Visita di Blinken in Angola: tentativo americano di scardinare l’influenza cinese

Visita di Blinken in Angola: tentativo americano di scardinare l’influenza cinese

6 Febbraio 2024 0

La scorsa settimana il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha compiuto la quarta tournée diplomatica in Africa, che lo ha portato a Capo Verde, in Costa d’Avorio, in Nigeria e infine in Angola.

Proprio nell’ex colonia portoghese si è evidenziato il tentativo degli USA di scalzare l’autorità della Cina e di conquistarsi a suon di dollari e di promesse un importante alleato nella parte occidentale del Continente Nero.

Gli USA puntano sull’Angola

A Luanda, Blinken ha incontrato il ministro degli Esteri Tete Antonio, con cui ha discusso l’agenda di investimenti nelle infrastrutture e nell’economia dell’Angola. Gli USA sono interessati alla realizzazione del corridoio ferroviario di Lobito, che collegherà le miniere di altri Paesi africani al porto angolano sull’Oceano Atlantico. Secondo l’esperto di affari africani Emmanuel Bensah, non sarà tanto semplice per gli americani togliere ai russi e ai cinesi l’influenza che hanno storicamente su questa parte dell’Africa, perché ormai i BRICS sono emersi come alternativa effettiva al dominio del dollaro. Sullo sfondo dell’instabilità in Medio Oriente, Washington vorrebbe garantirsi nuovi approdi per conservare la catena di distribuzione e di approvvigionamento di materie prime e del commercio: a questo scopo i porti e le ferrovie angolane sono fondamentali.

Sanusha Naidu, accademica dell’Institute for Global Dialogue di Città del Capo, spiega che gli USA stanno ridefinendo il proprio ruolo nella regione come fulcro di sicurezza e di interessi ecomici, dal momento che gran parte dell’economia africana si basa sullo spazio commerciale transatlantico.

I rapporti con la Cina

Lo scorso settembre Lloyd Austin è stato il primo Segretario americano alla Difesa a visitare l’Angola, con l’intenzione di portare a questo Paese ammodernamento militare e sicurezza regionale. È stato quindi un tentativo di sottrarre spazio alla Cina, velocizzando il processo di allontanamento da Pechino iniziato dall’attuale presidente João Lourenço.

Il suo suo predecessore José Eduardo dos Santos, al comando per 38 anni, aveva ricevuto aiuti generosi e prestiti enormi da Pechino, l’unica a investire in un Paese martoriato dalla guerra civile come l’Angola. Ma il prezzo del sostegno è un legame economico che oggi va stretto a Luanda, bloccata in una posizione vulnerabile a causa dei debiti con la Cina, che è ancora il maggior compratore del greggio angolano. Lourenço sta cercando quindi di diversificare l’economia nazionale e non disdegna l’appoggio di altri colossi come gli Stati Uniti.

Gli angolani hanno mangiato la foglia?

Il tempo dirà se le promesse di Blinken daranno veri benefici alla società angolana oppure si riveleranno un modo per imbrigliare il governo di Luanda. La Casa Bianca pensa di conquistarsi una rinnovata amicizia dei Paesi africani semplicemente mandando in visita il Segretario di Stato. Ma a Washington sanno che l’America ha perso da tempo quel fascino che aveva in passato, nota la Naidu, che aggiunge: Gli USA non sono più visti come il poliziotto del mondo, quindi è difficile cercare di fare da pompiere nei posti del mondo in cui scoppia un conflitto.

E gli USA sanno di non poter combattere gli incendi in ogni regione. Con una lunga storia di colonialismo e di guerra civile, in cui hanno avuto a che fare con diverse potenze mondiali in veste di sostenitrici o di antagoniste, agli angolani non basta essere definiti  “prioritari” da Washington per concedere facilmente contratti e appoggio diplomatico. La Cina punta su tale consapevolezza per sperare di non venire sostituita dagli USA.

L’accademico dell’Università di Pechino di Studi Esteri Huang Lizhi afferma che gli africani comprendono le dinamiche della concorrenza mondiale e non vogliono più essere visti come pedine di un grande gioco. Essi desiderano mantenere buoni rapporti con gli Stati Uniti, ma senza indebolire la cooperazione con la Cina. Secondo Lizhi, la preferenza dell’Angola andrà sicuramente al rafforzamento delle relazioni entro il Sud Globale.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici