Zelensky insiste con la mobilitazione, ma gli ucraini non vogliono andare al fronte: lo ammettono persino i media americani

Zelensky insiste con la mobilitazione, ma gli ucraini non vogliono andare al fronte: lo ammettono persino i media americani

29 Maggio 2024 0

Kiev ha un disperato bisogno di uomini da mandare al fronte, ma gli ucraini altrettanto disperatamente cercano di sottrarsi all’obbligo. Persino canali americani mainstream come la NBC e la CNN certificano questo stato di cose, con reportage sul posto e interviste a ufficiali e cittadini comuni. E fra gli ucraini si sta diffondendo l’idea che sia opportuno posare le armi e sedersi al tavolo delle trattative.

Arruolamenti in calo anche fra gli stranieri

Il reclutamento di mercenari è bene accetto dai comandi ucraini, dal momento che mancano i cittadini che vogliono combattere. Tuttavia, quello dei miliziani stranieri costituisce un tema piuttosto scottante per il governo di Kiev e per gli alleati euroatlantici. Così, nessuno tiene il conto preciso degli arruolati, dei tornati, dei feriti e degli uccisi. Le cifre più attendibili parlano di 14mila stranieri volontari dal 24 febbraio 2022 in poi, dei quali ne sono deceduti 6mila, cioè quasi la metà. Quando l’afflusso degli europei ha iniziato a scendere sono arrivati i sudamericani, venuti a fare la guerra de los blancos esclusivamente per denaro. Qualcuno li ha chiamati “soldati di sventura”. Le autorità ucraine infatti non li trattano bene: li assegnano ai compiti più rischiosi e per non farli andar via trattengono loro la paga e reprimono chi si lamenta.

Pure i delinquenti possono partire

Zelensky ha provato a rattoppare la situazione firmando due settimane fa una legge per reclutare anche i detenuti. Secondo i calcoli del governo, in questo modo l’esercito otterrebbe fino a 20mila uomini in più. Ai condannati che rispondono a determinati requisiti viene offerta la scelta se rimanere in carcere oppure arruolarsi. Il premio sarà la libertà vigilata al termine del periodo di servizio. La viceministro di Giustizia Olena Vysotska ha comunicato che sarebbero già 4500 i carcerati intenzionati a entrare nelle fila dell’esercito. Un articolo della nuova legge però impone loro di restare in servizio fino alla fine delle ostilità – ovviamente nessuno sa quando ci sarà la pace. La norma sta esacerbando ulteriormente gli animi degli ucraini. Già contrari alla mobilitazione forzata, oggi sono scontenti che ai condannati venga data facoltà di scegliere, mentre i cittadini comuni vengono mandati al fronte anche contro la loro volontà.

Zelensky abbassa l’età per il fronte

Una delle norme più eclatanti e discusse della nuova legge è quella che abbassa da 27 a 25 anni l’età per combattere. In realtà, pare che a causa della decennale crisi demografica questi due anni di estensione verso il basso non faranno la differenza sul campo. Verranno coinvolte anche le donne dotate di qualifiche mediche, ma non dovranno necessariamente andare al fronte. Ogni categoria che viene aggiunta all’elenco dei possibili soldati va comunque bene a Zelensky, che già dalla fine dello scorso anno sapeva di necessitare di ben 500mila soldati per continuare le operazioni belliche nel 2024. Per adesso non si sa quanti ucraini saranno effettivamente chiamati a servire. Sebbene la legge abbia inasprito le pene contro i disertori, il comandante in capo delle Forze armate Oleksandr Syrskyi ha affermato che il numero finale sarà significativamente inferiore alle aspettative.

