Alleanza militare coi Paesi ex URSS e altre opzioni sul tavolo di Putin per cambiare il corso del conflitto in Ucraina

Alleanza militare coi Paesi ex URSS e altre opzioni sul tavolo di Putin per cambiare il corso del conflitto in Ucraina

9 Gennaio 2023 0

Proponiamo la disamina fatta dalla testata araba Al Jazeera a firma del suo giornalista Aladdin Khedr a proposito delle opzioni del presidente russo Vladimir Putin nel conflitto in Ucraina. Khedr prende soprattutto in il possibile ruolo della OTSC, l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, che raggruppa cinque Paesi ex URSS sotto la guida di Mosca in un’ente di cooperazione per la stabilità e la sicurezza. In prospettiva tale organizzazione potrebbe assumere un ruolo antagonista alla NATO, così come era per il Patto di Varsavia.

L’operazione speciale russa in Ucraina va avanti dopo dieci mesi in assenza di visibili prospettive di coinciliazione politica a breve termine. In tali circostanze, l’interesse principale delle forze in lotta – Kiev e suoi alleati da una parte e Mosca dall’altra – consiste nell’accumulare risorse e nell’incrementare il potenziale necessario per sferrare colpi all’avversario. Il recente ritorno sotto il controllo di Kiev di una serie di direttrici strategici (Cherson in primo luogo) ha provocato timori riguardo alle leve che Putin detiene per modificare il corso del conflitto.

Considerando le misure da lui attuate negli ultimi mesi, come la mobilitazione parziale, l’ammissione degli stranieri al servizio nelle Forze armate russe e le minacce di utilizzo di armi nucleari, gli esperti ipotizzano che Mosca non stia risparmiando nulla per aumentare la sua potenza militare. Tra le leve a disposizione, gli esperti evidenziano la possibilità di ricavare dei benefici dagli accordi militari in vigore, dai patti di mutua assistenza e dalle alleanze, alla luce dei timori a proposito di una escalation del conflitto e della partecipazione diretta della NATO.

Con quest’ultima aumenterebbe la probabilità di una Terza guerra mondiale, scenario sul quale Mosca stessa ha messo in guardia. Secondo Fayez al-Asmar, esperto di questioni belliche e strategiche, l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (OTSC) è uno degli strumenti in mano alla Russia per mobilitare ulteriori risorse militari nel quadro della guerra con l’Ucraina.

In cosa consiste l’Organizzazione del Trattato di Cicurezza Collettiva?

Oltre alla Russia, dell’OTSC fanno parte cinque ex Repubbliche sovietiche (Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan), ma il ruolo principale lo detiene Mosca. Come mostravano alcuni attori già prima dell’operazione speciale, era stata presa in considerazione la possibilità di perferzionare il Trattato per renderlo competitivo con la NATO. Secondo l’accordo di fondazione, l’OTSC rappresenta un’organizzazione regionale, i cui scopi dichiarati sono la cooperazione per la pace, la sicurezza e la stabilità a livello globale e regionale, oltre alla difesa collettiva dell’indipendenza, dell’integrità territoriale e della sovranità degli Stati membri, in particolare tramite mezzi politici.

La creazione dell’organizzazione venne annunciata il 15 maggio 1992, quando venne firmato l’accordo sulla sicurezza collettiva a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan. L’organo più importante è il Consiglio di sicurezza collettiva, che nomina il segretario generale dell’organizzazione. La popolazione complessiva dei Paesi membri ammontava nel 2021 a circa 194 milioni di persone, mentre il contingente di peacekeeping nel 2022 era di 3600 uomini.

Il quartier generale si trova nella capitale russa, dove risiede anche il Segretariato permanente. Gli Stati membri si alternano di anno in anno alla guida del Segretariato. I capi degli Stati membri dell’OTSC hanno firmato un protocollo che prevede un meccanismo per la fornitura di aiuto tecnico-militare in caso di minaccia di aggressione o di aggressione di fatto verso uno dei Paesi membri.

