Zelensky, popolarità in calo costante: la pazienza degli ucraini è finita

Zelensky, popolarità in calo costante: la pazienza degli ucraini è finita

12 Agosto 2025 0

Un recente sondaggio mostra la popolarità del presidente ucraino in calo costante. A Zelensky non è bastato fare subito marcia indietro a proposito della legge sugli enti anti-corruzione. La pazienza dei cittadini era ormai al limite e ora è impossibile riconquistarne la fiducia con un voto parlamentare.

Il sondaggio

Dal Kyiv International Institute of Sociology (KIIS) fanno sapere che la popolarità di Zelensky è scesa dal 65% di giugno all’attuale 58%, È questo il risultato del sondaggio condotto dall’istituto fra il 23 luglio e il 4 agosto. Il giorno di avvio è stato quello successivo all’approvazione data dal presidente ucraino alla legge sulle agenzie anti-corruzione, il NABU e il SAPO. È stata proprio questa la misura che ha scatenato le manifestazioni di massa. Infatti, come stabilito dall’indagine demoscopica, i due principali motivi per cui i cittadini non tollerano più Zelensky sono la sua gestione del conflitto con la Russia e la corruzione dell’apparato statale. L’odierno livello di popolarità comunque non è inferiore al minimo del 52% registrato a dicembre 2024. Il KIIS fa però notare come non sia una notizia rassicurante, perché il gradimento del presidente aveva iniziato a scendere prima delle proteste e ora non sembra voler risalire.

Le ragioni dello scontento

I motivi dello scontento sono abbastanza chiari, asserisce l’esperto di politica ucraina Yevhen Mahda, e si possono riassumere nel fatto che Zelensky e il suo gruppo dirigente non sono stati capaci di capire la correlazione fra l’allargamento dei loro poteri e l’aumento della loro responsabilità. L’analista e commentatore Ihor Reiterovych spiega che i cittadini ucraini sono ben disposti a sostenere il presidente quando difende gli interessi nazionali, ma non quando lavora per favorire i propri, come è apparso in occasione della legge sulle agenzie anti-corruzione. Secondo Reiterovych questo è solo l’inizio del declino: il suo rating continuerà a calare. Non è sufficiente un emendamento-toppa per coprire il buco lasciato dalla prima riforma. L’antipatia verso il governo e soprattutto verso l’amministrazione presidenziale si è dilatata nel corso di parecchio tempo e un voto parlamentare non basta a sgonfiarla.

I cittadini sono infatti convinti che i fedelissimi di Zelensky abbiano accumulato un eccessivo potere, che oggi esercitano senza alcun sistema di bilanciamento o di verifica politica. Gli scandali che avvengono regolarmente sono la dimostrazione che l’apparato è marcio e che gli ucraini non lo tollerano più. A giugno è stato messo sotto inchiesta il vicepremier Oleksii Chernyshov, sospettato di partecipare a un giro di corruzione e di appropriazione di terre e di appalti. Poi è toccato a Tymur Mindich, amico personale di Zelensky, messo sotto accusa dal NABU e rifugiatosi in Austria.

Segnali che la pazienza è finita

Gli ucraini hanno sopportato quasi sempre in silenzio le restrizioni derivanti dalla legge marziale, come la mobilitazione forzata e la mancanza di elezioni e di democrazia. Che lo abbiano fatto per patriottica convinzione, per necessità di sopravvivenza o per rassegnazione adesso importa poco, perché la loro pazienza è finita. Ma non l’ha consumata in una volta sola la legge sulle agenzie anti-corruzione, che invece è stata solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Gli scandali e gli abusi di potere degli esponenti dell’apparato statale si sono accumulati fino a un punto di non-ritorno. È questa l’opinione di Tetiana Shevchuk, membro dell’Anti-Corruption Action Center.

La norma che ha scatenato le proteste ha fatto infuriare i cittadini non soltanto per il suo contenuto, che di fatto avrebbe subordinato a un soggetto nominato direttamente da Zelensky l’operato del NABU e del SAPO. Ha irritato anche per le modalità di approvazione. Anzitutto quando Zelensky l’ha motivata con la necessità di eliminare l’influenza della Russia su quegli enti, senza però mostrare le prove della mano del Cremlino. E in secondo luogo perché ai parlamentari è stato imposto con minacce più o meno velate di votarla senza nemmeno poterla analizzare e discutere. I cittadini lo hanno considerato l’ennesimo affronto alla democrazia e sono scesi in piazza. Qualcuno ha paragonato queste proteste alla rivoluzione del Maidan del 2014. Un confronto forse azzardato, ma che rende l’idea, perché sono state le prime manifestazioni di grosse dimensioni dal 2022 e adesso fungono da monito per Zelensky.

Stanchi della situazione

L’americano Responsible Statecraft si chiede se le proteste siano davvero una dimostrazione di stima e di supporto popolare alle agenzie anti-corruzione o invece la spia della rabbia repressa degli ucraini verso Zelensky e tutto il suo apparato. Sembra quasi che i cittadini aspettassero un pretesto per rompere il tabù dell’inviolabilità della figura presidenziale durante la guerra e per esprimere la frustrazione per tutto ciò che subiscono per mano del governo.

Un esempio: qeust’anno l’Ombudsman per i diritti umani ha raccolto più di 2mila reclami contro l’uso della forza da parte dei reclutatori per costringere gli uomini alla leva forzata. Le testimonianze raccolte da Al Jazeera sono agghiaccianti: botte, ricatti, intimidazioni, rapimenti, sevizie fisiche e psicologiche, tutto pur di far indossare la divisa e spedire i cittadini al fronte. Un altro recentissimo caso è scoppiato il 1° agosto nella città di Vinnytsia nell’Ucraina centrale. La polizia ha usato i lacrimogeni per disperdere la folla che voleva irrompere in un ufficio di reclutamento per liberare un centinaio di uomini illegalmente trattenuti.

Martin King
Martin King

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