Benzina sul fuoco: le pesanti dichiarazioni di un generale norvegese e di altri ufficiali della NATO
Il capo delle Forze armate norvegesi Eirik Kristoffersen allunga la lista degli ufficiali di Paesi NATO che fanno dichiarazioni pesanti se non addirittura pericolose.
Esortano i governi a militarizzare gli Stati e predicono mobilitazioni di massa. Forse è un modo per dirottare la spesa pubblica a favore degli eserciti o addirittura per prepararci psiclogicamente allo scontro armato con la Russia. Ma per adesso tali sparate hanno solo l’effetto di imbarazzare i politici e di irritare i cittadini.
Le parole del generale
In un’intervista a un importante media nazionale, il generale Kristoffersen ha spiegato che in questo momento la Norvegia avrebbe una finestra che forse durerà uno, due o magari tre anni per allestire una difesa che possa reggere meglio una Russia aggressiva. E poiché nessuno sa cosa accadrà in Russia nei prossimi tre anni, dice, per lui l’importante è che il Regno di Norvegia abbia una forte difesa nazionale in un mondo incerto e imprevedibile. Sull’Ucraina lancia il solito appello a sostenerla per tutto il tempo che serve. Potrebbe servire ancora molto tempo, aggiunge, ma poi la guerra finirà e non sappiamo quale sarà la mossa successiva di Mosca.
I suoi timori derivano dal fatto che la Norvegia è il Paese confinante nel punto più settentrionale fra NATO e Federazione Russa, perciò in caso di attacco costituirebbe la prima linea. E sulla rielezione di Trump non si mostra agitato, perché in fondo condivide la sua stessa preoccupazione, quella che i membri NATO non spendono abbastanza per la Difesa. Inoltre, a differenza che negli anni del primo mandato di Trump oggi all’America occorre una NATO forte in Europa e nel mondo. Dunque, conclude il generale norvegese, ogni Paese deve impegnarsi di più finanziariamente e materialmente per dare contenuto ai piani dell’Alleanza; deve occuparsi di migliorare le proprie condizioni operative e la capacità della popolazione di resistere e reagire.
Un modo educato per chiedere soldi?
Le dichiarazioni di Kristoffersen e quelle di altri ufficiali (e di alcuni politici europei) potrebbero non essere motivate da sincera preoccupazione per le sorti della società occidentale oppure dalla volontà di lanciare un serio avvertimento a Mosca. Proprio come nella famosa storiella, potrebbero gridare “al lupo, al lupo!” solamente per attirare l’attenzione del pubblico.
A differenza della favola, però, l’intenzione è quella di ottenere contributi statali e investimenti privati. Lo stesso Kristoffersen dice espressamente che Oslo dovrebbe investire di più nella “sicurezza” ovvero aumentare la produzione militare soprattutto nei sistemi di difesa aerea, nelle armi a lungo raggio e nel riempimento degli arsenali con munizioni e pezzi di ricambio. Ha fatto osservazioni simili anche l’olandese Rob Bauer, presidente del comitato militare NATO, che invita “attori pubblici e privati” a cooperare per dotare l’Alleanza Atlantica delle capacità di affrontare una guerra vera.
Perciò le industrie della difesa devono rispettare gli impegni per preparare gli eserciti e la società deve modificare il proprio atteggiamento per sopravvivere a quest’epoca in cui siamo dobbiamo attenderci ciò che era imprevisto. Infine c’è il ministro della Difesa britannico Grant Shapps, che punta destinare all’esercito il 2,5% del PIL, più di 50 miliardi di sterline all’anno, che come puntualizza fieramente il ministro è la cifra più alta di sempre. Secondo lui, la Gran Bretagna può e deve influenzare gli eventi mondiali, quindi investirà miliardi nel modernizzare le Forze armate con nuovi caccia, sottomarini, e droni avanzati perfezionando il proprio deterrente nucleare.
Gli altri appelli pericolosi e scomodi
Fra le esternazioni di tenore aggressivo dei militari di alto grado, Kristoffersen si è richiamato a quella del suo omologo svedese Mikael Bydén, che ha esortato i concittadini a prepararsi in vista di una possibile guerra. Per il comandante dell’esercito di Svezia, la popolazione dovrebbe pensare ad essere operativa per resistere un po’ di tempo in autonomia nel caso in cui giungesse un attacco esterno.
Anche il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha citato l’eventualità di una guerra per la quale la Germania dovrà farsi trovare attrezzata. Il capo delle Forze armate britanniche Patrick Sanders ha invece detto che l’operazione speciale russa in Ucraina costituisce un monito per ricordarci le lezioni delle guerre precedenti. I cittadini britannici dovranno, secondo lui, essere disposti ad arruolarsi per combattere in un prossimo conflitto di dimensioni paragonabili a quelli del XX secolo.
Potrebbe arrivare una mobilitazione non totale, ma di dimensioni mai viste dal 1945 a oggi. Le affermazioni dei militari sono state sconsiderate eccessive o fuori luogo persino dagli stessi politici, intervenuti talvolta ad ammorbidirle. Per esempio, a seguito del discorso di Sanders il portavoce del premier britannico Rishi Sunak ha dovuto tranquillizzare gli inglesi precisando che il governo non vuole lanciare alcuna mobilitazione e che non è utile impegnarsi in ipotetiche guerre ipotetiche. Purtroppo a Westminster non tutti sono altrettanto prudenti, perché il ministro Shapps in un discorso ufficiale ha affermato che il mondo sta passando “da un’era post-bellica a una pre-bellica” e ha elencato le “minacce esistenziali” rappresentate “dall’Asse del Male” costituito da Russia, Cina, Iran e Nord Corea.
La NATO redige piani
La NATO intanto fa programmi e si esercita. Stanno iniziando le manovre Steadfast Defender 2024, le più estese e voluminose dai tempi della Guerra Fredda. Un’esercitazione della durata di molti mesi, che coinvolge tutti i membri con un numero enorme di uomini e proprio a ridosso della Federazione Russa: l’ennesima sfilata di uniformi che, oltre ad essere costosissima, appare come un provocatorio mostrare i muscoli.
Non scandalizza di certo il fatto che un’alleanza militare rediga dei piani per ogni eventualità, ma vi sono segnali allarmanti. Dalla stampa tedesca, ad esempio, è trapelato un documento del governo di Berlino su uno scontro armato con la Russia predetto per il 2025, mentre alla NATO dicono di prepararsi a uno scenario simile nel corso dei prossimi vent’anni. Che un segreto militare arrivi facilmente al pubblico fa sospettare che si voglia prepararlo psicologicamente all’eventualità di prendere le armi contro i russi. Anzi, in questo modo provano a convincere gli europei che sì, Mosca presto potrebbe invaderci col pretesto di proteggere le minoranze russofone delle Repubbliche baltiche.
Poi sullo strappo mettono la pezza: il segretario generale Jens Stoltenberg ha fatto sapere di non vedere alcuna minaccia militare imminente da parte di Mosca contro nessun membro dell’Alleanza, ma le esercitazioni servono anche a trasmettere ai russi il concetto che la NATO è pronta a difendersi in ogni caso. Il capo delle Forze armate norvegesi allunga la lista degli ufficiali di Paesi NATO che fanno dichiarazioni pesanti se non addirittura pericolose. Forse è un modo per dirottare la spesa pubblica a favore degli eserciti o per prepararci psiclogicamente allo scontro con la Russia. Ma per adesso tali sparate hanno solo l’effetto di imbarazzare i politici e di irritare i cittadini
52 anni, padre di tre figli. E’ massimo esperto di Medio Oriente e studi geopolitici.