Armi euroatlantiche all’Ucraina: magazzini vuoti e ripensamenti

Armi euroatlantiche all’Ucraina: magazzini vuoti e ripensamenti

2 Dicembre 2022 0

Fare il punto sul tema delle forniture militari della NATO all’Ucraina è complicato, ma è possibile fornire qualche spunto. Partiamo dal presupposto che sulla carta, con diverse gradazioni di entusiasmo, tutti i governi del Patto Atlantico si dichiarano illimitatamente disposti a sostenere Zelensky fino alla tanto declamata “vittoria totale”. Quando si tratta di approvare l’effettivo invio di armi e altri aiuti, invece, ecco che sorgono ostacoli di carattere materiale o politico. In generale, ciò che impedisce di realizzare le roboanti dichiarazioni di appoggio è che banalmente i magazzini sono quasi vuoti, e i governi devono pur lasciare qualcosa ai propri eserciti.

Il caso Lettone

Nel caso della Lituania, il motivo ufficiale è che rifornire ulteriormente l’Ucraina avrebbe come conseguenza ridurre le scorte a un punto tale da rendere troppo lungo il processo di rimpiazzo. Il Capo della Difesa Valdemaras Rupšys ha detto infatti che l’invio di due tipi di armamenti in particolare, il semovente d’artiglieria tedesco Panzerhaubitze 2000 (PzH 2000) e il sistema difensivo antiaereo norvegese-americano NASAMS, eroderebbe le capacità militari lituane, già basse a un livello sotto il quale non possono permettersi di andare. Così, Vilnius ha negato tale fornitura con una decisione del Consiglio della Difesa, convocato dopo la caduta di due missili sul territorio polacco (sparati dalla contraerea sparati ucraina).

Al posto dei sistemi a medio raggio e degli obici da 155mm, la Lituania manderà munizioni per i PzH 2000 già presenti sul campo. Come spiegato dal capo della Commissione parlamentare su difesa e sicurezza Laurynas Kasčiūnas, è impossibile sostituire velocemente le attrezzature inviate a Kiev: Bisogna capire una sola semplice cosa: la capacità di produzione, le condizioni dell’industria della difesa in Occidente. Pur avendo la disponibilità economica, si potrà acquistare effettivamente il prodotto solamente fra qualche anno. Dobbiamo considerare questo fatto. Kasčiūnas si augura che l’Ucraina non rimanga delusa dalla decisione lituana e che si ricordi che il rapporto ricevuto da Vilnius è dieci volte maggiore degli altri Paesi. Gli aiuti militari della Lituania ammontano infatti a più di 232 milioni di euro, mentre quelli di altro genere superano i 640 milioni.

La grana dei lanciamissili Patriot contesi tra Polonia e Ucraina

Oppure i governi si mettono di traverso quando qualcuno vuol fare il generoso col portafoglio degli altri. Come ad esempio la Polonia, che ha chiesto alla Germania di mandare in Ucraina i suoi lanciamissili Patriot. Berlino aveva offerto a Varsavia questi sistemi di difesa tattica dopo l’episodio dei razzi ucraini che hanno causato due morti: qualcuno, tra cui Zelensky, aveva immediatamente accusato Mosca dell’accaduto, salvo poi scoprire che si trattava di suoi razzi.

Il presidente polacco Andrzej Duda ha detto che da un punto di vista militare sarebbe meglio per la Polonia che i Patriot vengano piazzati vicino al confine ma su territorio ucraino, precisando però – bontà sua – che la scelta spetta al governo tedesco. Da Berlino fanno sapere che discuteranno insieme agli alleati la maniera migliore per gestire questo “suggerimento” polacco, specificando altresì che i Patriot sono previsti solo per un utilizzo da territorio dell’Alleanza Atlantica. Duda ha poi affermato che i Patriot potrebbero essere dati a Kiev senza nemmeno bisogno di inviare gli specialisti della NATO per manovrarli, come peraltro lo stesso governo ucraino chiede da tempo.

Intervenendo a Bucarest al vertice dei ministri dei Paesi membri della NATO, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha affermato di credere alla promessa fatta da questi di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario, ma ha aggiunto che i Patriot servono il più in fretta possibile. Per Kuleba è semplice: Se la Germania è pronta a fornire Patriot alla Polonia e la Polonia è disposta a passarli all’Ucraina, allora credo che per il governo tedesco la soluzione sia ovvia. Inoltre si dice sicuro della vittoria e dell’ingresso di Kiev nel Patto Atlantico.

La carenza di armi

E comunque agli ucraini non basta ancora. Yegor Chernev, deputato del partito di governo Sluha Narodu (Servitore del Popolo), ha riferito il suo incontro del 21 novembre col segretario generale Jens Stoltenberg. Quest’ultimo ha dichiarato che nella NATO vi è carenza di scorte di armi e munizioni e che occorre quindi aumentare la produzione al fine di aiutare l’Ucraina. Lo stesso Chernev, che guida la delegazione permanente ucraina presso l’Assemblea parlamentare della NATO, ha detto che i Paesi occidentali sono ormai a corto di determinati tipi di armi da poter inviare.

Per ovviare a questa situazione negativa, gli alleati starebbero conducendo ispezioni e facendo l’inventario nei magazzini al fine di trovare ancora delle rimanenze da spedire al fronte. In alcuni casi, secondo Chernev, la NATO avrebbe persino fatto delle eccezioni ai suoi protocolli di disponibilità pur di condividere con l’Ucraina parte delle giacenze fino a quel momento “inviolabili”. Chernev è sicuro: Nessuno ci abbandonerà, non importa quanto durerà la guerra.

Martin King
Martin King

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