Attentato Aeroporto Kabul, Mastrogiacomo: “E’ paradossale, se pensiamo a quanto dichiarato dai talebani, i quali dicevano di avere il controllo del Paese”

Attentato Aeroporto Kabul, Mastrogiacomo: “E’ paradossale, se pensiamo a quanto dichiarato dai talebani, i quali dicevano di avere il controllo del Paese”

26 Agosto 2021 0

Più di 90 afghani morti e 13 Marines Usa uccisi, è questo il bilancio provvisorio di due tremendi attacchi che hanno scosso l’aeroporto di Kabul in Afghanistan e trasformando un momento di speranza in tragedia. Abbiamo chiesto immediatamente dopo l’attentato una opinione al riguardo al giornalista Daniele Mastrogiacomo, esperto di politica estera, e docente di giornalismo alla Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli e che, il 5 marzo 2007, a pochi chilometri fuori Lashkargah, fu rapito da una decina di miliziani talebani.

Infografica – La biografia dell’intervistato Daniele Mastrogiacomo

– Vorremo chiederLe un commento alla situazione che si evolvendo proprio in queste ore in Afghanistan.

– L’attentato appena accaduto è paradossale, se pensiamo a quanto dichiarato dai talebani, i quali dicevano di avere il controllo del Paese, che con loro era immediatamente diventato più sicuro di prima. E invece si scopre che non hanno in mano le redini del territorio, perché su di esso si aggirano terroristi pronti a farsi esplodere. È una situazione pessima, veramente pessima.

– I rapporti dell’intelligence americana, secondo cui numerose province sono in mano all’ISIS, erano stati negati dai talebani: e invece hanno ragione i servizi americani, i quali avevano tratto le loro conclusioni da una fonte affidabile?

– Andrei cauto nell’affermare che l’ISIS sia così diffuso come detto nel rapporto. Sicuramente è presente, ma ha anche ragione l’altro rapporto di intelligence che dice che 10-15 mila combattenti della jihad “internazionale” hanno approfittato degli ultimi due o tre mesi per infiltrarsi, sapendo che gli americani se ne sarebbero andati. Dunque, i talebani possono aver detto di aver il controllo del Paese solo per lanciare un loro slogan menzognero, così come avvertono le donne che possono continuare a lavorare ma è meglio che stiano in casa perché taluni potrebbero cercare di violentarle. Vengono fatte anche delle esecuzioni, ormai è noto. Potrebbere essere in corso un doppio gioco oppure c’è davvero una situazione di instabilità che deve essere riportata in equilibrio. Oppure questo è il vero volto dei talebani per come già li conoscevamo. Senz’altro sono in corso dei dibattiti interni al loro fronte tra le varie linee, quella più militarista o quella più moderata, ma l’immagine che riusciamo a vedere è fumosa e indefinita. L’unica cosa certa sono i morti e i feriti dell’attentato. 

– Il fatto che siano stati esplosi colpi di arma da fuoco anche contro un aereo italiano potrebbe essere l’avvertimento a terminare entro fine mese l’azione di sgombero dei civili dall’aeroporto?

– L’ISIS o chiunque sia stato ha avuto il compito di lanciare il segnale che “ormai è finita”. I tedeschi si sono già ritirati, i francesi lo faranno presto, seguiti da noi, e allora resteranno 3500 marines che magari affronteranno una piccola battaglia finale prima di riuscire a evacuare del tutto. È stato dato il segnale di stop dal gruppo armato che ha eseguito l’attentato. Pur non sapendo con sicurezza chi è stato il mandante, anche se ovviamente sospettiamo i talebani, è il messaggio che conta, per adesso. E inoltre vedremo se i talebani, come promesso, non ospiteranno più le milizie terroristiche, altrimenti torneremo veramente indietro di vent’anni: all’epoca al-Qaeda, oggi l’ISIS,

– La resistenza in Panjshir guidata da Ahmad Massoud potrebbe essere la risposta ai talebani? Potrebbe significare che i talebani hanno vinto solo momentaneamente?

– Posto che i talebani resteranno al potere, credo che stia per iniziare quella fase meno cruenta nella quale dovranno decidere quale linea far prevalere. Non accetterano i valori e il modo di vita della civiltà occidentale, niente musica o immagini, ma non possono tendere troppo la corda con il loro integralismo perché hanno comunque bisogno di appoggi esterni. Dunque, la Cina ha già posto la condizione che i talebani non debbono ospitare terroristi, la Russia ha chiesto che venga presto riportata la stabilità… Insomma, se vogliono appoggi e magari aiuti concreti, i talebani devono scendere a patti con altri Stati, magari anche con quelli europei che cercheranno di inviare aiuti alla popolazione. Vedremo allora quanto influiranno la variabile ISIS e la variabile russa e cinese. Per quanto riguarda il Panjshir, in libro del 2008 che leggevo a Kabul ho potuto vedere tutto quello che Massoud già descriveva quindici anni prima. 

– Le vede per il popolo afghano la possibilità di ribellarsi in qualche modo?

– Penso che sarebbe anche l’ora! Può apparire come una frase retorica, lo so, ma io sono a favore dell’autodeterminazione dei popoli. È stato sbagliato in linea di principio intervenire in Afghanistan venti anni fa, addirittura come ritorsione o “vendetta” per quanto accaduto a New York l’11 settembre 2001; non si poteva imporre (come nel progetto di “grande Medio Oriente” propugnato da Bush senior) il nostro sistema democratico a un Paese con una cultura millenaria e con una popolazione variegata ma anche fiera e bellicosa. Adesso è venuto per loro il momento di una scelta: o coloro che ormai preferiscono il modo di vita occidentale scapperanno e lasceranno campo libero a quelli che rivogliono un società tribale oppure si coalizzeranno e imporranno il loro modo di vedere ai talebani, governando insieme a loro con un qualche tipo di compromesso. Se non si rassegna subito a una dittatura, il popolo afghano oggi può decidere il suo futuro, anche se le possibilità appaiono scarse, ma ci sono.

– Quanta colpa ha l’amministrazione Biden rispetto alle amministrazioni precedenti?

– Biden ha gestito quest’ultima fase in maniera un po’ sprovveduta, che ha lasciato sorpresi gli alleati. Ha solo cercato di camuffare da ritiro neutrale quella che è a tutti gli effetti una sconfitta. Nessuno aveva valutato in maniera adeguata la forza dei talebani.

– Una parte della stampa italiana aveva inizialmente creduto alla versione soft delle caratteristiche dei talebani, definendone alcuni persino come “democristiani talebani”.

– I talebani hanno tentato di tutto, usando pure i social, per farsi passare come diversi, ma ho i miei seri dubbi sull’autenticità di questo atteggiamento. Credo invece che sia più forte il loro desiderio di applicare rigorosamente il Corano e di far prevalere la religione su tutto il resto. E allora si viene a ricreare quella società che è molto lontana dal nostro modo di intendere le cose; a comandare non ci sono sceicchi o signori di tribù beduine che sono disposti ad accettare un certo grado di modernità per far prosperare i loro affari, ma ci sono gli studenti coranici che vedono la religione come elemento predominante. E allora è ben difficile pensare che possano essere “diversi” da ciò che temiamo.

Marco Fontana
marco.fontana

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici