Uruguay, aumenta la produzione di carne e latte, ma ai cittadini manca l’acqua potabile

Uruguay, aumenta la produzione di carne e latte, ma ai cittadini manca l’acqua potabile

28 Settembre 2023 0

In Uruguay stanno emergendo delle contraddizioni legate alle condizioni economiche e alimentari della popolazione. Se da un lato la produzione di carne e di latte sta andando molto bene – al punto che si cercano nuovi mercati di sbocco -dall’altro i cittadini denunciano la scarsa qualità dell’acqua corrente. Sempre di meno e sempre più salata, quindi poco salutare.

Export verso il Messico

Montevideo ha annunciato che riprenderà le esportazioni di carne verso il Messico. Per i prossimi due anni ha autorizzato ventidue mattatoi a lavorare e vendere carne bovina e ovina ai messicani.  L’export era fermo da tre anni, ma dopo la visita del Servizio nazionale di salute e sicurezza agroalimentare del Messico (SENASICA) in Uruguay, la procedura si è sbloccata. Il viceministro dell’Allevamento, dell’Agricoltura e della Pesca Juan Ignacio Buffa ha commentato quella che definisce come un’ottima notizia: Il mercato messicano è sempre stato importante per la produzione di carne dell’Uruguay. Ci sono fondate aspettative che sarà ristabilito un significativo flusso commerciale. Ciò potrà dare ossigeno soprattutto al settore ovino, che ha sofferto un calo della domanda.

Surplus di latte

L’industria casearia dell’Uruguay, intanto, cerca nuovi sbocchi. Il Paese è uno dei maggiori produttori dell’America Latina e i suoi volumi superano largamente il fabbisogno nazionale. La domanda proveniente dal Brasile solitamente assorbe il surprlus, considerate anche le tariffe preferenziali di cui gode Montevideo grazie all’appartenenza al Mercosur, il mercato comune sudamericano.

Tuttavia, negli ultimi mesi la produzione brasiliana è aumentata e adesso riesce a soddisfare la richiesta interna. Per l’Uruguay si delinea così la necessità di poter esportare sul mercato mondiale. Il modo proposto è di ridurre drasticamente i margini di guadagno del settore e quindi di riuscire a vendere a prezzi “aggressivi”, almeno nella prossima stagione.

Ma l’acqua potabile è salata

Tuttavia, per i cittadini uruguaiani il problema dell’acqua potabile si sta aggravando. Qualcuno parla addirittura di “crisi idro-sociale”, al di là dei danni all’ecosistema. Ad essere interessata in particolare è dell’area della capitale. A Montevideo la metà dei circa un milione e mezzo di abitanti non può bere acqua totalmente sana.

Il Ministero dell’Ambiente ha comunicato che l’acqua “non è potabile nell’accezione stretta del termine”, anche se rimane bevibile e utilizzabile per l’uso domestico. Il governo ha infatti approvato l’innalzamento del grado consentito di salinità dell’acqua del rubinetto nelle case degli uruguaiani. Uno dei motivi principali indicati come responsabili della situazione attuale è la siccità che ha colpito il Paese negli ultimi tre anni. Le autorità sono quindi state costrette a sfruttare le aree più basse del fiume Santa Lucía, che sono quelle con la salinità maggiore. Gli esperti di salute pubblica mettono in guardia contro il consumo di acqua contenente troppo sale.

I cittadini cercano così di acquistare l’acqua in bottiglia, ma le aziende produttrici non riescono a stare dietro all’aumento della richiesta. Gli ambientalisti a loro volta denunciano la cattiva amministrazione e la pessima gestione del problema da parte del governo, usando lo slogan No es sequía, es saqueo (Non è siccità, è saccheggio). Puntano il dito pure contro i colossi dell’industria agroalimentare, che grazie a leggi troppo permissive riescono ad accaparrarsi l’uso dell’acqua pubblica rendendola di fatto un bene privato, che usano per l’irrigazione e gli allevamenti.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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