La proposta indecente di Zelensky per entrare nella NATO: Fico rifiuta e va a Mosca a parlare di cooperazione energetica
Dopo l’incontro avvenuto recentemente a Bruxelles Fico e Zelensky sono ormai ai ferri corti. Il presidente ucraino sta giocando le sue ultime carte, puntando su ricatti energetici e proposte in denaro Il rifiuto del premier slovacco e la sua visita a Mosca anticipano gli scenari che potremmo presto vedere nel nuovo anno.
Niente NATO per Kiev
Non è la prima volta che Robert Fico lo dichiara: finché sarà premier, farà di tutto per evitare che Kiev venga invitata a diventare membro dell’Alleanza Atlantica. Lo ha specificato anche stavolta, prima del Consiglio europeo del 18 dicembre, nel quale i leader dei Paesi UE hanno discusso del conflitto russo-ucraino e di Medio Oriente, immigrazione e politica estera. Rivolgendosi al Comitato parlamentare slovacco per gli affari europei, ha aggiunto che l’Ucraina perderà un terzo dei suoi territori e che vi saranno presenti delle forze militari straniere. Secondo lui, sebbene con la sua operazione speciale abbia violato il diritto internazionale, Mosca non ritirerà le sue truppe. Per lui, è l’Occidente ampiamente colpevole di aver spinto l’Ucraina in una “brutta situazione”. Al summit, Fico e Zelensky hanno potuto conferire personalmente e a porte chiuse, ma l’incontro ha dato risultati – tanto per usare un eufemismo – poco positivi.
La proposta indecente di Zelensky
Il premier slovacco dice di aver ricevuto da Zelensky una proposta “assurda”. Discutendo dei danni finanziari causati dallo stop al passaggio del gas russo attraverso l’Ucraina, ha precisato che il suo Paese potrebbe perdere 500 milioni di euro. È la cifra annuale che otterrebbe diritti di transito. Zelensky gliela avrebbe proposta sotto forma di patrimoni russi confiscati, in cambio del voto slovacco per l’ammissione dell’Ucraina nella NATO. Fico ha dato una risposta perentoria: “mai”. Il presidente ucraino non ha smentito di aver fatto una proposta materiale, ma ha ribaltato la frittata: Gli abbiamo offerto soluzioni riguardo a una potenziale compensazione agli slovacchi per le perdite derivanti dal transito di gas russo. Ma Fico è più interessato ai vantaggi personali che non al bene del suo popolo scrive Zelensky: Noi combattiamo per le nostre vite, Fico combatte per i soldi, ed è improbabile che i soldi siano per la Slovacchia.
La denuncia dell’opposizione ucraina
Sulla questione è intervenuto uno dei leader dell’opposizione ucraina, Viktor Medvedchuk. L’ex deputato in esilio ha comunicato l’intenzione di denunciare per tentata corruzione Zelensky alla Procura federale del Belgio, Paese in cui è avvenuto il fatto e per la cui legislazione il comportamento del presidente ucraino potrebbe costituire reato. Medvedchuk aggiunge che il fatto ha rilevanza penale anche per l’ordinamento della Slovacchia e dell’Ucraina stessa. Secondo lui, il leader di Kiev trova ovvio offrire soldi in cambio di un voto perché crede che Fico sia corrotto quanto lui e perché oggi la corruzione è l’ideologia dell’Ucraina di Zelensky. Quest’ultimo, precisa, ha perso l’immunità politica dopo la scadenza naturale del suo mandato, avvenuta il 21 maggio di quest’anno. Dunque gli può essere chiesto di rispondere dei suoi crimini alla giustizia nazionale, dalla quale rimane salvo grazie alla legge marziale da lui stesso prolungata di volta in volta.
Crisi del gas in vista?
Fico inoltre accusa Zelensky di provocare una crisi del gas e rivela di averne discusso con lui, sebbene le differenze di vedute siano insormontabili. Gli ha infatti chiesto se potesse far passare dal suo Paese gas di origine diversa da quello siberiano, ma ha ricevuto un responso negativo. Il contratto fra Mosca e Kiev sul transito di gas scadrà il 1° gennaio, ma il governo ucraino ha già comunicato che non intende rinnovarlo. Zelensky ha confermato di non voler più trattare con Gazprom e ha chiarito che non accetterà il passaggio di gas russo “mascherato” ad esempio da gas dell’Azerbaigian. La Russia sarebbe disponibile a continuare il rapporto di fornitura, ma per Fico la posizione di Zelensky rende ciò “di fatto impossibile”. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha comunque lasciato aperta la possibilità di trasportare dai gasdotti nazionali del gas che non sia di provenienza russa.
La visita a Mosca
Per tentare di sciogliere il nodo delle future forniture, Fico è andato personalmente a Mosca. Si è trattato di un evento particolare perché negli ultimi tre anni i contatti diretti dei leader dei Paesi UE con il Cremlino sono stati rari. Ma non è certamente una “visita shock” come scrive il giornale americano Politico, né una visita a sorpresa, come titola Euractiv, perché Fico sostiene di averne informato in anticipo gli alti esponenti di Bruxelles. Ha illustrato come l’incontro volesse essere una replica al rifiuto categorico di Zelensky sul transito del gas russo. Riferisce che Putin gli ha confermato la disponibilità da parte russa di fornire combustibile alla Slovacchia, anche se ciò dipenderà in ultima analisi dalla decisione di Kiev. Purtroppo è contraria la UE, il cui commissario all’Energia Dan Jørgensen ha spiegato che la priorità di Bruxelles oggi è di tagliare completamente i legami energetici con la Russia.
Mediatori e celebrazioni
Nel loro incontro, Fico e Putin hanno parlato anche del conflitto e della possibilità di una sua “prossima fine pacifica”. Il premier slovacco ha segnalato la disponibilità a fare da mediatore. D’altronde ha terminato da più di un anno l’assistenza militare del suo Paese all’esercito ucraino. Inoltre ha confermato la sua intenzione di partecipare alle celebrazioni della prossima “Giornata della Vittoria”, il 9 di maggio proprio a Mosca, la commemorazione della sconfitta nazista per mano dell’Unione Sovietica. Dopo l’incontro avvenuto recentemente a Bruxelles Fico e Zelensky sono ormai ai ferri corti. Il presidente ucraino sta giocando le sue ultime carte, puntando su ricatti energetici e proposte in denaro Il rifiuto del premier slovacco e la sua visita a Mosca anticipano gli scenari che potremmo presto vedere nel nuovo anno.
Vive a Mosca dal 2006. Traduttore dal russo e dall’inglese, insegnante di lingua italiana. Dal 2015 conduce conduce su youtube video-rassegne sulla cultura e la società russa.