Le recenti mosse diplomatiche nel conflitto del Sahara Occidentale

Le recenti mosse diplomatiche nel conflitto del Sahara Occidentale

30 Luglio 2024 0

Sulla stampa mainstream la questione del Sahara Occidentale passa sempre in secondo piano rispetto ad altre crisi internazionali, eppure intorno ad essa non si fermano mai le schermaglie diplomatiche e le azioni paramilitari.

Dalla parte del Marocco

Il Malawi sta col Marocco sulla questione delle “province meridionali”, i territori che costituiscono il conteso Sahara Occidentale. Ha ribadito il suo “irremovibile supporto” alla posizione di Rabat nel corso nel recente vertice tenutosi nella città di Laayoune, proclamata capitale dagli indipendentisti sahrawi, ma oggi sotto il controllo marocchino. Proprio qui nel 2021 il Malawi ha aperto un consolato generale proprio per dimostrare la sua vicinanza. Al summit hanno partecipato il ministro degli Esteri malawiano Nancy Tembo e quello marocchino Nasser Bourita. La Tembo ha riaffermato il supporto del suo Paese all’integrità territoriale del Marocco e alla piena sovranità sulle province meridionali. Ha espresso approvazione per il piano marocchino di autonomia, definendolo come la via più credibile e realistica alla risoluzione della disputa. Bourita ha sottolineato il rafforzamento delle relazioni bilaterali col Malawi grazie alla firma di alcuni accordi su agricoltura, istruzione e sviluppo delle infrastrutture.

Dalla parte dei sahrawi

Dalla parte degli indipendentisti vi sono diversi Paesi fra cui Algeria, Bolivia, Iran, Vietnam e Sudafrica. Qualche giorno fa durante una discussione parlamentare il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha promesso di continuare a sostenere la causa del Sahara Occidentale, oltre a quelle di Cuba e Palestina: non ritirerò mai la solidarietà ai popoli schiacciati dal giogo dell’oppressione e dell’assoggettamento. Teheran aiuta il Fronte Polisario anche materialmente, con missili terra-aria e bombe da mortaio di nuovo tipo, secondo un reportage di La Revue Afrique. Gli iraniani coordinano pure il lavoro nei campi di addestramento dei miliziani del fronte in Algeria. Il Marocco ha offerto all’Iran il modo di defilarsi dalla sua assistenza ai sahrawi per passare invece a una “neutralità positiva”, ma Teheran non ascolta questi avvertimenti sulla pericolosità di tale approccio, che destabilizza l’intera area. Infatti agli iraniani interessa proprio l’opportunità di rafforzare la loro influenza sul Nord Africa.

Polisario e Londra

In questo momento il Fronte Polisario cerca l’appoggio di un attore internazionale di grosso peso quale il Regno Unito. Il suo leader Brahim Ghali ha infatti inviato le congratulazioni per la vittoria elettorale a Keir Starmer, da poco nominato nuovo premier britannico. Nel suo messaggio Ghali ha evidenziato il legame fra la sua organizzazione e il Partito Laburista di Starmer, oltre al “deciso supporto” che alcuni parlamentari laburisti darebbero alla causa separatista sahrawi. Secondo gli esperti, però, questa esaltazione degli ottimi rapporti con Londra serve soltanto a riscaldare il consenso interno, ma non può avere alcun effetto sul piano internazionale. Infatti il tentativo di ingraziarsi il nuovo governo britannico passa in secondo piano rispetto alla partnership strategica fra Regno Unito e Marocco.

A questo proposito Abdelwahab Alkayen, presidente di “Africa Watch”, ha detto che l’approccio di Polisario echeggia la retorica della Guerra Fredda, finalizzata a guadagnarsi la simpatia e l’appoggio dei leader occidentali e potenzialmente scontrandosi con la loro posizione sul conflitto nel Sahara. Secondo Alkayen, ben difficilmente Starmer devierà dalla linea ufficiale britannica per avallare le pretese degli indipendentisti, indebolendo così gli interessi strategici britannici nella regione.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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