Italia-Tunisia, con il progetto ELMED la Tunisia si prepara a divenire hub energetico in Nord Africa
Tunisi, 12 Dicembre 2022 – Nei giorni scorsi l’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Fabrizio Saggio, ha incontrato la Prima Ministra, Najla Bouden. “Il colloquio ha costituito l’occasione per discutere il futuro delle relazioni economico-energetiche tra i due Paesi, alla luce di questo importante sviluppo“, rende noto la Rappresentanza diplomatica italiana, in riferimento all’approvazione di “ELMED” a Bruxelles.
Il progetto prevede la realizzazione di un cavo sottomarino di oltre 240 km che collegherà la stazione elettrica di Partanna, a Trapani, con la Penisola del Capo Bon. L’opera, dal valore di 840 milioni di euro, sarà realizzata da Terna e la società gestore della rete elettrica tunisina STEG. Ad opera completata l’infrastruttura garantirà una corrente continua di 600 MW tra le due sponde del Mediterraneo.
Dall’Ambasciata italiana a Tunisi fanno sapere che “il progetto ELMED mira proprio a garantire la sicurezza energetica della regione. In prospettiva l’opera consentirà, da un lato, alla Tunisia di esportare energia ‘pulita’ verso l’Europa; dall’altro, l’infrastruttura potrà costituire una fonte di approvvigionamento energetico per l’intera regione nordafricana, rendendo, di fatto, la Tunisia un hub energetico”.
La crisi energetica spinge verso nuove partnership
L’aggressione ingiustificata e senza precedenti della Russia all’Ucraina ha esposto l’Europa, e l’Italia in particolare, più di altre aree nel mondo alla crisi degli approvvigionamenti energetici. Nella ricerca di fonti alternative per ridurre la dipendenza da Mosca, l’Italia non poteva non guardare verso l’altra sponda del Mediterraneo. L’UE e l’Italia mirano a essere climaticamente neutre entro il 2050, adottando un’economia con emissioni nette di gas serra pari a zero.
Questo obiettivo è al centro del Green Deal europeo e in linea con l’impegno per un’azione globale per il clima nell’ambito dell’accordo di Parigi. La transizione verso una società climaticamente neutra è sia una sfida urgente che un’opportunità per costruire un futuro migliore per tutti.
La Tunisia e l’Italia, partner storicamente affidabile in Nord Africa si accingono ad aprire la strada investendo in soluzioni tecnologiche realistiche, e allineando l’azione in settori chiave come la politica industriale, la finanza e la ricerca, garantendo nel contempo l’equità sociale per una transizione equa.
Gli investimenti di Eni
“Lo sviluppo di energie rinnovabili e l’eco-sostenibilità sono uno degli ambiti in cui si sviluppa la cooperazione italiana in Tunisia e il ruolo del settore privato in questo ambito è fondamentale. Ne è un esempio il recente investimento effettuato da ENI nel Paese. Proprio lo scorso fine settimana, infatti, è stato inaugurato un nuovo impianto fotovoltaico realizzato da ENI a Tataouine. L’impianto costituisce solo il primo passo verso un maggiore e sempre crescente impegno dell’Italia nello sviluppo delle rinnovabili in Tunisia”. Afferma la nostra Ambasciata.
E poi conclude “i benefici del progetto ELMED non si limiteranno al solo settore delle rinnovabili. In sé la costruzione dell’infrastruttura avrà un sicuro impatto sull’economia tunisina. Ciò è particolarmente vero se si guarda all’indotto che il progetto sarà capace di generare con effetti positivi pressoché immediati sull’occupazione di mano d’opera. In aggiunta, la realizzazione dell’opera promuoverà gli investimenti nel Paese e farà compiere al settore delle rinnovabili un determinante salto di qualità”.
La centrale fotovoltaica di Tataouine
La centrale fotovoltaica di Tataouine con una capacità installata di 10 MW contribuirà al percorso di decarbonizzazione del Paese nordafricano e alla strategia di azzerare le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2050. L’avvio della produzione a Tataouine da parte di Eni è stato celebrato con una cerimonia alla presenza della ministra dell’Industria, dell’Energia e delle Miniere della Tunisia, Neila Gonji, e delle autorità locali. L’impianto fornirà alla rete elettrica nazionale oltre 20 GWh all’anno di energia, assicurando al contempo un risparmio di circa 211.000 tonnellate di CO2 equivalenti per la durata d’esercizio.
L’energia elettrica prodotta sarà ceduta a Steg (Société Tunisienne de l’Electricité et du Gaz) sulla base di un accordo della durata di 20 anni. L’impianto è stato realizzato da Société Énergie Renouvelables Eni Etap (Seree), una joint venture paritetica tra Eni ed Etap (Entreprise Tunisienne d’Activités Pétrolières) operante nella produzione di energia da fonti rinnovabili.
Sempre in Tunisia, Eni opera il campo fotovoltaico di Adam, con una capacità di picco di 5 MW, che fornisce energia elettrica per l’adiacente campo di Adam, nel Governatorato di Tataouine, storica regione meridionale, consentendo così un risparmio dei consumi di gas e di emissioni di anidride carbonica per oltre 6.500 tonnellate all’anno. L’impianto è un sistema di generazione ibrida, tra i più innovativi ed efficienti.
Eni in Tunisia
L’italiana Eni è presente in Tunisia dal 1961 dove è attiva nei settori upstream con attività concentrata nelle aree desertiche del sud e nell’offshore mediterraneo, attraverso la Global Gas & LNG Portfolio per la gestione del gasdotto Transmed, che collega l’Algeria all’Italia attraverso la Tunisia, e nel settore Refining & Marketing. La Tunisia è geograficamente luogo ottimale per la produzione di idrogeno verde a basso costo, puntando al 30% delle energie rinnovabili nel suo mix energetico entro il 2030.
Per raggiungere questo obiettivo, il governo e la società nazionale dell’energia, STEG, hanno già lanciato una serie di gare per progetti solari ed eolici in tutto il paese. Attraverso la nostra eccellente diplomazia in sinergia con il settore privato, l’Italia è dunque protagonista nella realizzazione e sviluppo di progetti di esportazione, contribuendo in modo significativo alla crescita socioeconomica e alla stabilità dell’intera regione.
Vanessa Tomassini è una giornalista pubblicista, corrispondente in Tunisia per Strumenti Politici. Nel 2016 ha fondato insieme ad accademici, attivisti e giornalisti “Speciale Libia, Centro di Ricerca sulle Questioni Libiche, la cui pubblicazione ha il pregio di attingere direttamente da fonti locali. Nel 2022, ha presentato al Senato il dossier “La nuova leadership della Libia, in mezzo al caos politico, c’è ancora speranza per le elezioni”, una raccolta di interviste a candidati presidenziali e leader sociali come sindaci e rappresentanti delle tribù.
Ha condotto il primo forum economico organizzato dall’Associazione Italo Libica per il Business e lo Sviluppo (ILBDA) che ha riunito istituzioni, comuni, banche, imprese e uomini d’affari da tre Paesi: Italia, Libia e Tunisia. Nel 2019, la sua prima esperienza in un teatro di conflitto, visitando Tripoli e Bengasi. Ha realizzato reportage sulla drammatica situazione dei campi profughi palestinesi e siriani in Libano, sui diritti dei minori e delle minoranze. Alla passione per il giornalismo investigativo, si aggiunge quella per l’arte, il cinema e la letteratura. È autrice di due libri e i suoi articoli sono apparsi su importanti quotidiani della stampa locale ed internazionale.