Immigrazione. A Tunisi un simposio per aumentare consapevolezza, lontano da strumentalizzazioni politiche ed economiche

Immigrazione. A Tunisi un simposio per aumentare consapevolezza, lontano da strumentalizzazioni politiche ed economiche

28 Novembre 2023 0

L’agenzia di stampa tunisina, Tunis Afrique Presse (TAP), ha organizzato il 23 e 24 novembre un simposio internazionale “Questioni di immigrazione nel Mediterraneo: copertura mediatica e approcci“, coinvolgendo giornalisti ed agenzie di stampa internazionali e richiamando l’attenzione sulla necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi legati all’immigrazione clandestina.

Un dossier che deve essere trattato in modo obiettivo, e che richiede soluzioni a lungo termine, evitando la strumentalizzazione politica, sociale o economica. L’iniziativa curata da TAP, in qualità di presidente dell’Alleanza delle agenzie di stampa del Mediterraneo (AMAN) per il 2023-2024, si è soffermata sull’aspetto umanitario della crisi migratoria, le motivazioni che spingono i migranti a partire e le sfide vissute da coloro che decidono di lasciare tutto con la speranza di una vita migliore altrove.

La ricerca e lo studio delle ragioni migratorie

I partecipanti hanno chiesto di condurre un’analisi e una ricerca approfondite per svelare i problemi e le sfide che costringono le persone a immigrare. Una ricerca di risposte compiuta auspicando sforzi coordinati tra le agenzie di stampa locali e internazionali e le istituzioni accademiche per fornire maggiori opportunità di formazione ai giornalisti. Per migliorare la loro comprensione delle tecniche di copertura mediatica delle questioni relative all’immigrazione come parte di un chiaro piano strategico.

La dichiarazione rilasciata a margine dell’evento, venerdì, evidenzia la necessità di cooperazione e networking tra i giornalisti con l’obiettivo di raccogliere dati e stimolare la riflessione. I giornalisti dovrebbero esporre la corruzione, la criminalità e lo sfruttamento dei migranti, chiedendo di condannare ogni forma di abuso contro gli immigrati, rispettando la loro privacy e integrità fisica ed evitando il sensazionalismo e ogni forma di discriminazione razziale secondo gli standard internazionali che regolano il lavoro di noi giornalisti.

I partecipanti hanno condiviso la necessità di descrivere accuratamente i fatti, utilizzando le terminologie idonee nel contesto dell’immigrazione irregolare, con l’invito a coordinare i glossari terminologici e standardizzare i concetti secondo linee guida comuni tra quanti raccontano il Mediterraneo. I media sono chiamati a fare affidamento su fonti ufficiali quando trattano informazioni e statistiche sull’immigrazione irregolare, ponendo l’accento sulla credibilità delle fonti e sulla necessità di collaborazione per semplificare l’accesso dei giornalisti alle informazioni da parte delle autorità.

La proposta di un master sull’immigrazione e di rivedere il ruolo dei media

Si è anche pensato di avviare un master sulle questioni relative all’immigrazione nelle scuole di giornalismo e il lancio del premio AMAN per il miglior articolo giornalistico sull’immigrazione tra le agenzie di stampa del Mediterraneo.

Il simposio ha offerto un’opportunità di confronto costruttivo al fine di stabilire le migliori pratiche giornalistiche sulle questioni migratorie e di chiarire il ruolo assegnato ai media, in particolare alle agenzie di stampa del Mediterraneo, nel trasmettere informazioni accurate ai destinatari, come parte di un impegno giornalistico rispettoso dell’etica professionale e del pubblico.

L’obiettivo è quello di credere in un giornalismo per il cambiamento sociale, libero dai condizionamenti e dalle opinioni della politica. Che rimedi alle carenze della politica di accoglienza, asilo e immigrazione, attraverso una narrazione che sia in grado di tener conto della necessità di sicurezza ai confini e la promozione dell’integrazione dei rifugiati nelle comunità ospitanti.

Le ragioni dello sfollamento

Conflitti, guerre, e gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, in aggiunta a motivi economici e sociali costringono migliaia di persone allo sfollamento forzato in tutto il mondo.

Esistono fattori di spinta ossia i motivi che spingono le persone a lasciare il proprio paese, ma anche fattori di attrazione, ossia i motivi per cui le persone si spostano verso un determinato paese. Ci sono tre principali fattori di spinta e di attrazione: fattori socio-politici, fattori demografici ed economici e fattori ambientali.

Fattori socio-politici

Tra i motivi socio-politici che spingono le persone a scappare dal proprio paese ci sono le persecuzioni etniche, religiose, razziali, politiche e culturali. Anche la guerra o la minaccia di un conflitto e la persecuzione da parte dello stato sono fattori determinanti per la migrazione. Coloro che fuggono da conflitti armati, violazioni dei diritti umani o persecuzioni possono essere definiti profughi o migranti umanitari.

Questa loro condizione influenza la loro destinazione, in quanto ci sono paesi che hanno un approccio più liberale di altri per quanto riguarda l’accoglienza dei richiedenti asilo. Questi migranti vengono accolti solitamente nel paese più vicino che accetta richiedenti asilo. Negli ultimi anni le persone arrivano in Europa per fuggire da conflitti, terrore e persecuzione nel paese d’origine.

Fattori demografici ed economici

I cambiamenti demografici determinano come le persone si spostano e migrano. Fattori come l’invecchiamento o la crescita della popolazione possono influire sia sulle opportunità lavorative nei paesi d’origine sia sulle politiche d’immigrazione nei paesi di destinazione. L’immigrazione demografica ed economica è legata alle scarse condizioni di lavoro, a agli alti tassi disoccupazione e stato di salute generale dell’economia di un paese.

Tra i fattori di attrazione ci sono salari più alti, maggiori possibilità di lavoro, miglior qualità di vita e opportunità di studio. Se le condizioni economiche non sono favorevoli e sono a rischio di ulteriore declino, le persone tenderanno a spostarsi verso paesi con prospettive migliori.

Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite, nel 2019 erano circa 169 milioni i lavoratori migranti nel mondo, ovvero le persone che migrano per trovare lavoro, pari a oltre due terzi dei migranti internazionali. Quasi il 70% si trovava in paesi ad alto reddito, il 18,6% in paesi a reddito medio-alto, il 10,1% in paesi a reddito medio-basso e il 3,4% in paesi a basso reddito.

Fattori ambientali

L’ambiente è da sempre una delle cause della migrazione: le persone scappano da disastri naturali come inondazioni, uragani e terremoti. Con i cambiamenti climatici si prevede un peggioramento degli eventi climatici estremi e quindi un aumento del numero di persone in movimento. Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni:

i migranti ambientali sono coloro che a causa di improvvisi o graduali cambiamenti ambientali, che colpiscono negativamente la loro vita o condizioni di vita, sono obbligati a lasciare la propria abitazione, temporaneamente o in modo permanente, e che si spostano in un’altra area del proprio paese o all’estero.

Fattori come crescita della popolazione, povertà, sicurezza umana e conflitti rendono difficile calcolare con precisione il numero di migranti ambientali presenti nel mondo. Le stime variano dai 25 milioni a un miliardo di migranti ambientali entro il 2050.

Vanessa Tomassini
Vanessa Tomassini

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