Il presidente del Cile critica Israele e salta la cerimonia della comunità ebraica, ma va a quella palestinese
Il presidente del Cile Gabriel Boric non nasconde il suo sostegno alla causa palestinese. Recentemente ha dimostrato la sua solidarietà verso le vittime di Gaza partecipando alla commemorazione della comunità palestinese e criticando con forza Tel Aviv.
Luce di speranza
In Cile risiedono ben 500mila persone di origine palestinese, la più ampia comunità di questa etnia al di fuori del mondo arabo. Dal 2021 celebrano nel mese di dicembre la cosiddetta “luce di speranza”, una cerimonia per commemorare le migliaia di bambini morti a Gaza. Quest’anno un albero di Natale è stato adornato con 45mila candele che ricordano le vittime. Vi hanno preso parte anche esponenti di alto livello del governo cileno, a partire dal presidente, poi la sottosegretaria agli Esteri Gloria de la Fuente e il ministro della Difesa Maya Fernandez. Alla cerimonia Boric ha tenuto un discorso nel quale ha fatto dichiarazioni molto forti, riferendosi alle gravi responsabilità di Israele.
Le accuse a Netanyahu
Boric ha detto: Non siamo stati e non saremo spettatori passivi di fronte a tanta ingiustizia e tanto dolore deliberatamente inflitto a bambini, donne, anziani e innocenti di tutte le età. In difesa dell’umanità non c’è spazio per le mezze misure. Siamo profondamente colpiti e scioccati da quanto sta avvenendo a Gaza e pure in Cisgiordania. Boric non ha paura di fare nomi e cognomi: Sembrerebbe che dobbiamo scegliere fra diversi tipi di barbarie, ma noi non dobbiamo scegliere. Io scelgo l’umanità e ciò che sta facendo Benjamin Netanyahu è un crimine di guerra, un crimine contro l’umanità. Conclude così: Dal Cile invitiamo il mondo intero a riflettere su queste sofferenze (…) Esortiamo la comunità internazionale, in particolare gli Stati più potenti, ad andare oltre le semplici parole e a fare azioni concrete per mettere fine a questo massacro.
Il regalo dei palestinesi
Il presidente della comunità palestinese in Cile Maurice Khamis Massu ha espresso la sua gratitudine a Boric. Gli ha consegnato un regalo che simboleggia l’apprezzamento per l’ospitalità e la solidarietà dimostrate da Santiago nel corso di decenni. Al presidente cileno dovrà nascere un figlio il prossimo anno, dunque Khamis Massu gli ha dato una tutina da neonato con il disegno della mappa della Palestina. Il regalo è stato pesantemente criticato dalla comunità ebraica del Cile, che lo ritiene un gesto “offensivo”. La sua presidentessa Ariela Agosin lo ha definito “una totale insensatezza” che “danneggia l’immagine e il buon nome del Paese”.
Boric assente alla cerimonia ebraica
E proprio come l’anno scorso, il presidente cileno ha evitato di recarsi alla celebrazione ebraica di dicembre, la Hannukah o “festa delle luci”, che dal 2008 viene ospitata a Santiago nel palazzo governativo di La Moneda. Boric ha addotto la scusante di doversi recare altrove per impegni già presi, la stessa giustificazione che aveva dato nel 2023. Al suo posto farà gli onori di casa il segretario generale della presidenza, il ministro Álvaro Elizalde. L’ambasciata israeliana non ha inviato alcun rappresentante, in segno di protesta per l’assenza di Boric. La Algosin a sua volta ha dichiarato che oggi è accaduto qualcosa mai successo prima in questo Paese, e cioè che gli ebrei si sentissero discriminati e maltrattati anche dal governo e ha aggiunto di non essere mai stata ricevuta dal presidente cileno.
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