La strategia di Kiev per l’esercito non ha funzionato: mancano uomini e scarseggiano i mezzi
Il portale statunitense Business Insider riporta gli scoraggiati commenti degli esperti sulla strategia ucraina di creare nuove brigate invece di rinforzare quelle esistenti. Secondo l’analista militare Michael Kofman è stata una decisione pessima a livello di gestione delle forze. Le sue valutazioni sono confermate dal fatto che, arrivati al 2025, tale iniziativa ha generato più danni che benefici.
Il parere dell’esperto
Kofman, già collaboratore di think tank come lo Wilson Center e il Center for Naval Analyses e oggi operante per il Carnegie Endowment for International Peace, ha commentato le recenti delibere prese da Kiev per risolvere la penuria di forze fresche. Si tratta della sfida più grande per l’Ucraina, la cui strategia nel 2024 è stata di formare nuove brigate invece che rimpolpare quelle esistenti. Per lui tala decisione è “tra le più sconcertanti” in fatto di gestione militare. Spiega quindi che espandere le forze ricorrendo a brigate nuove, mentre c’è un disperato bisogno di uomini per sostituire quelli persi nelle fila delle formazioni esperte dislocate al fronte, implica evidenti compromessi. Le nuove unità hanno poca pratica e dunque sono generalmente inefficaci in combattimento. Lo si era visto nel 2023 con le loro performance scarse sia in attacco che in difesa, poiché necessitavano di tempo per compattarsi e imparare.
Il caso della 155esima brigata
La strategia ha fallito almeno parzialmente, dice, coi nuovi battaglioni mandati alla fine a puntellare le unità già sul campo. Lo scorso maggio i vertici di Kiev avevano annunciato un obiettivo di 10 nuove brigate, ciascuna formata di regola da alcune migliaia di soldati. Speravano così di avere forze fresche per dare il cambio ad altri e riempire i buchi nel fronte. A novembre un portavoce dell’esercito dichiarava: Non c’è nessun altro modo per contrastare un nemico schiacciante. Dopo tutto, oggi abbiamo un fronte di 1300 chilometri con combattimenti in atto. Era venuto in soccorso l’addestramento dei militari occidentali, come ad esempio per la 155esima Brigata Meccanizzata, di cui la metà si era preparata in Francia. Tuttavia, il suo debutto nel 2024 ha generato una crisi, per colpa del suo alto tasso di diserzione e del fatto che ne venissero presi gli uomini per rimpolpare altre unità.
Pesanti critiche
Poco prima di capodanno il giornalista ucraino Yurii Butusov riferiva che la nuova brigata, trovandosi spesso a ranghi ridotti, doveva dare ruoli di fanteria persino a specialisti come gli operatori di interferenze anti-droni. La notizia ha provocato un duro contraccolpo, tanto da mettere in dubbio l’intera strategia. Il colonnello Bohdan Krotevych, uno dei comandanti del Battaglione Azov, l’ha criticata così: Forse è qualcosa di totalmente imbecille creare nuove brigate ed equipaggiarle con tecnologie avanzate, mentre le brigate esistenti sono a corto di uomini. La 155esima è dotata di dozzine di veicoli corazzati francesi, veicoli per trasporto truppe e obici. Kofman ha scritto che lo scandalo di questa brigata era “soltanto il caso più eclatante” di malagestione ucraina. Spartire le nuove unità ha generato una continua frammentazione dello sforzo difensivo e una perdita di coesione. Ha concluso: E tali gruppi raffazzonati di forze dovrebbero pure tenere il fronte.
Deficit di armi occidentali
Nel corso dell’anno passato Kiev ha affrontato un assalto lento ma insistente da parte dei russi nelle regioni orientali del Donbass. Là Mosca ha gettato con regolarità uomini ed equipaggiamenti contro le linee difensive ucraine esauste e con meno soldati. Gli avanzamenti russi sono cresciuti progressivamente. E pur con gravi perdite, avanzano ancora. Un altro aspetto doloroso della faccenda è che non erano a disposizione sufficienti aiuti da parte degli alleati euroamericani. A settembre Zelensky aveva detto di aver provato ad armare 14 brigate con armi occidentali, ma i pacchetti del 2024 non sono bastati nemmeno a 4 di esse. Allora si è passati alla produzione interna: il presidente ucraino ha detto che il 30% degli armamenti usati durante l’anno erano di provenienza nazionale. Così, in mezzo ai deficit di uomini e mezzi, le unità ucraine hanno rapidissimamente sviluppato nuovi droni, spesso assemblati con pezzi di apparecchi civili.
Logoramento delle forze
Per Kofman questi droni si sono dimostrati dei “moltiplicatori di forza” che hanno permesso ai soldati di piazzare mine in sicurezza e di aggredire le unità russe prima che queste potessero raggiungere il fronte. Ma aggiunge che le innovazioni tecniche, l’adattamento delle tattiche e la migliore integrazione non bastano a compensare il fallimento nel risolvere le questioni di base. Il 2024 ha trasformato il conflitto in una guerra di logoramento che consuma sia gli eserciti che le risorse. La Russia sta cominciando il terzo anno in cui deve sostenere la sua economia a dispetto delle vaste sanzioni occidentali, affidandosi molto alla produzione militare-industriale interna e offrendo grossi vantaggi alle nuove reclute. In Ucraina qualcuno spera ancora che risolvendo il problema della necessità di soldati e riuscendo a tenere le linee, alla fine si esaurirà la capacità dei russi di far arrivare al fronte nuovi mezzi e forze fresche.
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