Venezuela contro Guyana, continua la disputa territoriale

Venezuela contro Guyana, continua la disputa territoriale

28 Novembre 2022 0

La diatriba fra Venezuela e Guyana a proposito del Territorio Esequibo va avanti. La scorsa settimana la Corte Internazionale di Giustizia, con sede all’Aia, ha ricevuto le osservazioni dei rappresentanti dei due Paesi. Da ormai due secoli Caracas non riconosce la sovranità di Georgetown su questa area delimitata ad est dal fiume Essequibo, che il Venezuela considera il suo confine naturale. La linea di demarcazione fu tracciata ufficialmente nel 1899 dal Tribunale arbitrale di Parigi, quando la Guyana era ancora parte dell’Impero Britannico. Nel 2018 la Guyana ha chiesto all’Aia di porre fine alla vicenda ratificando l’attuale frontiera. Chiamata anche Guayana Esequiba, la zona contestata è grande quasi 160mila chilometri quadrati, più della metà della Guyana stessa, e vi abitano 125mila persone, quasi un sesto di tutta la popolazione guyanese. Oggi la sovranità su questo territorio ha acquisito un’importanza nuova, quella relativa ai diritti sull’area marittima nella quale si trovano imponenti giacimenti di petrolio e gas.

Il Venezuela ha chiesto alla Corte di respingere la richiesta guyanese di confermare il confine che fu stabilito a Parigi. La vicepresidente venezuelana Delcy Rodríguez ha dichiarato: Dimostreremo che la richiesta della Guyana è irricevibile. Il governo di Caracas vorrebbe risolvere la questione della Zona en Reclamación tramite negoziati diretti con Georgetown e asserisce che anche il Regno Unito dovrebbe essere parte in causa, perché lo era nell’arbitrato del 1899 che riguardava appunto la Guyana Britannica. A sua volta, il governo di Georgetown sostiene che il Venezuela non è riuscito a portare prove sufficienti che giustifichino il rigetto della richiesta. Il legale guyanese Carl Greenidge ha dichiarato alla Corte: Una cosa, comunque, è assolutamente chiara, e cioè che il Venezuela non desidera che la Corte valuti nel merito le richieste della Guyana, perché altrimenti finirebbe per convalidare quanto stabilito a suo tempo dal lodo di Parigi. Aveva fatto scalpore lo scorso settembre la foto postata sui social dal presidente venezuelano Nicolás Maduro, nella quale si vedevano le cascate Kaietur, una famosa attrazione turistica guyanese, collocate in una mappa del Venezuela che comprendeva anche l’Essequibo. Molti cittadini guyanesi hanno denunciato l’accaduto chiedendo che Facebook e Twitter rimuovessero tale pubblicazione “illegale e offensiva”. Gli abitanti dell’Essequibo sono parte di Georgetown, perché credono non esista nulla da restituire, in quanto il territorio non è mai stato sotto effettivo controllo venezuelano. Inoltre, se in passato erano i guyanesi a scappare dalla povertà emigrando in Venezuela – il quale conferiva automaticamente la cittadinanza a tutti i nati nell’Essequibo – oggi avviene il contrario, perché sono i venezuelani a cercare rifugio in Guyana: ve ne sono 25mila, di cui alcune migliaia proprio nel Territorio Esequibo.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

Iscriviti alla newsletter di StrumentiPolitici