Tutte le opzioni possibili

Come fatto notare da al-Asmar nella sua intervista ad Al Jazeera, è possibile qualsiasi scenario di sviluppo degli eventi, come si evince dal fatto che Putin non ha intenzione di fare passi indietro e che Zelensky rifiuta di sedersi al tavolo delle trattative a meno che la Russia non abbandoni completamente il territorio ucraino. Secondo l’esperto, il Cremlino cerca di fare tutto pur di fermare l’avvicinamento della NATO ai confini della Federazione Russa, avvenuto specialmente negli ultimi anni.

Con questo obiettivo in mente, il governo russo è ricorso alla dimostrazione di potenza militare, alla realizzazione del proprio programma e all’espansione della sua presenza militare in molti Paesi del mondo, tra cui la Siria, la Libia e alcune zone dell’Africa. I Paesi dell’ex Unione Sovietica come l’Armenia, la Bielorussia, il Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan, che rappresentano un’area di interesse vitale per Mosca, sono stati riuniti nella OTSC perchè la Russia temeva una perdita di influenza sui loro territori e il ripetersi dello scenario ucraino di accostamento alla NATO.

Al-Asmar dice che l’attuale situazione sta aggravando le paure della comunità internazionale di un’eventuale escalation del conflitto, poiché le parti potrebbero agire in maniera inaspettata. Per raggiungere i suoi obiettivi, Putin potrebbe ricorrere a qualunque mezzo, compresi gli accordi di sicurezza collettiva, anche nell’ambito della OTSC. Questa situazione già da qualche tempo si vede nei rapporti con la Bielorussia, dove sono presenti le truppe russe e appena pochi giorni fa si sono tenute esercitazioni congiunte lungo il confine settentrionale dell’Ucraina.

Le sfide lanciate alla Russia

Per gli esperti, Mosca vuole tramite restaurare la OTSC il modello del Patto di Varsavia e con il suo aiuto contrastare la NATO. L’OTSC cerca di ottenere una serie di scopi sia nella sfera politica che in quella militare. Secondo lo Statuto dell’organizzazzione, i Paesi membri si astengono dall’impiego della forza o della minaccia gli uni nei confronti degli altri e non entrano in alleanze militari diverse. Inoltre, l’attacco su uno qualunque dei membri viene considerato come un attacco verso tutti gli altri. Nel corso di molti anni i membri si sono scontrati con un’intera serie di problemi, tra cui l’impossibilità di accordarsi sulla militarizzazione dell’organizzazione – come vorrebbe la Russia per opporsi alle ambizioni della NATO – e l’avvicinamento all’Asia.

Nessuna possibilità di intervento militare

Secondo l’esperto militare Walid al-Essa, alcuni Paesi membri dell’OTSC hanno i propri interessi e la propria visione, quindi è impossibile ripetere per esempio lo scenario dell’ingresso delle truppe del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia nel 1968. La Russia, come Paese leader dell’organizzazione, può utilizzarla per intervenire negli affari di Stati leali, come accaduto in Kazakistan all’inizio dello scorso anno: su invito di Mosca i membri hanno unanimemente deciso di inviare forze di peacekeeping in Kazakistan per un certo periodo, al fine di ristabilire l’ordine dopo le proteste popolari di massa.

Aggiunge l’esperto: l’Organizzazione può partecipare soltanto a limitate operazione di peacekeeping per la conciliazione di crisi straordinarie, ma non adotta misure militari in conflitti di grosse dimensioni, di cui un esempio è la situazione fra Azerbaigian e Armenia. Perciò la OTSC non è intervenuta in questa guerra a sostegno di un membro, ossia Erevan. Quindi gli armeni hanno duramente criticato l’alleanza, definendo fallimentare la sua politica verso Baku. Al-Essa esclude che la Russia ricorra alla clausola del Trattato sulla sicurezza collettiva relativa all’aiuto militare nell’ambito del conflitto in Ucraina.

I Paesi membri, comunque, non avrebbero la potenza necessaria per espletare un ruolo simile. Infine, la partecipazione della OTSC in azioni militari significherebbe l’inizio della Terza guerra mondiale, perché gli alleati Kiev e NATO non starebbero con le mani in mano e risponderebbero in modo speculare, nonostante le ripetute dichiarazione di assenza dell’intenzione di inserirsi nel conflitto.

Redazione Strumenti Politici
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