Mosca, le modifiche della dottrina nucleare in risposta ai missili degli ucraini
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato oggi la legge di modifica della dottrina nucleare nazionale, aggiornandola alle necessità attuali della deterrenza. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha parlato dell’atteggiamento che d’ora in avanti terrà il Cremlino rispetto alla deterrenza nucleare.
Ha comunicato quali saranno gli obiettivi che prevedono una risposta nucleare da parte di Mosca nel caso vengano colpiti dagli ucraini. Secondo la nuova dottrina, qualora vi siano minacce gravi alla sovranità della Russia e della Bielorussia e aggressioni contro di esse con armi convenzionali, potrebbe scattare la reazione nucleare. Questa precisazione riguarda soprattutto l’eventuale utilizzo da parte di Kiev di missili convenzionali su obiettivi nel territorio. Deve trattarsi di minacce contro i due Paesi in quanto Stati sovrani e indipendenti, minacce e aggressioni contro la loro integrità territoriale.
La nuova dottrina altresì esplicita che l’aggressione da parte del membro di una coalizione o blocco o unione militare verrà considerata come aggressione dell’intera coalizione. Viene esteso il concetto anche al caso in cui uno Stato non dotato di armi nucleare effettui l’aggressione con la partecipazione o il sostegno di uno Stato che sia potenza nucleare.
L’autorizzazione data da Biden all’utilizzo dei missili ATACMS in profondità contro il territorio della Federazione Russa sta dunque già provocando delle conseguenze. Peskov ha invitato i rappresentanti dei media a leggere il documento della nuova dottrina e ad analizzarlo. Non è la prima volta che ne parla: già un mese e mezzo fa aveva comunicato ai media che nelle circostanze che si andavano delineando, vi sarebbero quindi state delle novità nella risposta russa. Aveva detto che questi segnali vengono ascoltati in Occidente da chi ha lucidità di giudizio e mantiene la mente “sobria”.
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