Antartide, ricognizione alla base australiana Wilkes ne rivela la pericolosità ambientale

Antartide, ricognizione alla base australiana Wilkes ne rivela la pericolosità ambientale

1 Agosto 2024 0

Nella comunità scientifica si discute di come gestire correttamente la bonifica ambientale della stazione Wilkes, base antartica australiana intitolata all’esploratore statunitense Charles Wilkes. Oggi il sito della base è in pessime condizioni ed è pieno di sostanze nocive: la ripulitura potrebbe rivelarsi un lavoro molto pericoloso.

La ricognizione della squadra francese

Una squadra di scienziati francesi ha ispezionato il sito della Wilkes nel mese di febbraio. La relazione è stata pubblicata dopo il Vertice Consultivo del Trattato Antartico (ATCM) di fine maggio. Il report dice: Il gruppo di ispezione considera preoccupante lo stato di degrado del sito abbandonato. La presenza di edifici parzialmente o completamente coperti, insieme alle notevoli quantità di rifiuti e di elementi contaminanti di vario tipo mette chiaramente a rischio l’ambiente antartico e gli ecosistemi ad esso associati o dipendenti da esso, compresi gli ecosistemi marini. I ricognitori hanno hanno visto galleggiare in acqua barili arrugginiti con combustibile e altri inquinanti. Gli edifici sono forati dall’amianto e nei loro pressi vivono dei pinguini. Su una superficie di 33 ettari giacciono circa 3mila barili arrugginiti che contenevano o contengono ancora sostanze tossiche, oltre a carcasse di animali e sporcizia di vario genere.

La storia della stazione

La Wilkes Station venne costruita dagli USA nel 1957. Due anni dopo la sua gestione passò all’Australia, da cui dista 3mila chilometri. La stazione funzionò fino al 1969, anno della sua chiusura definitiva e del suo abbandono. Il Programma Antartico Australiano (AAP) stabilì che le difficoltà logistiche e ambientali erano insormontabili, perché l’accumulo costante di neve e ghiaccio impediva le operazioni scientifiche e di manutenzione. Gli australiani decisero così di impiantare una base sostitutiva tre chilometri più in là, dandole il nome di stazione Casey, tuttora in attività.

L’opinione di Koppel

L’ecotossicologo marino Darren Koppel ha visitato la Wilkes Station nel 2017 e nel 2018. Ha dichiarato: È letteralmente congelata nel tempo. Quando fu abbandonata, fu davvero lasciata così com’era. La sua missione era di stimare i rischi di contaminazione dell’ambiente marino locale, ma all’epoca non rilevò contaminanti metallici. Tuttavia non si tratta necessariamente di una notizia confortante, spiega lo scienziato, perché tali sostanze potrebbero semplicemente essere bloccate nel ghiaccio. Dunque potrebbero essere liberate con l’eventuale arrivo di una stagione appena un po’ più calda. Avverte anche le operazioni di ripulitura dovrebbe essere basate su monitoraggi e valutazioni estese e complete. Infatti, non essendo stato ancora terminato l’inventario definitivo della base, potrebbero nascondersi dei rischi per gli stessi componenti della spedizione di bonifica.

Tentativi di ripulitura

Alcune missioni di ripulitura sono già state effettuate dagli australiani, ma ne serviranno ancora altre. Nel 2022 il governo Morrison aveva destinato i fondi per un programma quinquennale denominato Cleaner Antarctica Strategy. L’anno scorso si era recato alla stazione Wilkes un team dotato di radar montati su droni e strumenti capaci di penetrare nel terreno. Un membro ha dichiarato che le prossime operazioni di ripulitura dovranno evitare attentamente di causare un peggioramento del problema dell’inquinamento della base. Ha infatti spiegato che si tratta di un luogo pericoloso ed estremamente complicato dal punto di vista logistico. La squadra francese che vi si era recata a febbraio ha elogiato questi sforzi, ma ha anche raccomandato “l’immediata implementazione di azioni graduali di bonifica ambientale”.

Marco Fontana
marco.fontana

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.