Gli USA non tollerano la vicinanza del Sudafrica alla Russia e lo accusano di fornirle armi

Gli USA non tollerano la vicinanza del Sudafrica alla Russia e lo accusano di fornirle armi

21 Maggio 2023 0

Washington mal digerisce la scelta dei Paesi del blocco BRICS di non condannare la Russia, anzi di appoggiarla a livello diplomatico o economico. Dopo l’irritazione per le manovre congiunte effettuate dal Sudafrica con Russia e Cina, gli USA hanno persino sfiorato l’incidente diplomatico accusando Pretoria di violare le sanzioni e di fornire armi a Mosca. Il loro ambasciatore Brigety con parole pesanti ha sollevato la questione di un’ipotetico carico militare fatto salpare lo scorso dicembre, ma si è poi dovuto scusare personalmente col ministro degli Esteri sudafricano.

L’accusa dell’ambasciatore

Qualche giorno fa l’ambasciatore americano in Sudafrica Reuben Brigety ha lanciato una pesante accusa al Paese nel quale è in missione diplomatica. Ha infatti dichiarato alla stampa che il Sudafrica ha fornito di nascosto alla Russia armamenti e munizioni. In particolare, l’ambasciatore ha parlato di un carico di armi salpato lo scorso dicembre con il mercantile russo “Lady R” dalla base navale di Simon’s Town, situata vicino alla Penisola del Capo.

Brigety è così sicuro delle sue dichiarazioni al punto di dire: Ci scommetterei la vita sulla precisione di quella affermazione. Aggiunge: La fornitura di armi alla Russia da parte del Sudafrica (…) è fondamentalmente inaccettabile. Infine riferisce i desiderata di Washington, che vorrebbe che il Sudafrica iniziasse a mettere in pratica la sua politica di non allineamento.

L’atteggiamento americano in merito viene riportato anche da Vedant Patel, primo portavoce del Dipartimento di Stato. In questa vicenda, dice, la parte preoccupante è che in un porto sudafricano è attraccata una nave russa sottoposta a sanzioni. Ha ribadito che gli USA si esprimeranno sempre contro qualunque Paese che intraprenda misure per sostenere la “guerra illegale e brutale” della Russia in Ucraina.

La reazione sudafricana

In un successivo comunicato, il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa ha affermato che non vi sono prove che le armi siano state caricate su una nave russa. Inoltre si è detto deluso dal fatto che l’ambasciatore USA abbia adottato una posizione pubblica controproducente. Ha annunciato l’avvio di un’inchiesta sulla vicenda, ma ha anche invitato gli americani a fornire le prove di quanto affermato. Il ministro degli Esteri Naledi Pandor ha convocato Brigety per un incontro chiarificatore e ha pure telefonato al segretario di Stato americano Antony Blinken.

Il principale partito di opposizione sudafricano, Alleanza Democratica (Demokratiese Alliansie), ha però accusato il governo di calpestare i valori e gli interessi nazionali a favore dei guerrafondani globali e ha avvertito di possibili “grosse conseguenze”. Il suo esponente Kobus Marais ha parlato della perdita di fiducia nel Sudafrica da parte dei suoi maggiori partner commerciali e di investimento, portando come riscontro la brusca caduta del rand, la valuta nazionale, rispetto al dollaro a seguito delle accuse dell’ambasciatore Brigety.

Le scuse dell’ambasciatore

Durante l’incontro con il ministro Pandor, l’ambasciatore americano si è scusato e nel tweet che è seguito ha ringraziato per l’opportunità di parlare col ministro e di correggere qualsiasi impressione errata lasciata dal suo intervento pubblico. Inoltre ha ribadito la forte cooperazione fra USA e Sudafrica, in cui è in missione dal 2022.

Anche il capo della Direzione della diplomazia pubblica sudafricana Clayson Monyela ha pubblicato un tweet in proposito, corredato da un’immagine piuttosto imbarazzante. La foto ritrae l’ambasciatore americano con aria impacciata, seduto a una certa distanza dalla Pandor, la quale lo guarda severa: sembra uno scolaretto convocato nell’ufficio della preside. Monyela sottolinea l’ammissione di Brigety di aver “oltrepassato il limite” e riferisce le sue “scuse senza riserva” di fronte al “dispiacere” che la sua condotta ha causato al governo sudafricano.

Le relazioni tra Pretoria e Mosca

Come riferito dal Cremlino, il presidente sudafricano ha voluto conferire con Vladimir Putin a proposito della questione. La conversazione ha riguardato più in generale il conflitto in Ucraina, per il quale Putin ha appoggiato la proposta di Ramaphosa di coinvolgere i leader africani nei colloqui sul piano di pace. Putin ha detto di non aver mai rifiutato la via diplomatica per la risoluzione del conflitto.

Le ottime relazioni fra Mosca e Pretoria risalgono a qualche decennio fa, quando il Cremlino sosteneva l’African National Congress nella lotta contro l’aparthied. Sebbene gli scambi commerciali ed economici con Europa e America siano superiori a quelli con la Russia, grazie alla tradizione di amicizia e alla partecipazione comune al gruppo dei BRICS oggi il Sudafrica tende più verso Mosca che verso Washington.

In quanto firmatario dello Statuto di Roma, il Sudafrica accetta la competenza della Corte Penale Internazionale sul suo territorio (CPI). Quindi, dopo il mandato di arresto contro Putin emesso a marzo dalla Corte, Pretoria dovrebbe in teoria trattenere Putin qualora venisse per partecipare al summit dei leader dei Paesi BRICS, previsto ad agosto. Il presidente Ramaphosa ha categoricamente escluso questa possibilità, minacciando anzi di ritirare l’adesione del Paese alla CPI.

Il Sudafrica non accetta il biasimo di USA ed Europa

Nell’ultimo anno il Sudafrica è già stato oggetto del biasimo occidentale. Il motivo è la sua astensione dal voto all’Assemblea Generale dell’ONU sulle risoluzioni di condanna della Russia. Pretoria spinge infatti per la risoluzione del conflitto mediante la diplomazia, non tramite le sanzioni, l’isolamento o la sfida militare, come invece caldeggiato dal fronte euroatlantico.

Il ministro Pandor aveva reagito alle critiche ricevute ribadendo che il compito della comunità internazionale è di agevolare i negoziati fra le parti mantenendoli sotto l’egida dell’ONU. Il Sudafrica è stato additato come cattivo esempio dagli USA e dai Paesi europei anche per via delle esercitazioni navali Mosi II con Russia e Cina, svoltesi a febbraio in poi. La ministra Pandor spiega come tali critiche siano espressione di “doppiopesismo” e come il tentativo occidentale di far annullare al Sudafrica la sua partecipazione rappresenti “un abuso della prassi internazionale”.

Washington mal digerisce la scelta dei Paesi del blocco BRICS di non condannare la Russia, anzi di appoggiarla a livello diplomatico o economico. Dopo l’irritazione per le manovre congiunte effettuate dal Sudafrica con Russia e Cina, oggi gli USA hanno persino sfiorato l’incidente diplomatico accusando Pretoria di violare le sanzioni e di fornire armi a Mosca.

Redazione Strumenti Politici
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