possibilità di svolgere impunemente affari poco puliti. La seconda problematica è quella dei ripetuti acquisti di materiali presso aziende che proponevano i prezzi più alti, senza che venissero date valide spiegazioni sul perché la scelta non ricadesse su quei fornitori che offrivano prezzi competitivi. Il mancato risparmio si conta nel complesso nell’ordine delle decine di milioni di dollari. E sono decine i contratti del genere conclusi nel giro di poco più di un anno. Una circostanza davvero sospetta, alla quale si aggiungono i casi di consegne parziali o di pagamenti anticipati su materiali mai ricevuti.

Eppure oggi Zelensky afferma con orgoglio che il Paese riesce a fabbricarsi in casa quasi il 60% del fabbisogno militare. Aggiunge inoltre che questo è il fondamento della futura sicurezza nazionale e delle garanzie di pace dopo che la guerra sarà finita. Non tutti sono d’accordo con tale rosea previsione. Tamerlan Vahabov, ex collaboratore dell’Agenzia per gli approvvigionamenti del Ministero della Difesa, evidenzia la “mancanza di volontà politica per fare le cose nel modo giusto”, ricordando come per molto tempo gli incaricati agli acquisti abbiano scelto – senza alcuna giustificazione e per motivi sconosciuti – di far sborsare all’erario un prezzo più alto per i materiali necessari.

Accuse agli anti-corruzione

L’Agenzia in questione era stata creata nel 2023 proprio come risposta alle polemiche sorte dopo che l’approvazione da parte del ministro della Difesa Oleksii Reznikov di una serie di contratti a prezzi maggiorati. Reznikov si era poi dimesso sotto il peso di altri scandali legati all’attività finanziaria del suo dicastero, sebbene nei suoi confronti non abbiano mai emesso denunce di tipo giudiziario. Con la recente conclusione delle verifiche interne sulle operazioni fatte nel periodo fra gennaio 2024 e marzo 2025, questo organo è sotto accusa per la cattiva gestione dei fondi a disposizione. Centinaia di milioni usati per comprare armi e materiali che potevano essere presi a costi inferiori. Per il momento siamo ancora in fase di indagine; non è partito alcun processo ufficiale.

Lotta fra agenzie

La situazione è incresciosa agli occhi degli ucraini e degli alleati occidentali che da anni concedono a Kiev volumi enormi di denaro. L’aggravata è costituita da un sottofondo ancor più imbarazzante: le lotte intestine fra gli enti governativi e statali. In particolare fra la Procura Specializzata Anticorruzione (SAPO) e l’Ufficio nazionale anticorruzione (NABU) da un lato, e il Servizio di Sicurezza che risponde alla presidenza ucraina (SBU) dall’altro. Qualche giorno fa, il direttore del SAPO Oleksandr Klymenko ha denunciato le ennesime indebite pressioni nei confronti delle agenzie anti-corruzione e le indagini irregolari svolte su di loro da parte dell’ufficio di intelligence che fa capo a Zelensky.

Per molti si tratta di faida e di vendette incrociate, se si pensa che appena il mese scorso il NABU aveva accusato di arricchimento illecito Illia Vitiuk, alto funzionario dello SBU ed ex capo della cybersicurezza dell’agenzia. Quindi lo SBU aveva a sua volta accusato l’inquirente del NABU Vitaly Tebekin di aver dichiarato il falso in un rapporto e ha poi cercato di danneggiare mediante accuse di collusione con Mosca i membri delle agenzie anti-corruzione e i soggetti ad esse collegati.

Martin King
Martin King

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