Gli ucraini non vogliono arruolarsi

Sui social circolano video inquietanti che mostrano come i reclutatori mettano in atto dei veri e propri sequestri di persona su coloro che devono essere arruolati. In altri video, invece, gli incaricati hanno la peggio, presi a botte dai cittadini o cacciati in malo modo. Immagini del genere non finiscono nei telegiornali europei, timorosi di diffondere notizie che favoriscano la narrazione russa. Ma i media non possono più ignorare la situazione. Un reporter del canale americano NBC ha intervistato un avvocato di Kiev, che ha voluto rimanere anonimo. Quando vedi qualcuno in uniforme, ti prende il panico. Cominci a pensare che verranno a prenderti per la mobilitazione contro la tua volontà, rivela. Spiega che non è la mobilitazione in sé a spaventare, ma il modo in cui si svolge. Infatti in un attimo si viene prelevati dal proprio mondo e si finisce in una realtà di fatica, spari e privazioni.

Dissonanza cognitiva

Secondo il politologo Volodymyr Fesenko, molti ucraini sperimentano una sorta di “dissonanza cognitiva”. Desiderano tanto la vittoria contro la Russia, ma al tempo stesso non vogliono essere coinvolti personalmente, non vogliono andare in battaglia. Quindi si nascondono o scappano all’estero pur di non essere arruolati. Sono disposti a correre rischi materiali e finanziari per evitare l’esercito. Preferiscono credere che il successo di Kiev dipenda in ultima analisi dagli aiuti militari degli alleati euroatlantici. Però questi ultimi tardano ad arrivare: e allora a chi dare la colpa delle crescenti sconfitte? Comunque aumenta il numero degli ucraini che sta cominciando a chiedere al governo di valutare la possibilità di una tregua o di un accordo di pace, che ridia al Paese una qualche sorta di normalità.

Tracciare i renitenti che risiedono all’estero

Tutti i maschi dai 18 anni in su devono registrarsi presso gli uffici di leva e portare sempre i documenti con sé. La CNN ha intervistato un uomo ucraino determinato a non andare al fronte. In forma anonima – per timore di rappresaglie – ha spiegato che se dovesse ricevere la “cartolina” scapperebbe dal Paese. Secondo lui Kiev ormai non ce la farà più a riconquistare i territori. Così per salvarsi dovrebbe concentrarsi su un accordo di tipo politico con alleati e avversari. Giustifica la sua intenzione di disertare spiegando che potrebbe essere utile al suo Paese guadagnando soldi all’estero e spedendoli in patria, molto più che non scavando trincee o montando la guardia a basi militari.

Tuttavia, proprio per impedire che tali convinzioni si tramutino in realtà, il governo ha aumentato i controlli alle frontiere e ha sospeso i servizi consolari per i maschi in età di leva che risiedono all’estero. Ai maschi dai 18 ai 60 anni è proibito espatriare. L’obbligo di presentarsi entro 60 giorni agli uffici di reclutamento per verificare la propria posizione nei confronti dell’esercito dovrebbe permettere a Kiev di capire quanti uomini potrà mettere in campo nei prossimi mesi e quanti invece sono all’estero e intendono rimanerci.

Prospettive non buone

Il comandante delle Forze congiunte dell’esercito ucraino Yurii Sodol ha comunicato di parlamentari di Kiev che nelle regioni orientali del Paese i russi dispongono di un numero di uomini dalle 7 alle 10 volte superiore rispetto agli ucraini. La schiacciante inferiorità costituisce un terribile elemento di pressione nei confronti delle truppe. Un ufficiale della 128esima Brigata d’assalto di montagna ha dichiarato alla CNN che mobilitare forze fresche è fondamentale, perché i soldati al fronte sono stanchissimi e rischiano di impazzire. Kiev ha un disperato bisogno di uomini da mandare al fronte, ma gli ucraini altrettanto disperatamente cercano di sottrarsi all’obbligo. Persino canali americani mainstream come la NBC e la CNN certificano questo stato di cose, con reportage sul posto e interviste a ufficiali e cittadini comuni. E fra gli ucraini si sta diffondendo l’idea che sia opportuno posare le armi e sedersi al tavolo delle trattative.

Martin King
Martin King

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