Polonia e Germania, un’altra rottura nel fronte pro-Ucraina

Polonia e Germania, un’altra rottura nel fronte pro-Ucraina

1 Aprile 2023 0

L’Unione Europea e la NATO cercano di mostrarsi al mondo come un fronte compatto e omogeneo. Talvolta, però, le crepe di tale muraglia politica si allargano improvvisamente, mostrando una spaccatura più profonda di quanto raccontato. La richiesta del governo polacco di ottenere dalla Germania il pagamento dei danni di guerra, quindi, ha fatto molto discutere sia sul piano interno che sulla scena internazionale.

Il primo ministro Mateusz Morawiecki ha parlato delle riparazioni tedesche dovute alla Polonia il 20 marzo, durante una conferenza tenuta ad Heidelberg proprio nel corso della sua visita ufficiale in Germania. Bruxelles finora ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco di fronte alle controversie scatenate da Varsavia, che propone da ben prima del 24 febbraio 2022. La cosiddetta “operazione militare speciale” di Mosca infatti ha sconvolto i piani della Commissione Europea, che voleva costringere i governi ribelli come quello polacco e quello ungherese ad allinearsi totalmente ai criteri della UE.

Purtroppo per gli europeisti, però, Bruxelles deve costantemente venire a patti con Budapest e Varsavia per non perdere il loro appoggio nella sfida contro la Russia.

L’Unione Europea e il paradosso polacco

Un esempio di questo atteggiamento è la recente pubblicazione a firma di Arndt Freytag von Loringhoven, diplomatico tedesco con un lungo curriculum. Ha infatti servito come ambasciatore di Germania a Varsavia e a Praga, ha lavorato all’ambasciata tedesca a Mosca e ha diretto i servizi di intelligence del suo Paese e anche quelli della NATO.

Ebbene, nel medesimo articolo egli riesce a lodare il governo polacco per gli sforzi di sostegno all’Ucraina e a definirlo come portatore di politiche nazionaliste e illiberali che continuano a minare l’unità europea. Secondo l’ex ambasciatore, la Polonia tiene un atteggiamento che ostruisce la costruzione di una UE forte, necessaria per garntire la sicurezza e la prosperità del continente. Insomma, al di fuori della UE non v’è salvezza e chi non è allineato diventa automaticamente “illiberale” e “nazionalista”.

Il governo polacco sarebbe inoltre colpevole di aver tentato di creare un club di partiti euroscettisti e aveva persino organizzato un vertice di leader di codesti partiti, molti dei quali sono amici o simpatizzanti di Putin. Comunque il titolo dell’articolo di von Loringhoven è “Complimenti alla Polonia per il sostegno all’Ucraina. E adesso che si comporti bene con la Germania”. Insomma, paradossi a iosa, fra lodi al sostegno di una causa nazionale, accuse di nazionalismo, richieste di gentilezza verso la propria nazione, il tutto mescolato a un po’ di russofobia d’ordinanza.

Ma Polonia e Germania litigavano già prima

La richiesta di Morawiecki è una pesante picconata che rischia di aprire una voragine nel fronte pro-Ucraina. Ma gli screzi fra Varsavia e Berlino erano iniziati già alcuni anni fa. Nel 2021 l’ex primo ministro (oggi vice premier) Jarosław Kaczyński aveva accusato la Germania di voler creare un “Quarto Reich” appoggiandosi all’Unione Europea. Il governo polacco lanciò una campagna di poster raffiguranti i vertici tedeschi sullo sfondo di svastiche e altri simboli nazisti. Quando poi il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato il piano tedesco di spesa militare da 100 miliardi di euro, Kaczyński ha domandato ironicamente se questo progetto fosse rivolto contro la Russia oppure contro la Polonia.

E la richiesta di riparazione dei danni della Seconda guerra mondiale era già stata avanzata lo scorso anno proprio dall’ex premier, che ha annunciato la cifra di 1,3 trilioni di dollari. Ma Berlino non si tira certo indietro se si tratta di dare risposte piccate. Quando il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak ha accusato la Germania di aver condotto una politica energetica che ha fruttato miliardi ai russi, è arrivata subito la replica al veleno. L’ambasciatore tedesco a Varsavia Thomas Bagger ha dichiarato: Il ministro sa quanti miliardi di zloty la Polonia ha pagato a Mosca ogni anno in cambio dell’energia russa? Il successore di von Loringhoven è stato quindi convocato dal governo polacco per protestare ufficialmente contro tale frase.

E ora litigano sul sostegno militare a Zelensky

Oggi, un altro motivo di rivalità sussiste proprio sulla questione ucraina. Il governo polacco accusa la Germania di dare a Kiev solamente un aiuto di facciata, allo scopo esclusivo di ottenere compiacenza e approvazione sul piano internazionale. E in questo modo, mettendo in ombra gli sforzi polacchi. Mentre Zelensky preme per avere più armi possibili in vista di un’ipotetica controffensiva di primavera, i suoi due grandi alleati si lanciano frecciatine e si scambiano accuse reciproche.

