Namibia, accuse di brogli e di interferenze straniere contro la neoeletta presidente
Le elezioni del 27 novembre in Namibia hanno visto la netta affermazione del partito di governo e della sua candidata alla presidenza. Tuttavia hanno anche inevitabilmente lasciato dei pesanti strascichi, con le opposizioni che stanno contestando l’esito in sede legale.
Denuncia alla Corte Suprema
La settimana scorsa l’Independent Patriots for Change (IPC) ha effettuato formale denuncia alla Corte Suprema per invalidare le elezioni. I suoi esposti sono due e riguardano sia le presidenziali che le politiche, che andrebbe dunque ripetute. Secondo il presidente del partito Panduleni Itula si sarebbero verificate gravi irregolarità, come l’aver permesso il voto a cittadini non aventi diritto o l’estensione del periodo di votazione oltre la scadenza stabilita. Tali infrazioni violerebbero sia la legge elettorale che la Costituzione stessa. Per gli esperti e i politologi africani non si tratta di un pericolo per l’insediamento della vincitrice Netumbo Nandi-Ndaitwah, detta “NNN”. Per ribaltare quanto stabilito dalla Commissione elettorale servirebbe infatti una sentenza giudiziaria estremamente difficile da ottenere, viste anche le lunghe tempistiche relative.
Una larga vittoria
Sul piano politico, comunque, la vittoria di “NNN” non lascia dubbi. Il suo 58% di preferenze ha spazzato Itula, che ha preso meno del 26%, il terzo candidato che si è fermato al 5%. Lo SWAPO (South West Africa People’s Organisation), il partito di governo, ha confermato la maggioranza assoluta, con 51 seggi su 96. Si tratta però, a partire dall’indipendenza dal Sudafrica nel 1990, del peggior risultato ottenuto dallo SWAPO. Comunque il 3 dicembre è stata dichiarata la vittoria della Nandi-Ndaitwah, che inizierà il suo mandato il 21 marzo e sarà la prima presidente donna della Namibia. Il suo predecessore è l’ex vicepresidente Nangolo Mbumba, che governa da meno di un anno, cioè da quando ha preso il posto del presidente Hage Geingob, morto per malattia mentre era ancora in carica.
Nessuna interferenza dello Zimbabwe
La presidente eletta ha dovuto rispondere alle accuse di aver vinto pure grazie alle ingerenze dello Zimbabwe. Cinque partiti di opposizione, tra cui l’IPC, hanno suggerito che il partito zimbabwese di governo abbia influenzato l’esito delle votazioni a favore della Nandi-Ndaitwah. Tuttavia non hanno portato prove concrete a supporto di questa tesi, ma solamente insinuazioni, adducendo ad esempio il fatto che la carenza di schede che si è verificata in alcuni seggi sarebbe proprio una delle tattiche usate dallo Zanu-PF per manipolare le elezioni dello Zimbabwe. Inoltre un portavoce presidenziale zimbabwese avrebbe annunciato in anticipo sui social media la vittoria dello SWAPO. I responsabili dello Zanu-PF hanno negato di essersi immischiati nelle elezioni namibiane; il segretario generale del partito ha descritto tali accuse come “ragionamenti primitivi”.
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