L’Uzbekistan blocca le piattaforme per criptovalute prive di licenza

L’Uzbekistan blocca le piattaforme per criptovalute prive di licenza

21 Agosto 2022 0

Il governo uzbeko ha bloccato l’accesso Internet alle piattaforme di scambio di criptovalute basate all’estero e prive di licenza. Dopo aver notato un aumento dell’attività sugli exchange senza licenza, le autorità di Tashkent hanno invitato i cittadini a riferire il nome delle società che operano in violazione delle norme statali. La finalità dichiarata per la misura di blocco è la protezione degli utenti da eventuali truffe: infatti, secondo l’Agenzia nazionale per i progetti emergenti (NAPP), che il compito di fare da controllore alle criptovalute circolanti nel Paese, tali piattaforme non sono in grado di garantire la validità delle transazioni né la corretta protezione dei dati personali dei cittadini uzbeki. Attualmente l’unica piattaforma autorizzata è UZNEX, che appartiene ai sudcoreani di Kobea Group. Per adesso sono stati bloccati 8 exchange, tra cui Binance, Kraken, FTX, Bybit e Huobi Global. Come dichiarato da Gleb Kostarev, responsabile di Binance per l’Europa orientale, la società vuol continuare a espandersi nei Paesi dell’ex Unione Sovietica ed è quindi in trattativa con le autorità uzbekeper adeguare il proprio status e poter proseguire l’attività. Binance, fondata in Cina ma oggi avente sede nelle Isole Cayman, è una delle piattaforme di scambio più importanti al mondo. Dal 1° gennaio 2023 i privati e le aziende dell’Uzbekistan potranno scambiare criptobeni usando i provider nazionali che rispettano i regolamenti, ma già dallo scorso aprile con un decreto presidenziale Tashkent aveva rafforzato le norme relative all’estrazione e allo scambio delle criptovalute. Per alcuni anni l’Uzbekistan aveva cercato di attrarre il maggior numero possibile di piattaforme exchange allettandole con benefici fiscali, ma oggi ha deciso che è arrivato il momento di regolamentare la situazione. Sotto la manna dei controlli governativi erano finiti in precedenza anche social network come Twitter, Vkontakte e il cinese WeChat, ora tutti nuovamente accessibili, anche se TikTok resta ancora bloccato.

L’Uzbekistan si è accordato con la Svizzera per la restituzione dei 131 milioni di dollari confiscati da Berna nel corso delle indagini penali riguardanti la figlia dell’ex presidente uzbeko Islam Karimov, Gulnara. Quest’ultima è stata ambasciatrice in Spagna e rappresentante del suo Paese presso le Nazioni Unite a Ginevra; è stata imprenditrice in vari settori e a capo di un vero e proprio impero finanziario che includeva l’operatore telefonico nazionale Uzdunrobita. Gulnara ha sempre negato qualunque implicazione criminale, ma dopo diversi processi è ancora in carcere. I soldi in via di restituzione sarebbero il frutto del riciclaggio di denaro effettuato grazie a contratti di telecomunicazioni. L’accordo siglato tra il ministro uzbeko della Giustizia Ruslanbek Davletov e il presidente della Confederazione svizzera Ignazio Cassis prevede che i fondi restituiti vengano utilizzati per progetti di sviluppo sostenibile in Uzbekistan.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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