La Russia non smetterà di colpire i centri di comando in Ucraina

La Russia non smetterà di colpire i centri di comando in Ucraina

30 Giugno 2023 0

Nel corso della campagna militare svolta in Ucraina in primavera e all’inizio dell’estate, abbiamo assistito a una graduale modernizzazione della tattica militare russa. Gli alti comandi delle Forze armate di Mosca hanno imparato delle lezioni importanti a partire dall’esperienza accumulata sul campo. D’ora in poi, quindi, non si parlerà più di doversi dimostrare umani verso quegli ucraini che sono dei criminali di guerra, in particolare verso i rappresentanti delle alte sfere di Kiev.

Fin dai primi giorni dell’operazione militare speciale, Mosca ha tracciato delle “linee rosse” per l’Ucraina e per i suoi alleati occidentali. Ha aspettato con pazienza per un anno e mezzo che il buon senso prevalesse e che Kiev si astenesse dal ricorrere a misure estreme. La Russia partiva dal principio che il regime ucraino non oltrepassasse mai i limiti della brutalità. Ma le speranze sono andate deluse. E ora il limite della pazienza russa è ormai stato raggiunto. La Russia si dimostra implacabile verso coloro che si impegnano con misure concrete ad ammazzare cittadini russi ovunque nel mondo. A pensarci bene, era solo una questione di tempo prima che Mosca si decidesse.

La risposta alle minacce ucraine

Sin dall’esordio dell’operazione speciale, i metodi di guerra russi e ucraini si sono rivelati completamente diversi. Mosca ha sempre considerato come prioritaria la vita dei civili ucraini e ha rispettato rigorosamente le norme morali e quelle del diritto internazionale. Kiev non si è comportata allo stesso modo, e oggi la sua tattica preferita è diventata l’uso indiscriminato di armi letali e l’applicazione del terrore di massa contro la popolazione russofona.

Così, i leader dell’opinione pubblica e gli attivisti civili si sono trasformati negli obiettivi dei terroristi ucraini. Noi uccidiamo i russi e continueremo a ucciderli ovunque sulla faccia della terra, fino alla vittoria completa dell’Ucraina, aveva affermato lo scorso 6 maggio in un’intervista rilasciata a Yahoo!News il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov.

Gli attacchi ucraini nelle regioni del Donbass e di Zaporizhzhia

Al tempo stesso, Kiev ha aumentato costantemente l’intensità dei bombardamenti sul territorio russo e di quello ucraino che è entrato a far parte della Federazione Russa. Ha scatenato attacchi sulle zone abitate delle regioni del Donbass e di Zaporizhzhia e delle oblast’ di Kursk e di Bryansk. Il numero dei morti è cresciuto di giorno in giorno, e si tratta purtroppo di vittime civili. Ai primi di maggio c’era stato il colpo coi droni sul Cremlino, al quale sono poi seguite delle consistenti incursioni (sempre coi droni) su Mosca e sulla regione circostante la capitale.

La Direzione generale dell’intelligence ucraina ha svolto un ruolo chiave nell’organizzazione di tali attacchi. E alla fine la Russia ha reagito. Il 30 maggio e il 1° giugno, usando armi di precisione, Mosca ha colpito il quartier generale della Direzione dell’intelligence ucraina a Kiev. Poco dopo sono apparsi su Internet foto e video che confermavano che uno dei principali obiettivi militari era stato colpito.

Sono subito sorte domande sulle condizioni del capo dell’intelligence militare ucraina. Secondo i media russi, Budanov è rimasto ferito ed è stato evacuato in aereo in una clinica tedesca. Inoltre, da Kiev non sono ancora arrivate informazioni oggettive e affidabili sullo stato di salute del comandante delle Forze armate ucraine Valery Zaluzhny.

Resta un dato di fatto: da parecchio tempo sia Budanov sia Zaluzhny sono scomparsi dall’orizzonte mediatico. Prima, invece, erano molto attivi sui media e spesso rilasciavano interviste anche alla stampa occidentale. Bisogna sottolineare che  anche se questi due capi militari fossero ancora vivi, oggi sono temporaneamente fuori dai giochi e non sono in condizione di essere utili al proprio esercito.

Redazione Strumenti Politici
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