L’opinione di due politici americani: l’Ucraina non ha più nemmeno l’apparenza di una democrazia

L’opinione di due politici americani: l’Ucraina non ha più nemmeno l’apparenza di una democrazia

28 Novembre 2023 0

La settimana scorsa, il giornale americano Newsweek ha pubblicato un articolo scritto da due veterani della politica estera USA, David H. Rundell e Michael Gfoeller. In maniera precisa e disicantata, smontano l’illusione che l’Occidente si è fatto dell’Ucraina: per una serie di ragioni tanto evidenti quanto volutamente ignorate dai più, a Kiev si è ormai instaurato un’inquietante regime di estrema destra.

Ma a Bruxelles e a Washington continuano a sostenere militarmente e finanziariamente (coi soldi dei loro contribuenti) quella che si ostinano a credere una democrazia. Rundell è l’ex capo della missione diplomatica presso l’Ambasciata americana in Arabia Saudita, mentre Gfoeller ha servito per anni la diplomazia americana in diversi Stati del mondo, oltre ad essere stato consigliere politico dei Comandi militari USA.

Le morti inutili

Molte migliaia di persone sono perite inutilmente in un conflitto non necessario, che non si può vincere e che sta diventando sempre più costoso: quello combattuto in Ucraina. L’assistenza finanziaria e i sussidi per l’energia spesi da Europa e Stati Uniti valgono più del PIL annuale del Maryland. Ed è un periodo, questo, in cui lo stesso debito pubblico americano è al 120% del PIL. Varrebbe forse la pena impiegare questa mole di risorse se soltanto l’Ucraina fosse una democrazia: ma non è così.

Le democrazie, infatti, non mettono al bando i partiti di opposizione. Il fatto stesso che esistessero numerose formazioni del genere la dice lunga sul livello di resistenza che ha trovato il governo nazionalista salito al potere dopo la rivoluzione del 2014. Nel maggio 2022 il parlamento ucraino ha approvato una legge che vieta ufficialmente questi partiti. Il presidente Volodymyr Zelensky ha siglato la legge.

L’elenco include pure Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, che aveva addirittura il 10% dei seggi in parlamento. Fra gli 11 partiti messi fuori legge ci sono anche il Partito Socialista d’Ucraina, il Partito Socialista Progressista d’Ucraina, l’Unione delle Forze di Sinistra e il Partito Comunista dell’Ucraina.

Kiev cancella le elezioni e censura i media

Le democrazie non vietano le elezioni, mentre l’Ucraina ha messo in stallo il processo democratico stesso nel momento in cui ha dichiarato la legge marziale nel 2022. Si pensava che tale sospensione fosse temporanea, ma è stata ripetutamente prolungata anche dalla recente decisione di luglio. Come effetto di tale voto alla Verkhovna Rada, parlamento dal quale tutte le opposizioni sono state già rimosse, le elezioni politiche previste per il mese scorso sono state cancellate. Le presidenziali erano in programma per il prossimo marzo, ma con le regole attuali non saranno svolte e Zelensky stesso ha affermato che adesso non è il momento per le elezioni.

Le democrazie non censurano i media. Nel febbraio 2022 il governo ucraino ha ordinato ai nove maggiori network televisivi nazionali di riunire i loro notiziari in un solo programma sotto controllo statale denominato “Telemarathon”. Nell’aprile 2022 il Consiglio Nazionale di Sicurezza ha ordinato che tre canali televisivi indipendenti associati al predecessore di Zelensky venissero oscurati.

A dicembre 2022 Zelensky ha firmato una legge che dà al Consiglio Nazionale delle Telecomunicazioni l’autorità completa per regolamentare stampa, televisione e media digitali. Così, adesso il governo ucraino può per legge censurare e far chiudere le piattaforme indipendenti come Google. La Federazione Europea dei Giornalisti ha aspramente criticato questa norma e l’ha dichiarata incompatibile con l’ammissione dell’Ucraina nella UE.

