Thailandia: un muro al confine con la Cambogia contro il crimine organizzato
La Thailandia sta lavorando sul progetto di un muro lungo la frontiera con la Cambogia. Lo scopo è contrastare gli sconfinamenti illegali, spesso collegati al crimine organizzato basato nelle città limitrofe.
Il muro al confine
Riferisce del progetto il portavoce governativo Jirayu Houngsub, che ha parlato del relativo impegno dei ministri degli Esteri e della Difesa e del dialogo in merito con le autorità cambogiane. La frontiera fra i due Paesi è lunga 817 chilometri, ma il muro si estenderà per adesso solamente sul tratto più esposto alle operazioni dei criminali. Si tratta dei 55 chilometri tra la provincia thailandese di Sa Kaeo e la città cambogiana di Poipeti, oggi protetti solamente dal filo spinato. La premier thailandese Paetongtarn Shinawatra ha commissionato uno studio di fattibilità e di efficacia di tale progetto.
Giro di vite contro il crimine organizzato
Il genere di delinquenza contro il quale Bangkok ha iniziato a combattere seriamente è quello che gestisce i giri di truffe finanziarie, a loro volta connesso al traffico di esseri umani e allo sfruttamento dei lavoratori clandestini. Pechino ha fatto forti pressioni affinché la polizia thailandese agisse con fermezza, dopo il rapimento di un famoso attore cinese e dopo la scoperta che i capi delle gang sono presumibilmente cinesi. Le autorità hanno recentemente disattivato le torri cellulari della zona, in modo da bloccare le comunicazioni fra i soggetti criminali.
Vittime o complici
A marzo vi sono già state due operazioni di polizia che hanno riportato in Thailandia centinaia di persone costrette a lavorare oltre confine. Nel primo caso, le autorità cambogiane hanno rimpatriato 119 thailandesi, tutti sospettati di prendere parte nelle attività criminali dei centri truffa. Ora a Bangkok dovranno stabilire se si tratta di complici consapevoli di ciò che stavano facendo o se invece erano rimasti vittime di sfruttamento. Erano infatti entrati clandestinamente in Cambogia con la promessa di un lavoro ben pagato, ma erano poi stati rivenduti a un gruppo di trafficanti di esseri umani. Nel secondo caso, la polizia thailandese ha effettuato per la prima volta un arresto di massa di propri cittadini in una retata contro il sistema di truffe transnazionali.

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