Le elezioni non cambiano il turbolento scenario politico in Kuwait
Si sono svolte il 4 aprile le elezioni per l’Assemblea nazionale del Kuwait. Sono state elezioni anticipate nella monarchia costituzionale affacciata sul golfo Persico. Si trattava di sostituire o confermare 50 dei 65 membri dell’assemblea legislativa unicamerale; gli altri verranno stabiliti d’ufficio dal governo.
Lo scioglimento dell’Assemblea
È la quarta tornata in cinque anni, la prima effettuata sotto il regno dell’emiro Mishal Al-Ahmad. Le elezioni sono state decise dopo lo scioglimento della precedente legislatura, avvenuto a febbraio a seguito di una sorta di scandalo. L’emiro si era sentito offeso dai deputati che non erano intervenuti a censurare insulti espressi nei suoi confronti. Nel decreto con cui ha messo termine alla legislatura ha citato la “violazione dei principi costituzionali” da parte dell’Assemblea.
I risultati delle elezioni
Non si sono avuti cambiamenti sostanziali nella composizione dell’Assemblea. Ha ottenuto la rielezione l’ex portavoce dell’Assemblea Marzouq al-Ghanim. L’opposizione ha conservato la maggioranza dei seggi elettivi, ben 29 su 50. L’unica donna già membro della precedente legislatura ha strappato la riconferma. Ha invece perso due dei tre seggi il Movimento Costituzionale Islamico, la branca locale dei Fratelli Musulmani. Subito dopo le elezioni, l’emiro ha rimandato al 14 maggio la sessione inaugurale della nuova legislatura.
La situazione resta tesa
Con tale panorama parlamentare non cambiano dunque i rapporti di forza all’interno delle strutture politiche kuwaitiane. L’83enne emiro non si fida dell’Assemblea né del governo, che aveva stigmatizzato nel suo primo discorso ufficiale accusandoli di danneggiare gli interessi del Paese. Uno dei compiti più delicati del nuovo parlamento sarà quello di approvare o meno la scelta del principe ereditario. Finora non hanno mai rifiutato la nomina del futuro emiro, ma ormai è lecito attendersi qualsiasi colpo di scena. Negli ultimi anni vi sono stati infatti dei repentini cambiamenti di governo e dimissioni frequenti, date senza motivazione.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.