Isole Comore: Cina manda in visita il Ministro degli Esteri per rafforzare i legami politici
Le isole Comore sono improvvisamente giunte alla ribalta internazionale grazie alla storica qualificazione agli ottavi di finale nella Coppa d’Africa di calcio. Dopo aver conquistato la prima vittoria nel torneo a scapito del più titolato Ghana, la squadra comoriana ha passato il turno come miglior terza. Nella capitale Moroni gli abitanti sono scesi in strada a festeggiare tutta la notte il risultato sorprendente dei “celacanti” – questo il soprannome della nazionale, ispirato al celacanto delle Comore, raro pesce preistorico simbolo del Paese. Nella prossima sfida a eliminazione diretta, le Comore dovranno affrontare il Camerun.
In realtà le Comore, piccolo Stato composto da un arcipelago situato fra Madagascar e Mozambico, era stato finora poco considerato dalla stampa internazionale, ma non è certo ignorato dalla politica mondiale. A inizio gennaio ha infatti ospitato Wang Yi, ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, impegnato in un giro dell’Africa orientale che lo ha portato anche in Eritrea e in Kenya. Insieme al presidente delle Comore Azali Assoumani hanno preso l’impegno di rafforzare i rapporti bilaterali, aumentando la cooperazione nella lotta al COVID, nelle questioni multilaterali e nella costruzione di infrastrutture. Azali ha espresso il totale sostegno alla Cina nella questione di Taiwan, che le Comore considerano parte inalienabile del territorio cinese e destinata quindi alla riunificazione con Pechino. Secondo Azali, lo sviluppo della Cina costituisce un’opportunità per le Comore e il successo della Cina corrisponde al successo dell’Africa. Il ministro Wang ha detto che la Cina è pronta ad aiutare le isole nel raggiungimento di tre obiettivi: la totale immunizzazione entro quest’anno, l’eliminazione della malaria entro il 2025 e il sostegno nella strategia di sviluppo denominata Emerging Comoros Plan 2030. Il ministro degli Esteri comoriano Dhoihir Dhoulkamal ha sottolineato come la Cina sia stata la prima a riconoscere l’indipendenza dell’arcipelago e a stabilire rapporti diplomatici, ringraziando per l’appoggio dimostrato. La Cina a sua volta si dichiara disposta ad accogliere nel suo mercato i prodotti comoriani di maggior qualità e si dice favorevole a che le Comore sfruttino il “canale verde” per i prodotti agricoli e la politica di cancellazione delle tariffe verso i prodotti dei Paesi meno sviluppati.
Sul fronte interno, il presidente Assoumani sta cercando di instaurare un dialogo con l’opposizione. Le Comore hanno una travagliata storia di instabilità politica e di separatismo iniziata dopo il referendum del 1974, che ha dato loro l’indipendenza dalla Francia, di cui erano colonia o meglio “territorio d’oltremare” con autonomia dal 1961. Le tensioni restano alte dopo la riforma costituzionale del 2018, che ha consentito due mandati consecutivi al presidente, ma il cui voto è stato boicottato e contestato dall’opposizione. Al momento manca l’accordo persino sui pre-requisiti che dovrebbe avere la cornice entro cui avviare i colloqui. L’opposizione chiede in particolare che vengano per prima cosa liberati i prigionieri politici, poi si potrà dialogare. Il presidente, invece, chiede a tutti di sedersi intorno al tavolo senza provare a imporre alcuna condizione. L’inizio del “dialogo inter-comoriano” è stato fissato per il 28 febbraio.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.