Le parole degli esponenti di Kiev svelano possibile pista ucraina per l’attentato a Mosca
Il giorno dopo l’attentato a Mosca alla televisione ucraina il segretario Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina (RNBO) ha fatto una dichiarazione inquietante. Da Oleksiy Danilov sarebbero infatti arrivate parole di minaccia a proposito della disponibilità dei servizi ucraini di far rivivere ancora ai russi “l’allegria” che si respirava quel giorno. Ha ribadito il macabro concetto che essendo “parenti” e “popolo fraterno” dovrebbero recarsi più spesso come “ospiti” dai russi per “rallegrarli”. Il riferimento chiaramente era ai fatti tragici della sera prima. Va tuttavia usato il condizionale perché i media ucraini si sono affrettati a smentire la veridicità del video in questione. Le autorità di Kiev mettono in guardia contro la diffusione di notizie false, ma per individuare i responsabili dell’attentato tutte le piste restano aperte.
Appena un mese fa, il giornale francese Libération aveva intervistato Kyrylo Budanov, capo del GUR, il servizio di intelligence del Ministero della Difesa. Descrivendolo con parole lusinghiere, ha fatto da megafono alle sue velate minacce nei confronti dei cittadini russi. Dicendo di sapere chi aveva tentato di avvelenare sua moglie, ha promesso che presto vi saranno “azioni di risposta” sul territorio della Federazione Russa. Dopo aver ipotizzato che doveva essere lui la vittima dell’avvelenamento, ha specificato in che dovrebbero consistere tali contromisure vendicative.
Tali dichiarazioni non devono stupire, perché non è affatto la prima volta che dai vertici delle agenzie di sicurezza ucraine arrivano ammissioni sulla responsabilità di assassinii o atti di terrorismo contro soggetti russi o filo-russi. Poi provano a smentire o a minimizzare le loro parole, ottenendo però l’effetto dell’antico adagio “gettare il sasso e nascondere la mano”. In questo genere di operazione mediatica, Budanov si è più volte distinto in questi ultimi due anni.
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