L’era dei Macron’s e dalle tendenze stravaganti e i diritti calpestati
Le Olimpiadi dell’era dei Macron’s hanno preso una nuova piega. E lo si poteva immaginare visti i prodromi della coppia “moderna” e innovativa sulla scena presidenziale della “grandeur de la France” proprio dei Macron’s. Se a questo si aggiunge la scusa della laicità, la protezione quasi religiosa dell’essere libertini, del disprezzo di tutto quanto è religioso il gioco è fatto. Tutto diventa spericolata commercializzazione dell’omosessualità, sempre però coperto e camuffato grazie ai principi inviolabili della Tolleranza se non dell’inclusione.
Lo shock provocato dalle creazioni artistiche “stravaganti” della cerimonia di apertura si è trasformato in una serie di scandali e vergogne, le cui reazioni hanno raggiunto la leadership del Congresso degli Stati Uniti e poi della Cina, Australia, Cile, Libano e Terra Santa, oltre che dell’Italia, ma lì si gioca su terra papale. Pure il mondo arabo più quasi del Vaticano si sono indignati!
Soldi pubblici per interessi lobbistici
Un primo scandalo consiste nel fatto che la rappresentazione è avvenuta utilizzando una cerimonia pubblica ed internazionale. Non un evento privato. Cerimonia quindi realizzato con finanziamenti pubblici e con il denaro di tutti i francesi e comitati sportivi. Denaro che arriva da persone di ogni credo e fede e quindi in violazione di tutte quelle leggi e costituzioni che tutelano il diritto alla libertà religiosa…
L’ultima cena da sacro a profano
Ciò che più ha turbato l’opinione pubblica è stata una imitazione, deviata, di un dipinto di Leonardo da Vinci, che rappresenta l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli ricorrendo alla partecipazione di un gruppo di persone transgender.
L’opera a cura del direttore artistico del concerto, Thomas Joly, invece di ricorrere a dei veri atleti che glorificassero il periodo degli Olimpiadi come sacro, opta per la strada. del profano nella sua reinterpretazione. Colpisce l’assalto al simbolismo del sacrificio, della redenzione e della salvezza tra i cristiani, con l’aggiunta di scene di persone transgender che ballano dietro una bambina! Che alcuni potrebbero anche considerare una violenza sessuale sull’infanzia.
La caduta nel ridicolo
Il tentativo di usare con leggerezza l’impronta allegorica dei transgender ha avuto come risultato la ridicolizzazione della scena di Gesù Cristo durante uno dei momenti più drammatici del racconto evangelico l’ultima cena. Una scelta ben precisa che si concentra sull’idea della nudità e commercializzando la trasformazione sessuale, non come ho letto non voluta e mal interpretata.
Anche il cantante francese Philippe Katherine è apparso cantando della nudità. Si è esibito quasi completamente nudo in una clip che è stato rifiutato di essere mostrato dagli Stati Uniti e da molti paesi del mondo, come Cina, Australia e Marocco…
Non è solo l’ultima cena a scatenare disapprovazione
Molte altre scene hanno ricevuto la disapprovazione francese, anche tra le persone non religiose. Ad esempio la parte della decapitazione della regina Maria Antonietta davanti all’edificio della portineria in cui era stata imprigionata prima che la sua testa fosse tagliata con una ghigliottina!
Anche la scena della fusione tra la cantante franco-maliana (del Mali) Aya Nakamura e la Guardia repubblicana davanti al Centro dell’Accademia di Francia, con ciò che l’Accademia simboleggia. Era considerata una concessione al sistema a favore del caos nelle strade!
Idee che spaccano invece di unire
Le idee artistiche dell’era dei Macron’s non esprimono i pensieri e i sentimenti profondi della Francia. Queste sono ideologie che portano a quella spaccatura socio-culturale-politica nella società francese, che si è riflessa nella divisione della Francia nelle recenti elezioni parlamentari. Ciò porta anche ad un aumento della popolarità dell’estrema destra e del Partito Nazionale che le rifiuta.
Tutto ciò incide negativamente sull’intera identità europea che sprofonda, sempre più, verso il profano. Un lento e inesorabile destrutturare i valori e i principi tradizionali per una nuova era dove l’impossibile non è solo un diritto ma va oltre per diventare un diktat per tutti.
Scuse, poche e tardive
Non bastano le scuse pubbliche del Comitato Olimpico con tutti coloro che ritenevano che lo spettacolo li avesse offesi, affermando che non aveva intenzione di attaccare alcuna convinzione o religione. Questo triste spettacolo ha dato evidenza di ciò che avviene sempre più di frequente nel mondo dello spettacolo. Abitudini quasi da sette segrete, di ispirazione luciferiana, a favore del potere occulto che gestisce da buon burattinaio nell’oscurità e nel mistero il controllo globale di tutti.
Cittadino torinese di adozione originario dal Libano naturalizzato italiano a metà anni novanta del secolo scorso.
Nato e cresciuto durante la guerra in Libano nella zona di maggioranza cristiana ha vissuto alcuni periodi bui dei conflitti tra queste la guerra di invasione del Libano da parte dell’esercito Israeliano con al Comando Ariel Sharon.
Approdato a Torino nel 1984 a seguito dell’arrivo delle forze multinazionali in Libano in una missione di Peace Keeping per studiare al Politecnico di Torino, dove si è laureato con Lode ed aveva ultimato sui studi superiori come specialista di sviluppo nelle aree urbane dei paesi invia di sviluppo per poi finire con l’ottenimento del titolo di dottore di ricerca. Inoltre aveva partecipato ai i lavori del workshop sullo Sviluppo presso il MIT di Boston nel 1992.
Durante il periodo degli studi superiori aveva svolto attività di didattica e ricerca per alcuni anni nell’Ateneo torinese.
Inoltre aveva partecipato a diversi eventi, dibattiti e conferenze sui conflitti in Medio Oriente sia come organizzatore in qualità di Portavoce dell’Unione Araba di Torino durante il periodo della guerra al terrorismo dichiarata da Bush Jr. sia come scrittore freelance scrivendo articoli ed intervistando alcuni personaggi di spicco in quell’area con lo scopo di illustrare ed esporre le ragioni degli uni e degli altri allo scopo di avvinare le distanze per una possibile pacificazione e sviluppo.
Nella sua città adottiva Torino si è adoperato al servizio della Comunità cittadina nel segno della legalità e dell’integrazione tramite diverse iniziative condotte in prima persona ed con il mondo associativo e di alcuni comitati cittadini ed in stretta collaborazione con le istituzioni cittadine.