Impasse politica a Washington: dubbi e ritardi per le forniture di armamenti all’Ucraina

Impasse politica a Washington: dubbi e ritardi per le forniture di armamenti all’Ucraina

8 Ottobre 2025 0

È iniziato il 1º ottobre il cosiddetto shutdown del governo federale americano, la chiusura degli uffici per mancanza di consenso parlamentare sulla ripartizione del bilancio pubblico. Non è una novità per la storia di Washington e si tratta solo di un blocco parziale. Però dura già da una settimana e le sue conseguenze possono farsi sentire anche in Europa. Soprattutto a Kiev, le cui forniture di armamenti targati USA potrebbero ritardare ancora.

Una impasse più grave del solito

Questo genere di inconveniente si è già verificato in passato ed è forse questa la ragione per cui le borse hanno reagito con calma, senza subire perdite, perché confidano in un rapido ritorno alla normalità. Stavolta però lo shutdown sembra più grave del solito a causa dell’aspro scontro fra Repubblicani e Democratici. Il motivo principale del contendere è rappresentato dagli stanziamenti alla sanità pubblica. Vi sono anche altre questioni sulle quali i due partiti non riescono a trovare la quadra. Così, in mancanza di approvazione del Congresso, più di 800mila impiegati statali rimangono temporaneamente a casa senza stipendio, pure quelli di alto livello. Entrambi gli schieramenti vorrebbero ottenere il massimo dall’attuale impasse. Per i Democratici è l’occasione di compattarsi contro l’amministrazione repubblicana, mentre lo stesso Trump intravede un’opportunità “senza precedenti” di tagliare i fondi alle agenzie targate Dem.

Colloqui rimandati con la delegazione ucraina

Il primo effetto collaterale dello shutdown è stato di gettare ombre sui colloqui con la delegazione ucraina in visita a Washington la settimana scorsa. Infatti, non tutti i rappresentanti del Pentagono, del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca potevano presentarsi poiché, detto in parole povere, i loro uffici erano rimasti chiusi. E lo saranno finché Repubblicani e Democratici non sbloccheranno col voto parlamentare le pratiche del bilancio statale. Secondo quanto comunicato da una fonte interna al governo ucraino, i negoziati sulle forniture di tecnologia militare e di armamenti (droni in particolare) sono stati “lasciati in un limbo”.

Non è una prospettiva gradevole per l’esercito ucraino che da mesi attende altri rifornimenti. Dopo le promesse di Trump di tagliare gli aiuti all’Ucraina e i suoi tentennamenti sull’assistenza militare, adesso si accumulano ritardi dovuti ai meccanismi politici del Congresso americano. Da Kiev però minimizzano l’inconveniente: il portavoce del Ministero degli Esteri Heorhii Tykhyi bolla come “falsità” le voci sull’interruzione dei contatti e afferma che i colloqui stanno procedendo come previsto.

Le smentite di Zelensky

Lo stesso Zelensky si è prodigato per smentire la sospensione delle trattative sulle future forniture militari americane. In una conferenza stampa congiunta col premier olandese Dick Schoof l’altro ieri ha dichiarato che lo shutdown non ha influenza le consegne di armi destinate grazie all’iniziativa denominata PURL (Prioritized Ukraine Requirements List), il programma col quale i Paesi europei comprano dagli USA gli armamenti a beneficio di Kiev. Dice: Stiamo ricevendo le consegne. Gli americani non hanno bloccato nulla. A proposito, so che circolano notizie sui media riguardo allo shutdown e ad alcune difficoltà. Non hanno fermato le spedizioni per l’Ucraina. Questo è importante.

In precedenza, Zelensky aveva annunciato la conclusione di un “mega accordo” con Trump per l’acquisto di armi e di un altro accordo per l’esportazione negli USA di droni ucraini. Aveva inoltre chiesto al presidente americano niente meno che i missili da crociera Tomahawk, che costituirebbero l’ennesima linea rossa da attraversare per alimentare l’escalation con Mosca. Kiev ha già preparato e inoltrato l’elenco degli armamenti che vorrebbe farsi dare dagli Stati Uniti grazie ai finanziamenti europei o in base a nuovi accordi: si tratta di una lista della spesa da 90 miliardi di dollari, che nelle intenzioni degli ucraini serve a coprire non solo le necessità correnti, ma soprattutto le garanzie future di sicurezza.

Martin King
Martin King

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