Zelensky visita Varsavia: la rabbia degli agricoltori polacchi per il grano ucraino porta alle dimissioni il Ministro dell’Agricoltura

Zelensky visita Varsavia: la rabbia degli agricoltori polacchi per il grano ucraino porta alle dimissioni il Ministro dell’Agricoltura

10 Aprile 2023 0

La visita di Volodymyr Zelensky a Varsavia la settimana scorsa ha avuto un pesante contraccolpo sulla politica interna della Polonia. La sua presenza è stata infatti la miccia che ha fatto esplodere la rabbia degli agricoltori polacchi, indirizzata verso la concorrenza sleale che il grano ucraino sta facendo suo malgrado a quello polacco. L’Unione Europea ha messo una toppa che è stata percepita come peggiore del buco. E a rimetterci è stato il ministro dell’Agricoltura polacco Henryk Kowalczyk, che ha dato le dimissioni il giorno successivo all’arrivo del presidente ucraino.

La questione del grano ucraino sul mercato europeo

Gli agricoltori polacchi sono stati fortemente colpiti dall’import di grano ucraino. L’impatto che ha avuto sui prezzi è dovuto all’esenzione dai dazi concessagli dalla Commissione Europea, la quale ha prorogato tale beneficio fino al giugno del prossimo anno. In Polonia, invece, volevano che le tariffe di importazione fossero finalmente reintrodotte, al fine di portare equilibrio sul mercato interno invaso dal grano ucraino a basso costo. E il problema riguarda anche altri Paesi dell’Europa centrale e orientale.

Bruxelles ha risposto stanziando 50 milioni di euro a favore del settore agricolo di Polonia, Bulgaria e Romenia, ma non è bastato. I primi ministri di cinque Stati membri, tra cui appunto la Polonia, hanno scritto alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen per sollecitare un intervento immediato sulla questione, che potrebbe avere ripercussioni politiche e sociali non indifferenti. Su Twitter, il premier Mateusz Morawiecki ha così commentato la lettera congiunta: Aiutamo l’Ucrana, ma facciamolo in modo saggio e soprattutto mettiamo al primo posto gli interessi del Paese e degli agricoltori polacchi!

Le dimissioni del Ministro dell’Agricoltura

Il ministro Kowalczyk ha preso atto di non poter placare le proteste degli agricoltori, non avendo la possibilità di rimediare in alcun modo al problema. In un certo senso, però, scarica la colpa proprio sulla UE: Poiché è evidente che questa richiesta non verrà soddisfatta dalla Commissione Europea in questa fase, ho deciso di dimettermi dalla carica di Ministro dell’Agricoltura.

Il suo ritiro va infelicemente a coincidere con due elementi: la visita di Zelensky e una causa strettamente connessa a quegli aiuti che i Paesi europei stanno concedendo all’Ucraina da oltre un anno. La tempistica scelta da Kowalczyk è forse persino peggiore del motivo stesso, perché mette in grossa difficoltà il governo quando mancano circa sei mesi alle prossime elezioni parlamentari. E non accontenta per nulla gli agricoltori. Uno dei organizzatori delle proteste, Stanisław Barna, si chiede infatti a cosa possano effettivamente servire le dimissioni del ministro: Noi chiediamo aiuto qui ed ora. Non ci tireremo indietro nemmeno se cambia il ministro.

Un problema grosso per il governo

Le istanze degli agricoltori rappresentano un tema chiave per il partito di maggioranza, il PiS (Diritto e Giustizia), nel cui bacino elettorale un elemento importante è proprio la popolazione rurale. Quest’ultima ha sempre mostrato riluttanza verso l’idea dell’appoggio incondizionato e a tempo indeterminato per Kiev nel conflitto contro la Russia. Il governo a guida PiS ha invece trasformato la Polonia in un Paese “falco” fra i membri della UE e della NATO.

La campagna elettorale inizierà fra pochi mesi: che cosa farà il premier Morawiecki? Dovrà modificare l’atteggiamento polacco per non perdere completamente i voti degli agricoltori? Certamente dovrà difendere gli interessi del settore agricolo nazionale, ma il quadretto idilliaco delle nazioni-sorelle, quella polacca e quella ucraina, è ormai rovinato. Per quanti richiama faccia Zelensky ai secoli di storia comune e di cooperazione fra i due popoli, stanno comunque tornando a galla i rancori mai sopiti del XX secolo.

Ed è il governo di Varsavia a riportarli alla memoria, anche se involontariamente, come nel caso delle richieste di riparazioni belliche alla Germania. Nel rinfacciare a Berlino il mancato pagamento dei danni, in Polonia a qualcuno è venuto in mente che andrebbero chiesti anche a Kiev. La ragione è costituita dalle stragi compiute dall’Esercito insurrezionale ucraino (UPA), che massacrò 100mila polacchi sotto la guida di quello che oggi in Ucraina è celebrato come eroe nazionale, Stepan Bandera.

La visita di Zelensky: dateci più armi!

A Varsavia, Zelensky ha incontrato il primo ministro Morawiecki e il presidente Andrzej Duda. Quest’ultimo lo ha insignito del più alto riconoscimento nazionale polacco, l’Ordine dell’Aquila Bianca. Zelensky ha ringraziato la Polonia per il suo aiuto, avendo ospitato e sfamato centinaia di migliaia di ucraini. Si parla in totale di 1 milione e mezzo di profughi accolti, di sicuro la cifra maggiore sostenuta da un Paese UE.

Sul piano militare, la Polonia non solamente è il principale territorio di transito delle forniture NATO, ma è essa stessa promotrice della fornitura di armamenti sempre più potenti. Prima i carri armati da combattimento, e adesso i caccia: Varsavia ha già dato quattro MiG-29 e si prepara a mandarne altri quattro, come dichiarato dallo stesso Duda. Zelensky ha sottolineato l’importanza dell’intesa  bellica con la Polonia, ma è tornato a chiedere più armi. Ha spiegato infatti che sono indispensabili altre munizioni da impiegare in tutta l’Ucraina e soprattutto nella battaglia di Bakhmut, per concluderla più rapidamente.

Tra l’altro, in questo modo, ha contraddetto la versione dei media mainstream che raccontano di un esercito ucraino che vince facilmente su quello russo e ha confermato le difficoltà delle sue truppe su tutti i fronti e a Bakhmut in particolare. La visita di Zelensky a Varsavia ha avuto un pesante contraccolpo sulla politica interna della Polonia. La sua presenza è stata infatti la miccia che ha fatto esplodere la rabbia degli agricoltori polacchi, indirizzata verso la concorrenza sleale che il grano ucraino sta facendo suo malgrado a quello polacco.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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