Lo stesso Ordine dei Giornalisti ucraini ha definito la legge come “la peggiore minaccia alla libertà di parola nella storia dell’Ucraina autonoma”. A questo punto non ci sono più nel Paese stazioni televisive indipendenti che trasmettano notizie. La stampa e i media digitali restano fortemente censurati.

Arruolamento forzato e culto imposto per legge

Le democrazie non proibiscono di viaggiare. Nel momento in cui l’Ucraina ha introdotto la legge marziale, gli uomini di età dai 18 ai 60 anni sono divenuti soggetti alla coscrizione ed è così loro impedito di lasciare il Paese. Molti hanno comunque cercato di evitare il fronte scappando all’estero. Quelli che sono stati presi dalla polizia di frontiera sono stati mandati a combattere.

Quelli che ce l’hanno fatta a uscire sono rimasti in Polonia e in Germania. Il governo ucraino ha chiesto alla UE di farli tornare con la forza, ma finora non ha avuto responso positivo a tale richiesta. Le democrazie non limitano la libertà di culto. Nel dicembre 2022 Zelensky ha bandito le attività di tutte le organizzazioni religiose collegate alla Russia, fra cui la più grande chiesa ortodossa del Paese, cioè la Chiesa ortodossa di Ucraina, integrata strettamente con quella russa per più di mille anni.

Nel maggio 2022 il sinodo dei vescovi ha compiuto un passo storico, votando formalmente per tagliare tutti i legami con Mosca e condannare il sostegno della Chiesa Ortodossa di Russia alle operazioni belliche. Ma secondo il governo ucraino non era abbastanza, così sono stati intensficati gli sforzi per vietare la Chiesa ortodossa, organizzando e promuovendo al tempo stesso una Chiesa sotto il controllo dello Stato.

Se la gente desidera unirsi a tale Chiesa è certamente fare libera di farlo, ma il governo di Kiev sta costringendo le congregazioni a modificare la propria devozione e a confiscare la proprietà di coloro che fanno resistenza. Il parlamento si sta apprestando a mettere formalmente fuori legge la Chiesa ortodossa di Ucraina. Le democrazie non cercano di vietare la confessione religiosa più grande e antica di un Paese.

Estrema destra razzista al potere

Infine, abbiamo esitato finora a parlare approfonditamente del movimento nazionalista ucraino, che assomiglia molto all’estrema destra. Termini come “fascista” e “neo-nazista” secondo noi vengono spesso affibbiati con troppa leggerezza. Tuttavia qui dovremmo forse essere più inclini a usarli, perché il movimento nazionalista ucraino ha delle innegabili tendenze autoritarie.

Potete anche non credere a ciò che diciamo: allora fate una semplice ricerca in rete su Stefan Bandera o sulla Brigata Azov e tirate le vostre conclusioni su dove finisce il nazionalismo e dove comincia il razzismo. A essere giusti bisogna anche dire che le autorità limitano spesso le libertà civili in periodi di crisi. Il Patriot Act, la norma americana sulla lotta al terrorismo, forse è troppo dura in questo senso.

Durante la Guerra Civile il presidente Abramo Lincoln sospese l’habeas corpus per i simpatizzanti sudisti, ma non cancellò mai le elezioni. Non lo fece nemmeno Winston Churchill, al quale talvolta Zelensky viene paragonato. Churchill perse le elezioni del 1945 e vide Clement Attlee compiere il tratto finale della vittoria nella Seconda Guerra mondiale.

L’elenco degli abusi autoritari in Ucraina si sta allungando e non sembra affatto doversi fermare. Guidato da Zelensky, l’autocrate preferito dall’Occidente, questo Paese ha creato una Chiesa controllata dallo Stato, si è impadronito di tutti i notiziari televisvi e ha messo al bando i principali partiti di opposizione. Tutto ciò va ben oltre quanto accaduto recentemente nella storia americana o britannica.

Sia gli USA che il Regno Unito sono rimasti fondamentalmente democratici nel corso delle guerre e persino di una guerra civile. La cancellazione delle elezioni presidenziali in Ucraina elimina qualunque finzione sul fatto che stiamo sostenendo una democrazia funzionante.

Redazione Strumenti Politici
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