L’equilibrio geopolitico della Malaysia e il suo boom di semiconduttori

L’equilibrio geopolitico della Malaysia e il suo boom di semiconduttori

2 Agosto 2024 0

Penang è uno Stato federato della parte nord-occidentale della Malaysia, uno dei più piccoli del Paese. Oggi si trova all’avanguardia nella produzione mondiale di semiconduttori, grazie tra l’altro agli effetti negativi della gestione pandemica in Cina e agli stimoli positivi degli investimenti stranieri. Detiene circa il 13% del mercato mondiale dei assemblaggio, confezionamento e test di microchip. A seguito della guerra commerciale fra Washington e Pechino, negli ultimi anni colossi come Intel, Infineon e Texas Instruments hanno aperto impianti in Malaysia o hanno ampliato quelli già esistenti. Prosegue così lo sviluppo industriale di questo popoloso Paese dell’Asia sud-orientale.

Le difficoltà del successo

Per stare al passo con le esigenze dei produttori, Penang sta cercando di destinare ad uso industriale la maggior superficie possibile. L’anno scorso la Bosch ha inaugurato un impianto di test per semiconduttori e sensori da 100mila metri quadri. Oggi a Penang si sta creando una vera e propria isola di 920 ettari, già ribattezzata Silicon Island, di cui la metà sarà occupati da impianti. Il completamento è previsto nel 2031, ma nel frattempo verranno aperti altri tre parchi industriali da 475 ettari. La vicinanza fra gli stabilimenti delle aziende partner e dei clienti è una delle chiavi del successo di Penang, perché accorcia i tempi e i costi di consegna. In questo modo, però, lo Stato malaysiano si sta letteralmente coprendo di industrie e il costo delle zone abitative sta crescendo progressivamente, rendendo la vita costosa e complicata ai suoi abitanti.

Equilibrio geopolitico

La geopolitica ha assunto un ruolo fondamentale nella “redistribuzione degli asset” del mercato dei chip, con le multinazionali che hanno tolto o spostato dalla Cina alcune delle loro produzioni. In questo modo la Malaysia sta diventando una sorgente essenziale per la fornitura di componenti, prodotti finiti e anche materie prime per quelle aziende che non vogliono dipendere interamente da uno o dall’altro dei contendenti. Kuala Lumpur vuole dunque mantenere la sua posizione di sostanziale neutralità nella guerra commerciale fra USA e Cina, che le garantisce buoni rapporti con tutti i partner del mondo. Taiwan in particolare è molto interessata a collaborare. Il suo viceministro degli Esteri Tien Chung-kwang sostiene infatti che la Malaysia è uno dei Paesi più avanzati in questo settore. Spiega poi che è ben attrezzata di possibilità nell’ambito dei semiconduttori, soprattutto per l’imballaggio e il collaudo.

Investimenti dall’estero

Si è recentemente svolta nella capitale Kuala Lumpur la conferenza Semicon Southeast Asia 2024. Vi ha partecipato anche il primo ministro malaysiano Datuk Seri Anwar Ibrahim, che ha dichiarato di voler attirare nel settore investimenti stranieri per 500 miliardi di ringgit, pari a circa 100 miliardi di euro. Il suo progetto supera in valore quelli annunciati nella sfera dei semiconduttori da altri governi, compresi quello cinese e quello americano. A questo scopo, il governo malaysiano si occuperà della formazione di 60mila ingegneri locali e offrirà incentivi alle aziende straniere per 25 miliardi di ringgit.

Vincenzo Ferrara
VincenzoFerrara

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