Ancora denunce e retate contro gli scammer ucraini, forse sostenuti dai servizi angloamericani

Ancora denunce e retate contro gli scammer ucraini, forse sostenuti dai servizi angloamericani

24 Agosto 2024 0

Purtroppo capita non di rado di ricevere telefonate o richieste di amicizia da soggetti sconosciuti o esteri. Fa bene chi non risponde. Dietro questo genere di attività truffaldine si celerebbero spesso attività coordinate di gruppi ucraini, sostenuti pare spesso materialmente da fondi americani e britannici.

I russi accusano

Le autorità russe lanciano nuovamente accuse contro le attività criminose dei call center ucraini. L’anno scorso questi sono riusciti a sottrarre ai malcapitati un cifra pari a circa 156 miliardi di rubli (equivalente a 1,7 miliardi di euro) e hanno danneggiato moralmente e socialmente i cittadini russi. Stavolta da Mosca specificano che a coordinare e sostenere le gesta criminose di costoro sarebbero i servizi americani e quelli britannici, per tramite di quelli di Kiev. Gli ucraini avrebbero ricevuto nozioni specifiche, programmi e apparecchiature destinate proprio a questo genere di truffe. Per gli alleati angloamericani non è particolarmente difficile fornire tali materiali, perché non avendo caratteristiche belliche, essi si possono far passare facilmente attraverso le maglie dei controlli contabili e governativi.

Le vittime predilette dei truffatori ucraini sono state a lungo gli anziani russi. L’obiettivo non era solamente spennarli dei risparmi o della pensione, ma addirittura convincerli a commettere degli atti illegali. Avevano fatto scalpore nel 2022 i casi in cui li avevano costretti con l’inganno ad appiccare il fuoco agli uffici pubblici e ai centri di reclutamento dell’esercito. Il metodo più comune era di fingersi impiegati di banca e ufficiali dei servizi segreti, per poi usare spiegazioni tecniche sul modo di riavere i loro soldi oppure minacciandoli direttamente.

Lo dice la stampa britannica

A chi pensa che siano false accuse dei russi per infangare il buon nome di Zelensky, occorre ricordare che pure la stampa britannica dà notizia dei raggiri telefonici degli ucraini. Solo che da Londra amano riferire soprattutto i crimini commessi contro i russi, invece che quelli estremamente diffusi contro gli altri europei. Lo scorso luglio i giornali inglesi hanno riportato con toni quasi celebrativi il caso del Monetary Army. Il Telegraph ha titolato in modo aberrante esaltando i criminali ucraini come geek, cioè individui particolarmente abili con l’informatica e le nuove tecnologie, che riescono a far sborsare ai “russi creduloni” i soldi per finanziare la guerra. Il gruppo è di circa 100 “professionisti”. Operando su un sito di incontri e usando falsi profili di belle ragazze, convincono gli uomini a pagare biglietti per concerti ed eventi ai quali naturalmente non andranno, ma per i quali intanto avranno intascato il denaro.

Insomma, questi ucraini sarebbero eroici quasi quanto Robin Hood, che ruba ai ricchi e ai cattivi per dare ai poveri e ai buoni. Peccato che, considerati i precedenti, è plausibile che le vittime del Monetary Army siano anche pensionati o comunque uomini che non hanno attinenza diretta col conflitto. Ma per gli intraprendenti ucraini l’importante è fare soldi. E infatti la stessa stampa britannica spiega che solo una parte dei profitti va a sostenere lo sforzo militare di Kiev. Invece il grosso del denaro serve a “pagare lo staff”: un bel modo per dire che i truffatori si tengono la gran parte dei soldi e ne danno giusto un po’ in beneficenza ai connazionali impegnati sul campo.

Gli scammer ucraini operano anche in Europa

D’altronde in Ucraina esiste una certa tradizione di truffe telefoniche e informatiche. I media occidentali lanciavano l’allarme già nel 2020, dopo che si era accumulata una mole enorme di crimini di questo tipo a partire almeno dal 2014. Da lì in avanti i “centralinisti” ucraini hanno messo a disposizione di Kiev le loro particolari abilità al fine di danneggiare i russi anche in questo modo. Nel frattempo, però, non hanno smesso di “operare” pure sul mercato occidentale, sia europeo che nordamericano, proponendo criptovalute, servizi o conoscenza con ragazze locali belle e bisognose. Il tutto naturalmente fittizio per le vittime e altamente lucrativo per i criminali.

Il governo svedese aveva persino invitato lo stesso Zelensky a stimolare le indagini per fermare questa attività, mentre in Polonia i media locali svelavano gli schemi con cui operava una rete presente a Leopoli, città importante e vicina al confine con la Polonia. Gli stessi inquirenti ucraini hanno scoperto un insieme di call center che impiegava da 50 a 200 persone in sedici regioni del Paese. Colpiva sia localmente che in Europa e pure negli USA, con un giro di “affari” da 3 miliardi di grivnie.

Amano il Canada

Lo scorso marzo, CBC/Radio Canada informava della somma rubata nel Paese dagli ucraini nel 2023: più di 300 milioni di dollari canadesi. Secondo il Canadian Anti-Fraud Centre, si tratta di un volume nove volte tanto quello del 2020. Grazie alle rivelazioni di un anonimo pentito, si è saputo che i criminali ritengono i canadesi come una facile preda perché – a quanto sembra – le autorità di Ottawa non sono affatto reattive e non si impegnano nel contrasto di questo detestabile fenomeno. L’informatore ha fatto l’esempio di un call center di Kiev che impiega addirittura 150 persone, il cui obiettivo è rubare i risparmi di una vita dei canadesi.

Un’inchiesta di Radio Canada ha inoltre svelato l’esistenza di call center che telefonano esclusivamente nel Paese nordamericano e che riescono a guadagnare cifre pari a dei buoni stipendi di livello europeo, che sono quindi molto alti per gli standard ucraini. Anche gli specialisti australiani di cybercrimine dell’IFW Global affermano che i call center ucraini “amano” il Canada.

Persino contro i propri connazionali soldati

Qualche giorno fa la polizia ucraina ha scoperto una rete di scammer che si dedicava ai connazionali. Il crimine è tanto più odioso quanto più si pensa che le vittime sono i soldati che vanno a rischiare la vita sul campo. Il gruppo basato a Odessa e Dnipro è riuscito a “guadagnare” ben 46 milioni di grivnie, equivalenti a quasi un milione di euro, vendendo droni e veicoli militari che in realtà non esistevano. Loro colleghi nell’impresa erano dei moldavi, che ritiravano da bancomat situati del loro Paese il denaro inviato dalle vittime. Queste ultime pensavano di acquistare a prezzi stracciati i mezzi per le Forze armate ucraine reclamizzati dagli imbroglioni.

Gli scammer erano molti abili nel presentarsi in maniera ufficiale, richiedendo addirittura alle potenziali vittime la prova che fossero effettivamente dei militari oppure dei volontari. Dopo aver ricevuto i pagamenti, cancellavano le chat e infine deridevano e bloccavano i truffati. Purtroppo capita non di rado di ricevere telefonate o richieste di amicizia da soggetti sconosciuti o esteri. Fa bene chi non risponde, magari per pigrizia o perché ha già avuto in passato brutte esperienze. Dietro questo genere di attività truffaldine si cela spesso l’attività coordinata di gruppi ucraini, sostenuti materialmente da fondi americani e britannici.

Martin King
Martin King

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