Riccardo Muti in concerto all’Opera di Yerevan abbraccia il popolo armeno

Riccardo Muti in concerto all’Opera di Yerevan abbraccia il popolo armeno

10 Luglio 2021 0

Nell’ambito del progetto “Le vie dell’amicizia” di Ravenna Festival un concerto straordinario e di emozioni travolgenti all’Opera di Yerevan diretto dal Maestro Riccardo Muti. Il concerto attesissimo dal pubblica armeno che ha registrato il tutto esaurito si è svolto il 04 luglio. 

Il Ravenna Festival nasce nel 1997 con il primo concerto a Sarajevo. In tutti questi anni il Festival ha organizzato concerti in numerose città come Gerusalemme, New York, Nairobi, Damasco, Tokyo, Teheran, Kiev, Atene per “riallacciare antichi legami con luoghi che hanno fatto la storia costruendo “ponti di fratellanza“.

Passati vent’anni dal primo concerto in Armenia svoltosi in occasione delle celebrazioni per i 1700 anni dalla proclamazione del Cristianesimo come religione dello Stato armeno,  il Maestro torna a  “lanciare un ponte di fratellanza e di solidarietà, convinto come allora che attraverso la musica si possano superare le difficoltà e le incomprensioni“.

Alla vigilia del concerto un altro evento culturale per gli amanti della musica classica. L’orchestra Filarmonica nazionale armena diretta da Eduard Topchyan ha dato un concerto in omaggio al Maestro Muti. Nel programma Beethoven e Berlioz, tra gli esecutori la solista Maya Poghosyan, pianista di 15 anni, nata in Russia, che dal 2011 vive a Venezia.  

Il Maestro è a Yerevan con la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini alla quale si sono uniti 5 musicisti armeni dell’Orchestra Nazionale. Sul palcoscenico anche il Coro Cameristico Statale Armeno, fondato nel 2000 (direttore del coro Ruben Mlkeyan). Tra i solisti giovani musicisti armeni e italiani, il tenore Giovanni Sala, il soprano Nina Minasyan e il baritono Gurgen Baveyan.

Durante il concerto che fa parte delle celebrazioni per il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, in prima mondiale la composizione di Mansuryan, un rinomatissimo compositore armeno che è stato invitato dal Ravenna Festival a comporre una partitura ispirata al “Purgatorio” di Dante. “Alla base del mio pensiero linguistico-musicale mi sono affidato al principio del canto monodico antico armeno che mi è molto vicino, convinto che il sistema fonologico italiano ed il nostro tradizionale sistema musicale monodico siano in grado di armonizzarsi perfettamente“, dice Mansuryan. 

Lui, figlio della diaspora armena, è nato nel 1939 a Beyrut. Negli anni ’40 la sua famiglia arriva in Armenia, dove Mansuryan studia al Conservatorio statale Komitas di Yerevan. Durante la sua carriera è stato nominato ai Grammy Awards ben due volte, nel 2014 e nel 2017.  L’ultima nominazione per il suo album “Requiem” nelle categorie miglior composizione di musica  e miglior interpretazione di un coro. 

Le sue  composizioni sono state eseguite nelle più grandi sale da concerto di Londra, Parigi, Roma, Milano, Berlino, Vienna, Mosca, New York, Los Angeles.

Durante il concerto oltre alla composizione di Mansuryan anche il Te Deum in do maggiore di Haydn, il Kyrie in re minore di Mozart e la Messa n.2 in sol maggiore di  Shubert, un programma altamente apprezzato dal pubblico armeno che incantato dal Maestro Muti l’ha salutato con una standing ovation.

Il celeberrimo Maestro è stato direttore musicale del Teatro alla Scala per quasi vent’anni, ha diretto numerose orchestre del mondo tra queste Berliner Philharmoniker, New York Philharmonic Opera, Wiener Philharmoniker, Orchestre National de France.  

Alla fine del concerto ha preso parola il Ministro dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport e della Gioventù che ha consegnato al Maestro Muti e alla moglie Cristina Mazzavillani Muti, presidente del Ravenna Festival, l’Ordine dell’Amicizia insignito dal Presidente armeno Armen Sarkissian. 

Nel suo discorso di ringraziamento diretto al pubblico armeno Muti ha ricordato le parole del rinomato pianista russo Richter: “Il mio grande amico Svjatoslav Richter diceva sempre che tutti abbiamo due patrie: quella natale e l’Italia. Questa sera, noi italiani, sentiamo di avere due patrie, l’Italia e l’Armenia“.  

Ani Vardanyan
AniVardanyan

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