Grazie ai nuovi giacimenti petroliferi la Namibia lancia il suo Fondo sovrano

Grazie ai nuovi giacimenti petroliferi la Namibia lancia il suo Fondo sovrano

13 Giugno 2022 0

Dopo molti anni di gestazione, la Namibia ha finalmente lanciato il suo Fondo di investimento sovrano, il Welwitschia Fund. Ricca di uranio, oro e diamanti, la Namibia si è decisa a questo passo soltanto grazie alle recenti scoperte di giacimenti petroliferi al largo delle sue coste, ad opera della francese TotalEnergies e della britannica Shell. Uno degli obiettivo del Fondo è di aiutare lo sviluppo sostenibile del settore idrocarburi del Paese, oltre a creare un’adeguata base finanziaria per l’avvio della produzione di “idrogeno verde” entro il 2026. Come spiegato dal presidente Hage Geingob alla conferenza di presentazione nella capitale Windhoek, al Fondo verranno destinati inizialmente 262 milioni di dollari namibiani (equivalenti a circa 16,7 milioni di euro) e il 2,5% del portfolio sarà investito all’interno del Paese per agevolare la crescita delle infrastrutture; il Fondo attingerà ai diritti ricavati dalle risorse minerarie e dal gettito fiscale del governo. L’idea era già partita nel 2009, ma oggi, dice Geingob, siamo impazienti di vedere le prospettive e le opportunità che giungeranno dalle recenti scoperte di petrolio e dall’energia dell’idrogeno verde, che hanno il potenziale di incrementare ulteriormente il capitale del Fondo. Gli altri Paesi africani con abbondanza di idrocarburi ed altre risorse ad avere un fondo sovrano sono l’Angola, il Botswana, la Libia e la Nigeria.

L’associazione di attivisti dell’Economic and Social Justice Trust (ESJT) ha esortato il governo namibiano a sospendere tutti i progetti estrattivi relativi al fosfato nel mare. Il timore è che questo tipo di attività andrà a distruggere l’ecosistema marino e di conseguenza l’industria della pesca della Namibia. Già nel 2018 il Ministro dell’Ambiente non aveva concesso il permesso a un progetto della Namibia Marine Phosphate (NMP) presso la cosiddetta “Baia delle Balene” (Walvis Bay). Il motivo del rifiuto era comunque di carattere burocratico, e oggi la NMP sta riprovando a ottenere i certificati. Il presidente della ESJT Herbert Jauch fa notare come la società interessata ad effettuare le estrazioni non abbia considerato l’effetto nocivo di questa operazione, che si svolgerebbe nel luogo di riproduzione di pesci come il nasello, il sugarello e il lophius. Secondo Jauch, finché non saranno state fatte delle attente valutazioni sull’impatto ecologico delle estrazioni di fosfato, il governo non deve permettere a nessun progetto del genere di avere inizio. La pesca potrebbe esserne irrimedialmente compromessa, e con essa migliaia di posti di lavoro e soprattutto il cibo per i namibiani.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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