E gli mandano armamenti che lasciano a desiderare. Intanto i polacchi gongolano, perché credono di essere stati loro ad aver convinto Scholz ad autorizzare l’invio dei carri Leopard. E al tempo stesso criticano il cancelliere perché non mette a disposizione i pezzi di ricambio. Berlino dice di rivolgere tale lamentela non al governo, ma ai fabbricanti di armi.

Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha a sua volta biasimato i polacchi perché vogliono spedire sul campo dei carri armati vecchi di decenni e che necessitano di manutenzione. Secondo lui, i Leopard 2A4 in che Varsavia invierà a Zelensky non sono niente di speciale, per usare un eufemismo.

Le motivazioni della richiesta, vere e presunte

Il premier polacco ha motivato la richiesta dei danni ai tedeschi spiegando che tale compensazione serve il fine di riconciliare i carnefici con le vittime. È una riconciliazione necessaria come non mai, in questo momento cruciale della storia d’Europa nel quale affrontiamo enormi sfide comuni. Il vero motivo, però, potrebbe essere leggermente diverso.

Lo suggerisce il portale Niezależny dziennik polityczny, secondo il quale ciò di cui il governo polacco ha bisogno in questo momento non è riconciliazione, ma soldi! Infatti i mezzi finanziari scarseggiano, ma sono indispensabili per attuare il Piano di ricostruzione nazionale (KPO) e dare seguito alle promesse elettorali fatte da Diritto e Giustizia (PiS), il partito di governo. E mentre l’inflazione sale al 18%, il tenore di vita della popolazione polacca continua a scendere. La Polonia si è accollata la fatica umanitaria e sociale di assistere i rifugiati ucraini e ha fatto sacrifici pur di inviare aiuti finanziari e militari all’Ucraina.

Il risultato di un anno di sforzi è stato quello di di puntellare la tenuta del governo Zelensky a discapito della stabilità interna della Polonia stessa, ma a Varsavia sanno che la pazienza dei polacchi potrebbe presto terminare.

Dare oggi all’Ucraina per prenderne un pezzo domani

Per il Niezależny dziennik polityczny, il governo Morawiecki è accecato dalla prospettiva di prendersi un pezzo di Ucraina, almeno una parte delle regioni abitate da una forte minoranza etnica polacca. E dunque non ha potuto vedere che il missile caduto lo scorso novembre presso il villaggio di Przewodów, che ha ucciso due polacchi, era un ordigno ucraino. O meglio fa finta di non vedere, perché un’ammissione aperta farebbe arrabbiare anzitempo i cittadini polacchi.

Di ragioni per aizzare l’opinione pubblica contro Kiev, infatti, ce ne sarebbero già abbastanza. Sono ancora vive nella memoria nazionale le stragi compiute dagli ucraini nella prima metà del XX secolo e le mutilazioni territoriali subite dalla Polonia. Al seguito degli occupanti nazisti, l’Esercito insurrezionale (UPA) di Stepan Bandera, eroe nazionale ucraino, compì terribili massacri in Volinia e in Galizia orientale, uccidendo circa 100mila polacchi, anche donne e bambini.

In Polonia questi fatti sono considerati come un genocidio in pieno regola. E allora qualcuno oggi si domanda perché non pretendere le riparazioni di guerra anche al governo di Zelensky, invece che limitarsi alla Germania.

Tenersi buoni gli americani

Potrebbe essere Washington una delle ottime ragioni che impongono a Varsavia di fare il più a lungo possibile buon viso a cattivo gioco nei confronti di Kiev. L’amministrazione americana sta tenendo da tempo gli occhi puntati sulla Polonia, che vorrebbe trasformare in un avamposto di contenimento della Russia. L’enfasi del governo Morawiecki sulle sanzioni anti-russe e sull’appoggio militare a Zelensky giustificano l’attenzione degli USA. Sullo sfondo di un budget in difficoltà, Varsavia vorrebbe aumentare la sua spesa militare al 4% del PIL, che è il doppio del contributo richiesto agli Stati membri della NATO.

Fino al 24 febbraio 2022 Joe Biden descriveva la Polonia come un Paese in cui “la democrazia è minacciata”, per poi recarvisi addirittura due volte in undici mesi. L’interesse americano per Varsavia è cresciuto al punto da generare la frase “il centro di gravità europeo si è spostato a est”. L’Unione Europea e la NATO cercano sempre di mostrarsi al mondo come un fronte compatto e omogeneo. Le crepe di tale muraglia possono allargarsi improvvisamente e mostrare una spaccatura più profonda di quanto raccontano. La richiesta del governo polacco di ottenere dalla Germania il pagamento dei danni di guerra rappresenta una di queste crepe.

Martin King
Martin King

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici