Ghana, il nuovo presidente Mahama comincia dal risanamento finanziario
La priorità alla quale si sta dedicando il neoeletto presidente ghanese John Dramani Mahama è il risanamento finanziario. Nonostante sia il secondo esportatore di cacao al mondo e fra i primi quindici Paesi estrattori di oro, il Ghana è attualmente legato a un piano di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e potrebbe chiedere altri aiuti.
Vittoria elettorale
Mahama ha prevalso col 56.42% al primo turno delle elezioni dello scorso 7 dicembre. È entrato in carica il 7 gennaio, succedendo a Nana Akufo-Addo, che aveva raggiunto il limite di due mandati. La sua vice è Jane Naana Opoku-Agyemang, prima donna a ricoprire questa carica. Ha ottenuto una larga vittoria con 183 deputati su 276 anche il suo partito, il National Democratic Congress (NDC). Su Mahama si è fatto subito sentire il peso dell’opinione pubblica, che gli chiede di occuparsi delle difficoltà economiche del Paese: disoccupazione giovanile, inflazione al 23% e debito pubblico insostenibile. Tre anni fa era giunta al culmine la crisi che aveva costretto il governo a dichiarare il default del debito sovrano e sospendere il pagamento degli obbligazionisti esterni e di vari prestatori bilaterali. Fino al 2019 il PIL cresceva a un tasso annuale del 6%, ma nel frattempo i prestiti esteri si erano eccessivamente gonfiati.
Gli aiuti dell’FMI
Il presidente Mahama ha dichiarato: Comprendiamo i sacrifici dei ghanesi. La nostra amministrazione è totalmente impegnata a ripristinare la stabilità economica e a migliorare la vita della nostra gente. La riorganizzazione è solamente un passo all’interno del nostro grande piano per raggiungere questi obiettivi. Si riferiva qui alla decisione di tagliare sette ministri, scendendo così da 30 a 23 dicasteri. L’idea è di reinvestire il denaro risparmiato dalle spese ministeriali verso settori chiave come le infrastrutture, l’istruzione e la sanità. Il presidente spera di creare in questo modo lo spazio per gli investimenti in tali aree e di dare così lo slancio alla ripresa. Ed è anche una dimostrazione di impegno verso le condizioni imposte dall’FMI per gli aiuti da 3 miliardi di dollari ricevuti nel 2022. Mahama ha scritto in un comunicato e-mail: la struttura del nuovo governo riflette la dedizione verso una gestione economica prudente.
La cattedrale degli sprechi
Il nuovo ministro delle Finanze Cassiel Ato Forson ha dichiarato che il governo potrebbe cercare ulteriori finanziamenti. Nel frattempo bisognerà tagliare i molti sprechi che danneggiano il sistema, dice, ma sempre lavorando insieme all’FMI. Fra le spese irresponsabili ci sarebbero anche quelle relative alla costruzione di una chiesa fortemente voluta dall’ex presidente Akufo-Addo. Il costo è di 400 milioni di dollari per edificare una “cattedrale nazionale” che dovrebbe ospitare anche un museo della Bibbia e un centro conferenze. Akufo-Addo aveva detto che i fondi sarebbero arrivati dai privati, ma finora il governo ha sborsato per tale progetto 58 milioni. Mahama ha intenzione di lanciare una commissione di inchiesta per capire se vi siano state malversazioni e come trovare altre fonti di finanziamento. Non ha escluso di portare comunque a termine i lavori, a differenze del ministro delle Finanze che suggerisce di tagliare il progetto.

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