Indonesia nei BRICS: più vantaggi per questi ultimi che per Jakarta e rapporti a rischio con gli USA, che con Trump divengono imprevedibili. Intervista a Yohanes Sulaiman
La presidenza brasiliana ha segnato il primo passo dell’allargamento dei BRICS: la concessione dello status di membro effettivo all’Indonesia. È il Paese più popoloso e prospero del sud-est asiatico, un punto cruciale di passaggio dei commerci fra l’Oceano Pacifico e l’Oceano Indiano, un ponte economico e sociale fra il Sud Globale e il G20. Queste caratteristiche ne esaltano rendono l’importanza strategica, che il governo di Jakarta ha sempre cercato di conservare mantenendo un certo equilibrio nei rapporti internazionali. Il nuovo presidente Prabowo Subianto, entrato in carica lo scorso ottobre, con l’ingresso nei BRICS ha compiuto una scelta che presenta sia dei vantaggi che dei rischi. Ne abbiamo parlato con Yohanes Sulaiman, professore di Relazioni Internazionali presso l’Università indonesiana Jenderal Achmad Yani (UNJANI) e collaboratore del National Bureau of Asian Research (NBR), istituto di ricerca con sede a Seattle.
– Quali saranno per l’Indonesia i benefici principali derivanti dall’adesione ufficiale ai BRICS?
– Dipende da cosa si intende parlando di Indonesia. Onestamente non intravedo dei grossi benefici tangibili dall’ingresso nei BRICS. Il governo è sostanzialmente ricorso a parecchie scuse formali, come quelle di consentire al Paese di avere un ruolo maggiore nella diplomazia globale, rappresentando il Sud Globale, o di ricavarne dei vantaggi economici. Sono giustificazioni che non reggono nel momento in cui le si osservano attentamente. L’Indonesia infatti poteva ottenere tutto ciò anche senza i BRICS. Personalmente credo che possa essere un modo per fare pressione sull’Unione Europea e sugli Stati Uniti allo scopo di ricavare più concessioni in sede di OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e nelle trattative in corso con la UE sulle tariffe. Ed è più che altro un desiderio del presidente Prabowo di conseguire dei successi già nei primi mesi del suo mandato.
– E quali saranno secondo Lei gli aspetti economici maggiormente toccati dall’adesione?
– Non penso vi saranno dei benefici o degli effetti immediati per l’Indonesia dall’ingresso nei BRICS, data la situazione dei Paesi del gruppo. La Russia è impegnata nella sua invasione dell’Ucraina sbagliata e sciocca, che sta rovinando la sua economia. Inoltre i commerci fra i Paesi membri non sono poi tanto estesi, tranne forse che con la Cina. Se parliamo delle relazioni economiche indo-cinesi, allora dubito che con l’ingresso di Jakarta nei BRICS Pechino porterà molti più investimenti in Indonesia. E analogamente all’India, non ritengo che sperimenteremo un grosso impatto del blocco sul commercio nazionale e Nuova Delhi. Dunque non vi sarà molto da guadagnarci, tranne che per il fatto in sé, a cui accennavo prima, di ottenere un qualche tipo di successo.
– Quali potrebbero essere invece i vantaggi dei BRICS nell’aver reso l’Indonesia un membro a tutti gli effetti?
– È il gruppo dei BRICS in realtà a beneficiare di più dall’aver ammesso Jakarta. In questo modo, infatti, dimostra di essere in grado di espandersi e di portare dentro uno dei Paesi più importanti del mondo. Per la Russia è un’altra prova del fatto di non essere isolata. Per la Cina è un’altra tacca nell’elenco della competizione con gli USA, che rivela come via più siano più Stati che vogliano cooperare con essa invece che con quell’America che sotto Trump presto diverrà imprevedibile. Dunque dall’ingresso dell’Indonesia ne derivano di gran lunga più vantaggi per i BRICS, soprattutto per Cina e Russia.
– L’Indonesia viene spesso descritta come “ponte” fra i Paesi del Sud Globale e gli Stati avanzati del G20. Confermerà questo ruolo entrando nei BRICS, oltre ad essere già membro di rilievo di altre piattaforme regionali come l’ASEAN?
– Si tratta più che altro di una percezione di Prabowo, quella che con l’Indonesia il Sud Globale avrà finalmente un rappresentante nei BRICS (ovviamente se non consideriamo Brasile, India e Sudafrica appunto come parte del Sud Globale). A mio parere è più problematico il fatto che Jakarta appaia sempre meno coinvolta dal suo ruolo guida dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico). Ho l’impressione che avendo ottenuto il suo palco nei BRICS, ora l’Indonesia trascurerà ancora di più l’ASEAN.
– E la società indonesiana come percepisce la questione?
– A molta gente non interessa, anche se ci sono parecchi fanatici che celebrano l’evento. Alcuni accademici prestigiosi e specialisti di relazioni internazionali come Dewi Fortuna Anwar credono sia venuto il momento di mostrare l’impegno indonesiano per una politica estera indipendente e attiva. Altri, come il sottoscritto, ritengono sia solo un clamoroso abbaglio, soprattutto se pensiamo che fra poche settimane Trump tornerà alla Casa Bianca.
– Il ministro degli Esteri Sugiono ha dichiarato pur facendo parte dei BRICS l’Indonesia non si allineerà necessariamente alle posizioni del blocco o di uno Stato del blocco, ma che perseguirà una politica attiva e indipendente. I critici dicono però che da oggi in poi Jakarta farà fatica a mantenere il tradizionale equilibrio nei rapporti con l’Occidente, USA in particolare. Cosa ne pensa?
– Tecnicamente Sugiono ha ragione a dire che l’Indonesia può fare come l’India, cioè non seguire a ruota Cina e Russia. Sì, Jakarta può ancora svolgere una sua politica estera indipendente. Tuttavia occorre ricordare che l’India è membro dei BRICS già da anni, mentre l’Indonesia ha espresso la sua intenzione di entrare non molto tempo fa. E fino ad allora, Jakarta è sempre stata attenta a non aderire a organismi che potessero essere visti come prova del fatto che si andasse a schierare solo in un lato del campo. Temo che i Paesi dell’Occidente, specialmente gli USA dell’amministrazione Trump, non la prenderanno tanto bene.
– Quale influenza avrà l’ingresso nei BRICS sulle relazioni con la Cina?
– Jakarta ha sempre mantenuto relazioni cordiali con Pechino, che investe fortemente in Indonesia da prima che diventasse membro dei BRICS. Dunque no, non si può dire che il fatto di aver aderito al gruppo incoraggerà la Cina a investire ancora di più in Indonesia.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.